Correva l’anno 1972 quando Lacan propose le sue formule della sessuazione, cioè le leggi cui sarebbe sottoposta la genesi del sesso nel soggetto dell’inconscio. La sua proposta si trova codificata nel seminario XX e nello scritto L’étourdit (Autres écrits, Seuil, Paris 2001, pp. 458-469). Ritenendo in pratica impossibile commentare la proposta di Lacan fuori dalla sua scolastica, provo a mettere a confronto la proposta lacaniana con una sicuramente scientifica, mutuata dalla logica matematica in versione degli analytic tableaux dimostrativi secondo Raymond M. Smullyan (First order logic, Dover, New York 1995, p. 52 sg). La tavola lacaniana è la seguente:
Lacan | |
Maschile | Femminile |
Per ogni x Fx | Non esiste x che non Fx |
Esiste un x che non Fx | Non per ogni x Fx |
Come leggerla? Supponiamo che gli x siano i soggetti di cui si vuole studiare la sessuazione e F la funzione fallica o della castrazione. La metà di sinistra della tabella, quella maschile, è facilmente interpretabile in senso freudiano: tutti i soggetti sono castrati (Per ogni x Fx), tranne uno che non lo è (Esiste un x che non Fx), il Padre. Il Padre dell’orda primitiva freudiana risponde a questa logica contraddittoria. La metà di destra della tabella, o femminile, riporta formule che sono implicate dalle formule di sinistra. Secondo Lacan il femminile è una generalizzazione logica del maschile.
Clinicamente parlando, se sei maschio, sei anche un po’ femmina. Il punto caratteristico della sessuazione lacaniana è quello che Lacan chiama “non tutto”, corrispondente all’entrata della tabella in basso a destra: Non per ogni x Fx. Cosa vuol dire che il femminile è “non tutto”. Vuol dire che non esiste il concetto di femminile, quale potrebbe essere espresso nella figura di La donna. Il femminile non è riducibile a un concetto; con il femminile si esce da ogni forma di idealismo. Il risultato non è da poco. Detto in termini matematici, il femminile è una classe propria, cioè è una collezione di tratti o di esemplari che non rientra come elemento di un’altra collezione. In altri termini, il femminile è inclassificabile.
La conseguenza clinica di questa teoria è che non esiste la “narrazione” del rapporto sessuale tra maschio e femmina. Ciò che si racconta del rapporto sessuale sono solo sue varianti sintomatiche. Il rapporto sessuale come tale non cessa di non scriversi. Attiene al reale. “Si fa, ma non si dice”.
E la scienza cosa dice?
Si conserva questo tratto passando a una forma più scientifica di tabella? Vediamo.
Smullyan | |
Universale | Esistenziale |
Per ogni x Fx | Esiste un x che Fx |
Non esiste un x che Fx | Non per ogni x Fx |
Per ogni x Fx e Non esiste un x che Fx sono dette formule di tipo universale (o C o gamma), perché per dimostrarle bisogna passare in rassegna tutti gli x, nel primo caso dimostrando che tutti gli x soddisfano F, nel secondo che non esiste un x che soddisfa F. Per contro, Esiste un x che Fx e Non per ogni x Fx sono dette formule di tipo esistenziale (o D o delta), perché per dimostrarle basta trovare un x che soddisfi F, nel primo caso, o un x che non soddisfi F, nel secondo caso. C’è però un warning da rispettare. Nelle dimostrazioni logiche esistenziali occorre che x sia un elemento nuovo e diverso rispetto agli y convocati in precedenza nella stessa dimostrazione, per non introdurre false posizioni, concernenti altri predicati, per i quali non si può dire a priori che esista un singolo x che soddisfi, per dire, sia P sia Q.
Dal confronto tra le due tabelle emerge che hanno in comune la diagonale principale, quella che va dalla casella in alto a sinistra a quella in basso a destra. In particolare condividono la posizione dell’universale negativa (Non per ogni x Fx), che nella considerazione scientifica è semplicemente una proposizione esistenziale. Per dimostrarlo non basta una procedura meccanica che passi in rassegna tutto il già noto; occorre scovare qualcosa di nuovo; non è facile dal punto di vista algoritmico.
Si può, sovrapponendo le due tabelle, identificare maschile con universale e femminile con esistenziale? Perché no? È un tema di ricerca classico, tipico del filone che considera il maschile appartenente all’ordine dell’astratto e del generale e il femminile all’ordine del concreto e del particolare.
Freud occupa in questo contesto una posizione singolare, direi ibrida. Da una parte è su posizioni universalistiche e astratte, nella misura in cui propone un Edipo generalizzato ed esclusivamente maschile; dall’altro è su posizioni esistenzialiste e concrete relative alla sua psicologia individuale, per non dire che rimane individualistica, anche quando pretende spiegare fenomeni collettivi. Le masse – Freud non usa altro termine per indicare i collettivi – si formano per identificazione dei singoli al Führer, avendo ogni individuo posto l’immagine del leader come oggetto d’amore nell’Ideale dell’Io. Non esiste nella psicologia delle masse una forma di cooperazione tra individui. Il figlio vuole uccidere il padre e coopera con i fratelli solo per questa impresa. Il Padre Morto diventa ex post il leader del popolo.
A giudicare dalle difficoltà che nel mondo incontrano i regimi democratici, si direbbe che Freud abbia ragione. È una ragione che ha una rilevante componente sessuale.
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