di Raffaello Biagi
A Kandy, antica capitale dell'isola di Ceylon, unavolta all'anno si svolge una processione fastosa inoccasione della uscita dal tempio della sacra reliquiaritenuta dai credenti il dente del Buddha. L'elefanteche trasporta la reliquia, sontuosamente paludato conbroccati d'oro, e' seguito da decine di altri bestioniriccamente addobbati con tessuti e con lampadinecolorate e poi da migliaia di monaci salmodianti,danzatori scatenati, musicisti che li accompagnano conflauti, tamburi e clarini, dignitari in costumemedievale e gente comune inebriata dai colori e dallamusica in un uno spettacolo di grande suggestione. Ilparticolare che in processione venga ora portata non più la antichissima reliquia ma solo e semplicementeun simulacro evidentemente per i credenti non haimportanza alcuna, interessando a loro sopratuttol'aspetto simbolico e mistico che la cerimonia evoca.L'approccio al fenomeno Internet da parte dei varimedia e nei discorsi delle persone mi ha riportato allamemoria questa favolosa processione : credo che negliultimi tempi nessun argomento abbia trovato risonanzasui giornali, radio o televisione come quello su mammacibernetica e la sua figlioccia rete delle reti. Anchequi monaci, musici e danzatori con il seguito dielefanti e forse perfino anche di incantatori diserpenti (per fare spettacolo non si risparmia nulla,perbacco!) hanno espresso pareri dotti, ricchi,opulenti nel loro splendore al riguardo di questanuova reliquia che inebria le folle e che merita quindidi essere seguita in processione.Le parole si sprecano.
Quello che importa e' che nessunoverifichi se il dente del buddha c'e' davvero oppure no.E temo proprio che, per cio' che riguarda l'Italia,della reliquia si possa trovare ben poco. Fuor dimetafora dai lunghi pellegrinaggi di questi mesi inInternet ho potuto effettuare alcune riflessioni.
Dalpunto di vista della rete il mondo e' ancora nettamentediviso tra le nazioni anglosassoni e quelle che non losono. Noi certo non lo siamo!
Mentre negli U.S.A. quasi ogni associazione nazionaleed ogni universita' ha il proprio bravo sitopsichiatrico ricco e dettagliato in Europa sonopochissime le istituzioni di questo tipo presenti inrete .
Si contano sulle dita di una mano.
In Italia sono poi praticamente assenti del tutto. Leuniche presenze sono dovute prevalentemente allapassione del singolo, a mio avviso lungimirante maforse visto dall'ambiente accademico con un po' disospetto e diffidenza.
L'ambiente medico mi appare perdipiù particolarmente retrivo e chiuso alle novita'contrariamente alla funzione storica e sociale chetradizionalmente e' appannaggio della classe medicaitaliana. Ho visitato un sito lodevole per l'iniziativa Dematel ove e' evidente losforzo per creare un archivio delle risorse sanitarieitaliane, sulla cui utilita' appare inutilel'insistere.
Ebbene la maggior parte dei rimandi (adAmbulatori e Studi Medici, Ospedali e Case di curaecc.) appaiono di una disarmante poverta'. Inparticolare il sito riguardante la costituzione di un"albo medico telematico" in cui tutti i colleghipossono iscriversi, per il momento gratuitamente,annovera al momento della stesura di questo articolo labellezza di 140 (centoquaranta) colleghiautosegnalatisi.
Significa che solo lo zero virgolazero ecc. per mille dei medici italiani puo' ricorrerealla risorsa telematica per aggiornarsi. D'altra partefinche' Internet verra' snobbata dalle istituzioniuniversitarie fara' molto fatica ad affermarsi. Ancheperche' i servizi territoriali, l'altra realta'psichiatrica italiana di notevole peso, che avrebberomolto da guadagnare da una migliore organizzazione ecollegamento in rete, sono alle prese con problemipolitici ed organizzativi che pongono il fenomenoInternet in un piano del tutto secondario, come bensanno i colleghi che stanno cercando di sensibilizzarele dirigenze di questi servizi alle novita'informatiche.
Cosi' per l'attuale in Italia stiamo andando avantigrazie ad una avanguardia di appassionati volontari contanto "cuore e sentimento" ma con poca professionalita'.Tra l'altro questi devono anche scontrarsi con unamentalita' collettiva davvero sconcertante secondo laquale il dato singolo, disaggregato, e' di pubblicadiffusione mentre, al contrario, questi stessi datiorganizzati e strutturati divengono improvvisamenteinaccessibili. Nessuno ha dei problemi a segnalarvi il Centro di Igiene Mentale piu' vicino, di competenza perla vostra residenza, ma diviene pressoche' impossibilesapere quanti ve ne siano in una regione e del tuttofantascientifico avere dati su quelli nazionali. Lostesso vale per le cliniche psichiatriche private:forse riuscirete a sapere se in citta' ne esistono manon vi verranno tanto facilmente rilasciati dati acarattere nazionale. La domanda che viene posta e': cosavi servono tanti dati? Con cio' viene il sospetto che la definizione diambivalenza nel sottotitolo di questo articolo,intendendo l'atteggiamento di "molte parole e di pochifatti" che rilevo nella nostra realta' nazionale, sia inrealta' un po' riduttivo. Forse sarebbe piu' correttoparlare di "posizione schizo-paranoide" se volessimocontinuare in questa specie di psicologia delle massedell'epoca cibernetica, ove prevale un atteggiamento discissione dalla realta' informatica con angoscepersecutorie . La paura dell'ignoto e' camuffata damontagne di parole e il timore di perdere il poteredato della conoscenza delle cose determina il rifiutodi una reale conoscenza del mezzo computer peresorcizzare il pericolo di isolamento socio-culturale.Credo che questi atteggiamenti meritino una disamina più approfondita e attenta di quanto io possa fare inquesta sede . Spero che possano essere oggetto diriflessione e chiedo ai colleghi di esprimere il loroparere in merito: Internet e Psychiatry On Line: Italiadevono servire proprio a questo!
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