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La Politica ha scoperto che la gente soffre di problemi psicologici?

17 Giu 21

A cura di FRANCESCO BOLLORINO

COMMENTI GRADITI…..

Atto Camera


Mozione 1-00472

presentato da

LORENZIN Beatrice

testo presentato

Lunedì 26 aprile 2021

modificato

Mercoledì 16 giugno 2021, seduta n. 525

  La Camera,

premesso che:

l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) definisce la salute come «uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia»;

occorre tenere in considerazione, così come specificato in un messaggio del maggio 2020 del World Economic Forum, i bisogni dei bambini e degli adolescenti in ogni dibattito/decisione di adozione di misure restrittive secondo lo slogan «Non per noi, ma con noi»;

al momento si calcola che una persona su quattro nel mondo sia colpita da disturbi mentali e l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) indica come il disagio mentale rappresenti per i sistemi sanitari e sociosanitari una questione centrale. La depressione si attesta «tra le prime cause di disabilità a livello mondiale» e il suicidio, che colpisce 800 mila persone ogni anno, è la seconda causa di morte per i giovani di età compresa fra i 15 e i 29 anni;

nell'Unione europea i problemi di salute mentale colpiscono circa 84 milioni di persone (più di un cittadino su sei) e ogni anno vengono spesi a livello europeo 600 miliardi di euro, il 4 per cento del prodotto interno lordo, per le conseguenze della cattiva salute mentale. Oggi, le patologie mentali costituiscono il gruppo nosologico più numeroso (secondo soltanto alle malattie neoplastiche) e corrispondono al 21 per cento del totale delle patologie con un carico economico che supera i 3 miliardi di euro l'anno;

i dati Eurostat affermano che i letti per le cure psichiatriche in Europa nel 2018 erano in media 73 ogni 100.000 abitanti (nel 2004 erano 79) con notevole differenza fra i Paesi al primo posto, Belgio (135 posti) e Germania (128) e il fanalino di coda, l'Italia, con solo 9 letti ogni 100.000 abitanti (dietro Cipro con 18, e l'Irlanda con 34). Questo genera un problema oggettivo nell'assistenza ai malati psichiatrici e nella tutela dei più giovani. L'Istat ha stimato 4.000 suicidi complessivi ogni anno nel nostro Paese, di questi, oltre il 5 per cento riguarda i giovani sotto i 24 anni;

secondo il Rapporto italiano sulla salute mentale del 2018, gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici sono 837.027 e le prestazioni erogate dai servizi territoriali ammontano a 11.039.492, con una media di 14,2 prestazioni per utente. Le giornate di presenza presso strutture residenziali sono pari a 10.234.718 per 28.895 utenti, mentre gli accessi nelle strutture semiresidenziali sono pari a 1.478.244 per 26.544 persone. Per quanto riguarda le strutture residenziali psichiatriche attive pubbliche e private queste sono 1.965, mentre sono 881 quelle semiresidenziali psichiatriche attive pubbliche e private. Infine, la dotazione complessiva del personale all'interno delle unità operative psichiatriche pubbliche è pari a 28.811 unità con un rapporto a livello nazionale tra infermieri e medici pari al 2,4 e tra medici e psicologi al 2.7;

un'indagine dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) sul COVID-19 e sui giovani ha rilevato come un giovane su due (tra i 18 e i 29 anni) sia soggetto a depressione e ansia, e uno su sei probabilmente ne sia effettivamente colpito, così come prima della pandemia si stimava che un bambino su 6 in Italia potesse avere un problema di salute mentale o di disturbi e sofferenza psicologica e che la risposta alla domanda di assistenza fosse insufficiente;

