Stimolato da un ottimo articolo (Un palinsesto su Internet e Salute Mentale) dell'amico e collega Francesco Bollorino (del quale a tutti consiglio la lettura), e visto l'interesse che ho per le tematiche in questione, mi sono lanciato in qualche riflessione a ruota libera.
Si parla di internet, della rete, della rivoluzione digitale.
Non a torto sostiene Bollorino che "la rete è passata dall’essere al suo nascere uno Spazio Pubblico Borghese e ristretto al divenire oggi uno Spazio Pubblico Plebeo ubiquo dove il monologo e la narrazione prevalgono sul discorso"
E ancora
"Oggi nel discorso interno alla sfera pubblica non prevalgono né le motivazioni razionali né la logica, prevale il Simbolo. Non a caso si va avanti a Slogan."
Concordo e vado oltre, e in questo oltre c'è anche una punta di ottimismo.
La rete è, per come io la vivo, un'insieme gassoso di bolle che continuamente si formano per poi esplodere e riformarsi con geometrie instabili e sempre nuove. Bolle perlopiù, complici gli algoritmi sempre più sofisticati, autoriflettenti. Ognuno di noi insomma, navigando in cerca di informazione e verità trova conferme delle verità a lui già note e informazioni che con forza supportano tali conferme. La bolla nella quale navighi diviene in sostanza il tuo "narcisismo espanso".
Può sembrare terribile ed in parte lo è. Lungi dall'essere strumento di integrazione e socializzazione la rete tende semmai ad amplificare la frammentazione. Ma c'è il rovescio della medaglia, non tutta la cultura, non tutta l'intelligenza politica, non tutta l'affettività e l'empatia, è stata risucchiata dal potere del simbolo e dello slogan.
Tra le tante "bolle" che continuamente la rete produce molte ve ne sono dense di contenuti pregevoli, di riflessioni profonde.
In rete e sui social puoi trovare sostegno, come a me è capitato, anche da parte di sconosciuti, in rete e sui social puoi trovare affidabili professionisti, informazioni preziose anche per confrontarti sul piano del pensiero politico (terreno scivolosissimo quest'ultimo poichè è proprio qui più che altrove che entra in ballo, come ci ricorda Bollorino "Il tema delle Fake News e dell’influenza che possono avere nella formazione di una opinione di massa")
Forse dunque non è del tutto vero che "Siamo in un “sociale” a forma di like" Certo i like sono entrati nel sociale (unica forma di riconoscimento prestazionale misurabile?) e talvolta, forse troppo spesso, anche nel personale, ma restano pur sempre elementi (parti, pezzi) nuovi di una realtà tutta insieme antica come il mondo, come la nostra cultura che gradualmente "digerisce" metabolizza, trasforma e restituisce in direzioni ondivaghe ma alla fine evolutive.
Un filo di ottimismo dunque può non guastare, forse siamo solo all'inizio di trasformazioni che investiranno molte generazioni e semplicemente ci occorre tempo per capire, tempo affinare, tempo per legiferare…
E poi
a) "Nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume, perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo" Questo lo scriveva Eraclito circa 2500 anni or sono ma mai come in questo periodo storico è stato così vero. Dobbiamo probabilmente assimilare il fatto che l'accettazione del cambiamento costante è l'unica possibile condizione di stabilità.
b) L’algoritmo sui social network (e più in generale in internet) è quell’insieme di fattori che decide quali post mostrare e a quali persone, decretando in questo modo il successo o l’insuccesso di un contenuto. I dati che compongono gli algoritmi social si evolvono ed aggiornano in continuazione. Dunque il fiume di Eraclito nel quale quotidianamente ci immergiamo non solo cambia continuamente perché il cambiamento è nella logica della natura ma cambia in modo che altri esseri umani programmano.
Da tutto ciò consegue che ciò che vediamo usualmente risulta essere il mix ottenuto dall'intreccio tra i nostri interessi, le "mode" e le manipolazioni di alcuni gestori dell'informazione. Nulla di nuovo sotto il sole, semmai, unica novità, l'accelerazione dei processi. il fiume non è più un pacifico fiume ma è divenuto un corso d'acqua impetuoso e spumeggiante.
