Percorso: Home 9 Rubriche 9 PSICOPATOLOGIA SESSUALE 9 La sessualità inadeguata della demenza

La sessualità inadeguata della demenza

1 Feb 14

A cura di stefanosanzovo@quipo.it

Psicogeriatria è l’interessantissima rivista dell’ AIP, Associazione Italiana Psicogeriatria, ed è disponibile sia in versione cartacea che on line all’indirizzo www.psicogeriatria.it .
Nell’ultimo numero Germana Perego, Babette Dijk e Olga Schiaffino dell’Unità Operativa di Neurologia dell’ ASL 4 a Chiavari hanno realizzato un interessante articolo sul trattamento del comportamento sessuale inadeguato nella demenza. Questo comportamento non è poi così infrequente e getta qualche volta nell’imbarazzo, altre nello scompiglio, caregivers e operatori. La sessualità non scompare con l’età, ma va incontro ad una progressiva diminuzione. Varie ricerche indicano che sono le donne a perdere interesse per prime, mentre a 75 aa. solo un uomo su quattro non pensa più al sesso.
Nelle demenze non sono infrequenti i disturbi comportamentali, e talvolta questi implicano un comportamento sessuale inappropriato: ha maggior incidenza nei soggetti maschi, istituzionalizzati, con compromissione delle funzioni cognitive. Appare più precocemente nelle demenze fronto temporali, ma è maggiormente sviluppata in quelle di tipo vascolare. Secondo vari ricercatori, la disinibizione sessuale è più marcata se vi sonno danni neuropatologici a carico dei lobi frontali, ma ipersessualità è comune anche in deficit a carico delle aree meso – limbiche. Importante diventa però la diagnosi differenziale con  malattie neoplastiche, lesioni ischemiche, o sindromi particolari quali Kluver – Bucy (lesione del lobo temporale) o Kleine – Levin (lesioni all’ ipotalamo dx e all’aera pervientricolare).
Come affrontare i comportamenti sessuali inadeguati nelle demenze? Esiste un documento del Royal College of Psychiatrists del 2011 che però raccomanda formalmente  una corretta anamnesi, un esame obiettivo mirato, esami di laboratorio, allo scopo di giungere solo ad una diagnosi accurata. E il trattamento? Vari sono stati i farmaci impiegati. Gli estrogeni e gli antiandrogeni riducendo il testosterone diminuiscono la libido, ma possono dare sedazione, incremento ponderale, aumento dei rischi cardiovascolari. I serotoninergici possono dare riduzione del comportamento impulsivo e della libido, ma anche insonnia, nausea agli inizi, aumento dell’appetito nella prosecuzione del trattamento. Gli antipsicotici riducono la libido grazie al blocco dei recettori dopaminergici, ma aumentano la prolattina, e possono causare sindromi extrapiramidali, ipotensione, alterazioni del metabolismo, in alcuni casi anche danni cerebrovascolari. Alcuni antiepilettici stabilizzano l’umore ma causano astenia, capogiri, edemi periferici.
I colleghi riportano un caso che ha tratto beneficio col gabapentin, antiepilettico correlato al neurotrasmettitore GABA, ma al contrario di altri gabaergici il suo sito di legame è stato identificato con la subunità  alpha – 2 – delta dei canali del calcio voltaggio – dipendenti. Per queste sue caratteristiche porterebbe ad una stabilizzazione umorale ed è stato usato in più casi nei disturbi del comportamento sessuale da demenza senza effetti collaterali di rilievo.
Bisogna quindi valutare caso per caso, prodotto per prodotto, posologia per posologia. Ma il primo approccio dovrebbe essere ambientale, cercando di educare il paziente – ove possibile, migliorarne la privacy, creare attività distraenti sia manuali che sociali.

Perego G, Dijk B, Schiaffino OS Comportamento sessuale inadeguato e demenza:  gabapentin quale alternativa efficace e sicura all’uso di neurolettici e terapia ormonale. Psicogeriatria 2013, 3, 63-68. http://www.psicogeriatria.it/pubblicazioni/?t=riviste

Loading

Autore

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Caffè & Psichiatria

Ogni mattina alle 8 e 30, in collaborazione con la Società Italiana di Psichiatria in diretta sul Canale Tematico YouTube di Psychiatry on line Italia