è attualmente in vigore il Piano di azioni nazionale per la salute mentale (2013) e, durante i lavori del Tavolo tecnico sulla salute mentale, istituito con decreto ministeriale del 24 gennaio 2019 è stata presentata una prima stesura del report per il monitoraggio e la valutazione del Pansm, elaborato dal coordinamento della Commissione salute della Conferenza delle regioni;

negli ultimi anni, vi è stato un depotenziamento, sia in termini di risorse economiche, che di personale, e una riduzione del numero dei Dsm (Dipartimenti di salute mentale), nonché dei consultori famigliari, presenti a livello territoriale, a seguito di politiche di austerità e tagli lineari a programmi di razionalizzazione della spesa pubblica, portando all'estensione, talvolta spropositata, del bacino di utenza, creando vere e proprie impossibilità di governo, tradendo la dimensione della «piccola scala», uno dei princìpi fondativi della riforma del 1978 e del lavoro territoriale e sottraendo così opportunità di cura e di presa in carico della persona e della sua famiglia. Così come da più parti emerge la necessità di un potenziamento anche della rete d'urgenza e del post-acuzie;

i direttori di Dsm segnalano da tempo l'esigenza di un nuovo piano che sappia far proprio il cambiamento dei bisogni in uno scenario complessivo mutato, dando una priorità all'intervento territoriale e puntando sulla necessità di definire percorsi di cura appropriati per patologie ad alta complessità o ad alta prevalenza (Pdta) che riducano disomogeneità e discrezionalità;

i centri di salute mentale (Csm), presenti percentualmente in numero adeguato in tutto il territorio nazionale (1 ogni 80-100.000 abitanti), non sono equamente distribuiti e sono aperti per fasce orarie ridotte (ad eccezione di alcune realtà regionali);

è necessario riequilibrare l'allocazione delle risorse, attualmente maggiormente destinate alla residenzialità, prevedendo un progressivo superamento delle strutture di istituzionalizzazione, spesso segreganti e stigmatizzanti, mediante servizi di salute mentale pienamente rispettosi della dignità della persona, incentivando una domiciliarità proattiva, mediante strumenti come il modello del «Budget di Salute», puntando anche su strategie di abitare supportato e sulla riallocazione delle risorse sugli interventi a maggiore specificità clinica e di conduzione territoriale: strategie attive per il supported housing e il supported employment;

per fare scelte evidence based è fondamentale la capacità di raccogliere ed elaborare dati ai fini della ricerca, così come per elaborare strategie di intervento;

è fondamentale il ruolo del Sistema informativo per la sanità mentale (Sism), in grado di fornire una base di dati incentrata sul paziente al fine di permettere l'analisi dei servizi assistenziali offerti, nonché di programmare l'erogazione dell'assistenza regionale e locale, e disegnare strategie nazionali;

i nuovi scenari esigono un potenziamento della ricerca di base e traslazionale così da potenziare l'accesso a terapie sempre più innovative;

le diverse indagini condotte sull'impatto psicologico della pandemia COVID-19 sulle famiglie in Italia promossa dall'Irccs Giannina Gaslini di Genova, e quelle relative al disagio ed alla sofferenza psicologica condotte dalla CNOP, così come riporta la letteratura scientifica, hanno fatto emergere che l'isolamento, l'assenza di attività scolastiche, ricreative, ludiche e sportive, sia una causa dell'aumento in bambini e bambine e negli adolescenti di disturbi come quelli del sonno, degli attacchi d'ansia, dell'irritabilità;

il recente rapporto dell'Istituto superiore di sanità sulla promozione della salute mentale e psicologica infantile in tempo di COVID-19 (Iss 2020) ha raccolto evidenze scientifiche dalle quali si evince l'esistenza di un rischio per la salute fisica e mentale e psicologica per alcune fasce di popolazione, tra cui bambini e adolescenti (non necessariamente affetti da pre-esistenti, difficoltà adattive), dovuti a fattori stressogeni, quali l'isolamento in ambiente domestico, la chiusura prolungata della scuola, la mancanza di contatti fisici tra pari;

sono sempre più numerosi i neuropsichiatri infantili che lanciano quotidianamente un grido di allarme sulle situazioni di emergenza «para-Covid» che stanno vivendo i pochi reparti di neuropsichiatria infantile esistenti in Italia e sull'incremento delle richieste di aiuto e di ricovero che ricevono per tentativi anticonservativi di adolescenti in particolare di sesso femminile;

