Perché scrivere una rubrica tutta mia in un sito come quello di Psychiatryonline che ha già diversi contributi interessanti? C’è una risposta personale e una no.
La prima è che se c’è una cosa che ho fatto molto in vita mia è scrivere. Eppure non l’ho fatto abbastanza.
La scrittura è per me come una fune invisibile, una fune che intreccio io, ma posso aggrapparmici. A patto di continuare a tessere.
Poi c’è un secondo motivo: è che ho lavorato molto nell’ambito della clinica, e vado molto fiera, oltre che delle mie radici contadine, anche dei miei tanti anni nel mondo delle cooperative sociali, la trincea come la chiamo io.
E oggi lavoro nella clinica della libera professione. Queste e altre esperienze e conoscenze, oltre a quello che ho scritto fino ad adesso, mi permettono di dire qualcosa nel campo della salute mentale e del meccanismo universitario, del suo sapere, e della psicoanalisi, cosa permette di chiarire di questa nostra era, qualcosa che spero possa servire sia nel lavoro che nella vita, oltre a dilettare la lettura.
Sono una pittrice (tempo permettendo, ma ho fatto mostre collettive e personali, la più importante presentata da Armando Ginesi) e quindi vi allegherò anche i miei lavori, come quello di oggi, che mi sembra adatto per l’etica, no?
Ricevo come psicoanalista nel mio studio di Ascoli Piceno, e presso un altro studio a Grottammare, sempre in provincia di AP. E’ qui che sono nata, in un paese che si chiama Offida. Uno dei borghi più belli d’Italia, dove l’iniziazione avviene col vino a lu Bov fint.
Naturalmente non sono nata psicoanalista, io nasco rivoluzionaria, è questo che volevo fare. Per ripiego, psicoanalista. Del resto ci si arriva per inciampi della vita alla psicoanalisi; e di coloro, per i quali non è così, diffido e ne ho paura.
Io ho cominciato la mia analisi a 19 anni e se tornassi indietro la comincerei prima. Lo so che qualcuno potrà spaventarsene, ma non c’è ragione, perché l’analisi non conduce che dove si vuole andare.
Prima di Freud e Lacan è a due donne che devo la mia formazione. Mia nonna Ninetta e a Joyce Lussu. Nonna aveva fatto a stento la seconda elementare e m’ha insegnato tante cose, come il tombolo e l’uncinetto, e altre cose meravigliose come la bontà.
Joyce Lussu era la vedova di Emilio Lussu, e aveva una casa nelle Marche vicino Fermo e, grazie a mia madre e mio padre, l’ho potuta frequentare e per me è stata una guida dai 12 anni. Ex-partigiana, poetessa, traduttrice di poeti perseguitati dalle dittature, scrittrice femminista verde attivista creatrice di quella cultura che poi è stata incelofanata come underground, Joyce semplicemente diceva: faccio storia.
Il merito dell’incontro con la psicoanalisi è stato di mia madre, insegnante tenace e appassionata, che sembrava finalmente avere trovato casa. E io la seguii, per una serie di ragioni che non dico, ma ci tengo a scrivere il suo nome perché so che significa tanto per tante persone che nel loro cammino hanno usufruito della sua generosità e intelligenza, prima come insegnante e poi come psicoanalista: Adele Marcelli.
Vado a vivere come studente fuori-sede a Roma, comincio la mia analisi con un bravo analista, curatore delle opere di Lacan in Italia e presidente dell’ Istituto freudiano, scuola di specializzazione quadriennale post-lauream: Antonio Di Ciaccia.
Mi laureo in Psicologia con la tesi su: Isteria e femminilità nella teoria di Lacan e mi specializzo nel 2003. E tra i miei maestri devo mettere assolutamente anche Virginio Baio, particolarmente per avere acceso in me la passione e avermi insegnato come avere a che fare con i bambini in difficoltà.
Contemporaneamente mi barcameno con i più svariati lavori, quindi mi formo alla dura scuola: educatrice, comunità, case-famiglia, e la durissima assistenza domiciliare. A Roma mi mantengo anche facendo corsi, lezioni, docenze. Comincio lì il lavoro privato e per alcuni anni sono stata responsabile clinica di un servizio pomeridiano per utenti schizofrenici e autistici a Orvieto.
Dalla tesi ho cominciato a collaborare con la cattedra di Psicologia della Personalità di Accursio Gennaro, continuando per dieci anni, anche mentre ero a Venezia in una comunità residenziale per minori autistici, psicotici o nevrotici gravi.
Bè, ora basta, il resto ve lo racconterò un’altra volta e, se non ve lo racconterò, arriverà a voi comunque tramite le mie parole.
Solo questo: dal 2005 mi sono stabilita ad Ascoli Piceno, un’antica città sotto l’Appennino, le bellissime montagne che da agosto 2016 tremano, e tremiamo anche noi con loro e sentiamo il freddo e la neve di chi non ha ancora trovato un riparo degno.
L’etica è sopra a tutto, nella psicoanalisi, e altrove.
La sua rubrica è molto
La sua rubrica è molto azzeccata e anche l’immagine che ha scelto rende perfettamente l’idea, oltre a essere molto bella.
La leggerò con piacere. A presto
Grazie 🙂
farò in modo di
Grazie 🙂
farò in modo di non deluderla
l’immagine è la prima bozza di un disegno che avevo fatto per un forum di psicoanalisi della SLP (scuola lacaniana di psicoanalisi).
L’idea è di una collega e amica: Céline Menghi. Voleva che mettessi sulla bilancia, da una parte un mucchio di rifiuti e dall’altra l’inconscio.
Così l’ho fatto a forma di cuoricino, ma rovesciato, che cammina sulle sue gambe, e va un po’ più dove vuole lui e non dove lo fanno andare gli altri e dove lo fa andare il fantasma, programmino di godimento, sconosciuto e subito.
A presto