Si parla di internet, della rete, della rivoluzione digitale.
Non a torto sostiene Bollorino che "la rete è passata dall’essere al suo nascere uno Spazio Pubblico Borghese e ristretto al divenire oggi uno Spazio Pubblico Plebeo ubiquo dove il monologo e la narrazione prevalgono sul discorso"
E ancora
"Oggi nel discorso interno alla sfera pubblica non prevalgono né le motivazioni razionali né la logica, prevale il Simbolo. Non a caso si va avanti a Slogan."
Concordo e vado oltre, e in questo oltre c'è anche una punta di ottimismo.
La rete è, per come io la vivo, un'insieme gassoso di bolle che continuamente si formano per poi esplodere e riformarsi con geometrie instabili e sempre nuove. Bolle perlopiù, complici gli algoritmi sempre più sofisticati, autoriflettenti. Ognuno di noi insomma, navigando in cerca di informazione e verità trova conferme delle verità a lui già note e informazioni che con forza supportano tali conferme. La bolla nella quale navighi diviene in sostanza il tuo "narcisismo espanso".
Può sembrare terribile ed in parte lo è. Lungi dall'essere strumento di integrazione e socializzazione la rete tende semmai ad amplificare la frammentazione. Ma c'è il rovescio della medaglia, non tutta la cultura, non tutta l'intelligenza politica, non tutta l'affettività e l'empatia, è stata risucchiata dal potere del simbolo e dello slogan.
Tra le tante "bolle" che continuamente la rete produce molte ve ne sono dense di contenuti pregevoli, di riflessioni profonde.
In rete e sui social puoi trovare sostegno, come a me è capitato, anche da parte di sconosciuti, in rete e sui social puoi trovare affidabili professionisti, informazioni preziose anche per confrontarti sul piano del pensiero politico (terreno scivolosissimo quest'ultimo poichè è proprio qui più che altrove che entra in ballo, come ci ricorda Bollorino "Il tema delle Fake News e dell’influenza che possono avere nella formazione di una opinione di massa")
Forse dunque non è del tutto vero che "Siamo in un “sociale” a forma di like" Certo i like sono entrati nel sociale (unica forma di riconoscimento prestazionale misurabile?) e talvolta, forse troppo spesso, anche nel personale, ma restano pur sempre elementi (parti, pezzi) nuovi di una realtà tutta insieme antica come il mondo, come la nostra cultura che gradualmente "digerisce" metabolizza, trasforma e restituisce in direzioni ondivaghe ma alla fine evolutive.
Un filo di ottimismo dunque può non guastare, forse siamo solo all'inizio di trasformazioni che investiranno molte generazioni e semplicemente ci occorre tempo per capire, tempo affinare, tempo per legiferare…
E poi
a) "Nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume, perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo" Questo lo scriveva Eraclito circa 2500 anni or sono ma mai come in questo periodo storico è stato così vero. Dobbiamo probabilmente assimilare il fatto che l'accettazione del cambiamento costante è l'unica possibile condizione di stabilità.
b) L’algoritmo sui social network (e più in generale in internet) è quell’insieme di fattori che decide quali post mostrare e a quali persone, decretando in questo modo il successo o l’insuccesso di un contenuto. I dati che compongono gli algoritmi social si evolvono ed aggiornano in continuazione. Dunque il fiume di Eraclito nel quale quotidianamente ci immergiamo non solo cambia continuamente perché il cambiamento è nella logica della natura ma cambia in modo che altri esseri umani programmano.
Da tutto ciò consegue che ciò che vediamo usualmente risulta essere il mix ottenuto dall'intreccio tra i nostri interessi, le "mode" e le manipolazioni di alcuni gestori dell'informazione. Nulla di nuovo sotto il sole, semmai, unica novità, l'accelerazione dei processi. il fiume non è più un pacifico fiume ma è divenuto un corso d'acqua impetuoso e spumeggiante.
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