è ancora prematuro tracciare un quadro preciso delle reali conseguenze della pandemia sul benessere psicologico e mentale dei più piccoli e degli adolescenti ed è necessario prevedere accanto ad interventi finalizzati a porre fine alla pandemia da COVID-19 e alla tutela della salute pubblica anche interventi mirati a tutela della salute mentale;

per quanto riguarda gli effetti del COVID-19 recenti ricerche hanno dimostrato come in alcuni pazienti, anche dopo essersi negativizzati, resista una sintomatologia prolungata e persistente nel tempo, caratterizzata, ad esempio, per quanto riguarda l'interessamento del cervello, da cefalea, astenia, nebbia cognitiva, difficoltà di attenzione e concentrazione. Si parla in questo caso di long Covid;

le persone con disabilità intellettiva e psichica, in particolare quelle con disturbo dello spettro autistico, hanno maggiormente subito dal punto di vista psicologico lo stress dovuto alle misure di contenimento e all'eventuale isolamento domiciliare o ospedalizzazione in caso di contagio;

l'Istituto superiore di sanità (Iss) ha dedicato uno specifico documento nel quale offre indicazioni, nell'ambito dei contesto emergenziale COVID-19, per prevenire il disagio e per un appropriato sostegno, nei differenti contesti, delle persone nello spettro autistico e dei loro familiari;

i Progetti formativi personalizzati con budget educativi (Progetto Pfp), intendono favorire un «sistema di alleanza educativa scuola/famiglia/territorio», intervenendo per il miglioramento concreto delle condizioni di vita dei giovani, tenendo conto dei fattori di rischio di abbandono scolastico degli adolescenti o di regressione o stagnazione dello sviluppo psicosociale: situazioni familiari critiche, rischio di abbandono rilevato dal grado di presenza in classe, atteggiamenti provocatorio/oppositivi manifesti, isolamento, difficoltà di integrazione culturale e sociale, comportamenti manifesti di dipendenza patologica;

il Budget di Salute, strutturato sui bisogni della persona, si caratterizza come uno strumento flessibile, non legato ad un tipo particolare di servizio/intervento o ad uno specifico erogatore definito dall'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità quale «strumento di definizione quantitativa e qualitativa delle risorse economiche, professionali e umane necessarie per innescare un processo volto a restituire centralità alla persona, attraverso un progetto individuale globale»;

la pandemia ha fatto emergere l'esistenza di una fascia di popolazione con bisogni di sostegno, assistenza medico-psichiatrica e psicologica e la necessità di intercettare precocemente l'insorgenza di patologie/anche utilizzando gli strumenti di telemedicina/tenendo in considerazione le diverse tipologie di utenza e di servizi sul territorio, differenziando misure e interventi a seconda che si tratti di anziani, di minori o tossicodipendenti e contenendo il fenomeno degli abbandoni di percorsi terapeutici, educativi e riabilitativi;

è necessario procedere verso una salute mentale di comunità, attraverso servizi di prossimità, investendo nella sanità territoriale e mettendo sempre il paziente al centro al fine di poter dare una risposta rapida appropriata ed efficace alla complessità dei problemi connessi ai disagi psichici;

come sottolinea la Fondazione Brf, sottovalutare l'impatto del Covid-19 tra i più giovani, in una situazione già molto critica in termini di personale, servizi e organizzazione assistenziale per i problemi neuropsichiatrici dell'infanzia e adolescenza, rischia di trasformare un'emergenza sanitaria come quella che si sta vivendo in una crisi dei diritti delle bambine e dei bambini e delle ragazze e dei ragazzi, soprattutto in considerazione del fatto che, attualmente, in Italia, sono solo 92 i posti letto dedicati ai minori con psicopatologie acute nei reparti di neuropsichiatria infantile, non uniformemente distribuiti su tutto il territorio nazionale;

a seguito della legge n. 81 del 2014, che ha sancito finalmente la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, la maggior parte dei pazienti autori di reato vengono inseriti nelle strutture residenziali psichiatriche (Srp) con provvedimenti di libertà vigilata che in molte regioni rappresentano oltre il 20 per cento dei pazienti che vivono nelle Srp. Questi aspetti non erano stati previsti nella programmazione sanitaria e vengono finanziati con lo stesso budget dei pazienti non autori di reato, che non è stato adeguato alle nuove esigenze di fatto nella maggior parte dei Dsm italiani;

l'articolo 1 del decreto-legge n. 34 del 2020 (cosiddetto decreto Rilancio), al comma 4-bis, ha previsto la stipula di una Intesa in sede di Conferenza Stato-regioni, sulla base della quale vengono attribuiti al Ministero della salute incarichi di coordinamento per la sperimentazione, nel biennio 2020-2021, di: strutture di prossimità ispirate al principio della piena integrazione sociosanitaria per la promozione e la prevenzione della salute, nonché per la presa in carico e la riabilitazione delle categorie più fragili, in cui vengano coinvolte tutte le istituzioni presenti sul territorio, unitamente al volontariato locale ed a enti del terzo settore no profit: progetti (proposti dalle strutture di prossimità) con modalità di intervento che riducano le logiche di istituzionalizzazione, favoriscano la domiciliarità e consentano la valutazione dei risultati ottenuti anche attraverso il ricorso a strumenti innovativi quali il budget di salute, individuale e di continuità,

impegna il Governo:

1) a adottare iniziative per rimuovere qualsiasi forma di discriminazione, stigmatizzazione ed esclusione nei confronti delle persone con disagio, sofferenza psicologica e disturbo mentale promuovendo anche campagne volte a sensibilizzare e a divulgare la conoscenza del tema;

2) a predisporre, d'intesa con le regioni, un nuovo piano nazionale per la salute mentale per una strategia di intervento volta al rilancio dei servizi per la salute mentale e per il superamento e il riequilibrio delle diversità regionali;

3) a adottare iniziative per garantire, anche durante la pandemia da Covid-19, i livelli essenziali di assistenza di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017;

4) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a garantire pari opportunità di accesso a percorsi di psicoterapia alle persone con disagio mentale, emerso anche a seguito dell'emergenza pandemica;

5) a adottare iniziative, per quanto di competenza, per istituire nell'ambito del Sistema sanitario nazionale, degli ambulatori per l'assistenza dei pazienti cosiddetti «long covid» ossia con una sintomatologia prolungata e persistente nel tempo, al fine di studiarne le caratteristiche e gli eventuali disturbi psicologici e neurologici che dovessero sorgere, offrendo loro un continuo sostegno psicologico e/o psichiatrico;

6) ad istituire un osservatorio sulla condizione della salute e del benessere psicologico dell'adulto, dell'adolescente e del minore a seguito degli interventi e delle misure prese per contrastare l'emergenza sanitaria in atto;

7) a adottare iniziative per garantire risorse adeguate ai dipartimenti di salute mentale e all'unità di offerta dei servizi sanitari a livello regionale sia delle aziende ospedaliere sia dei servizi distrettuali e delle unità di offerta, comprese quelle riabilitative e abilitative sociosanitarie e sociali, prevedendo l'incremento del finanziamento dedicato alla salute mentale oggi mediamente fermo al 3,5 per cento delle risorse pubbliche;

8) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, per rafforzare la medicina territoriale e ospedaliera nell'ambito della salute mentale, neuropsichiatrica e della medicina preventiva, con particolare attenzione ai servizi dedicati alla fascia 14-25, a partire degli ambulatori dei pediatri di famiglia, del medico di medicina generale e dei consultori prevedendo l'istituzione di un gruppo multidisciplinare di coordinamento centrale che possa orientare gli interventi, predisponendo progetti e programmi volti a soddisfare adeguatamente i bisogni della popolazione, inquadrandoli nelle diverse situazioni sia di elezione che di emergenza nell'ambito del territorio nazionale;

9) a sviluppare reti di connessioni e di servizi di sostegno con la scuola attraverso figure formate di psicologi e servizi sociali integrati in una rete funzionale con i singoli ambiti distrettuali, sostenendo la diffusione di linee di ascolto e di emergenza per giovani e adulti;

10) ad adottare iniziative per incrementare, pur mantenendo centralizzata l'attenzione sull'importanza della prevenzione del disagio psicologico nell'infanzia e adolescenza, in raccordo con le regioni, il numero di posti letto pubblici dedicati alla salute mentale ed alla neuropsichiatria infantile, al fine di potenziare le risposte verso i quadri acuti di natura neuropsichiatrica con la disponibilità adeguata di luoghi di ricovero specialistici e a sviluppare adeguati servizi territoriali che possano attuare un'efficace e prolungata presa in carico dopo la risoluzione dell'acuzie;

11) a promuovere, in raccordo con le regioni, la presenza di psicologi specialisti in psicologia del ciclo di vita e in psicologia clinica, nonché di psicoterapeuti, all'interno dei reparti di pediatria e neonatologia degli ospedali del Servizio sanitario nazionale, con l'obiettivo di tutelare il benessere psicologico dei degenti (bambini e adolescenti) e delle loro famiglie, con particolare riferimento alle condizioni di cronicità e/o di disagio psicosociale;

12) a adottare iniziative per implementare la telepsichiatria e la telepsicologia, così come prevista dall'Istituto superiore di sanità (Iss);

13) a adottare iniziative di competenza per aggiornare la piattaforma «Sism», promuovendo attività di ricerca su dati traslazionali, sul disagio psichico, ponendo particolare attenzione nell'immediato agli effetti della sintomatologia post-Covid, rendendo disponibili dati epidemiologici disaggregati per fasce di età associate ad ogni livello educativo (0-6 anni, 7-10 anni e 11-18 anni);

14) ad istituire un osservatorio permanente sul fenomeno suicidario che possa svolgere azione di prevenzione mediante lo studio di situazioni ambientali, particolari condizioni sociali, individuazione ed analisi dei rischi delle condotte autolesive e sostenere la diffusione di linee di ascolto per la prevenzione del suicidio e degli atti di autolesionismo;

15) ad adottare le iniziative di competenza affinché il budget di salute quale sintesi delle risorse economiche, professionali e umane necessarie diventi legge dello Stato nell'ottica di dare completa attuazione della cosiddetta riforma Basaglia;

16) a programmare il fabbisogno di personale nell'ambito della salute mentale per superare l'attuale carenza di psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione psichiatrica e infermieri ridefinendo gli standard quali-quantitativi del personale, quale risorsa fondamentale, dei diversi servizi afferenti ai DSM;

17) ad adottare iniziative per investire sull'innovazione farmacologica, riabilitativa e psicoterapeutica nell'ambito della salute mentale per garantire l'accesso alle cure più efficaci in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale;

18) ad attivare gli strumenti più idonei per favorire una ricerca di base e traslazionale nell'ambito della salute mentale;

19) a adottare iniziative per dare priorità all'intervento territoriale e alla necessità di definire percorsi di cura appropriati per patologie ad alta complessità e/o ad alta prevalenza (Pdta), che riducano disomogeneità e discrezionalità, riequilibrando l'allocazione delle risorse con un marcato contenimento della spesa dedicata alla residenzialità, verso strategie di supported housing e supported employment;

20) a adottare iniziative per potenziare i servizi per la salute mentale nelle carceri e coordinare i percorsi di cura dei pazienti autori di reato in accordo con le autorità giudiziarie;

21) a monitorare il pieno raggiungimento degli obiettivi definiti per le Rems dalla legge n. 81 del 2014 per garantire la piena dignità del paziente psichiatrico;

22) a adottare le iniziative di competenza volte ad incrementare e potenziare le strutture e la rete di intervento completa in tutti i vari livelli di assistenza per la diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare, al fine di garantire l'appropriatezza dell'assistenza con particolare riguardo alla presa in carico globale del paziente e dei suoi familiari in tutte le varie fasi del trattamento, al fine di offrire interventi integrati, coordinati e professionalmente qualificati;

23) a promuovere, per quanto di competenza, condizioni territoriali per un'integrazione tra le politiche sanitarie e sociosanitarie volte ad una reale presa in carico del paziente, favorendo la sinergia tra agenzie educative, terzo settore e realtà territoriali quali risorse importanti per una rete di inclusione e di aiuto;

24) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, al fine di prevedere all'interno degli ambulatori dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale anche la figura dello psicologo di base, per favorire una rete sociosanitaria territoriale così da assicurare la diagnosi precoce e la conseguente presa in carico, adottando anche un approccio biopsicosociale, dei pazienti e delle famiglie in difficoltà;

25) a valutare la possibilità di adottare iniziative, nel rispetto dei vincoli di bilancio e delle competenze, per riconoscere, alle famiglie con figli minori di anni 18 a carico, un voucher destinato a favorire l'accesso ai servizi psicologici e psicoterapeutici alle fasce più vulnerabili della popolazione ed a riattivare il numero verde nazionale di supporto psicologico.

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