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Lui usa i codici per un bonifico, a me basta un’impronta

11 Mag 19

A cura di Rolando Ciofi

Il titolo riporta la frase chiave della pubblicità di una nota impresa dell'ambito bancario assicurativo.

Una prima considerazione. Non si tratta di pubblicità ingannevole. E' assolutamente vero. 

Una seconda considerazione. Il futuro passa da qui. Da qui a breve, a brevissimo, sarà normale pagare, riscuotere, aprire la porta di casa o la portiera dell'automobile, pagare il conto al ristorante, contrattare il prezzo di una prostituta, controllare quanto spendono e dove vanno i nostri figli, individuare chi è l'amante del nostro o della nostra partner, semplicemente premendo un tasto con il nostro pollice, o guardando un dispositivo, o impartendo un comando vocale.





Più avanti, ma poco più avanti, entro una decina di anni, sarà normale per persone anziane e o disabili vivere nella propria casa in un luogo sperduto di campagna o di montagna essendo perfettamente assistite grazie alla telemedicina ed alla robotica ed essendo in grado di muoversi in ogni dove grazie alle automobili con guida assistita livello cinque che non necessitano né di autista né di attenzione da parte del trasportato e che potranno essere gestite semplicemente tramite il pensiero. Ove il pensiero fosse a sua volta deteriorato sistemi di sicurezza programmati dai familiari potranno garantire percorsi standard nella direzione del più vicino ospedale o del più vicino congiunto.



Ci aspetta un mondo meraviglioso. Un mondo che ormai è già qui. Io lo so bene perché sono uno di quelli, fortunati, che vive il miracolo. che lo sperimenta. Quando sono nato l'aspettativa di vita era inferiore ai sessanta anni, oggi supera gli ottanta, ma tutto "frulla" in modo così accelerato da incoraggiare mie aspettative ulteriormente ottimistiche.



Però. C'è un però. E' già accaduto con il codice fiscale. Tu inserisci il tuo codice e tutti i tuoi dati, di salute, finanziari, catastali, penali, diventano pubblici, non proprio pubblici, tutelati dalle leggi, ma comunque accessibili a chiunque abbia titolo all'accesso.



Ok. Ma il tuo codice fiscale puoi almeno "dimenticartelo", non fornirlo al tuo interlocutore. Possibilità che ti è negata con l'impronta del tuo pollice o con la matrice della tua iride.



Dunque? Dunque questo si prospetta come il nuovo "disagio della civiltà". Tutti più comodi, tutti più assistiti, tutti più longevi. tutti più benestanti, ma al contempo tutti più uniformati, controllati, gestiti.



Anche tutti in grado attraverso strumentazioni sempre più sofisticate di esercitare il diritto alla mitica "democrazia diretta". Ohi, Ohi, Ohi… E' democrazia diretta il fatto che io venga chiamato a votare una volta alla settimana sulle più disparate questioni? Certo potrebbe esserlo a patto che io sia veramente consapevole di cosa sto votando.



La consapevolezza. A dispetto delle mirabolanti conquiste scientifiche stiamo comprendendo oggi più che mai che le emozioni che animano l'agire dell'essere umano ben più lentamente si evolvono rispetto al sapere scientifico. Sofisticatissimi strumenti (armi con capacità di distruzione dell'intero pianeta, sistemi di modificazione del DNA capaci di produrre esseri viventi attualmente non esistenti in natura, intelligenze artificiali capaci di connettere dati massivi fuori della portata di ogni essere umano) sono ormai nella disponibilità di esseri umani che amano, si arrabbiano, soffrono, esultano, bramano, invidiano, odiano in modo non diverso da come gli esseri umani abbiano sempre fatto.



Mentre il mondo, un suo lato, si sta rivoluzionando, il mondo, un'altro suo lato, è ancora quello dell'Iliade e l'Odissea, della Divina Commedia, della Chanson de Roland, del Don Chisciotte. Il mondo delle emozioni eterne e non tramontabili.



Eccoci. La metto o non la metto questa impronta?



Ma sì. Ho quasi settanta anni, sono una persona qualunque, poco interessante per il potere e ormai poco interessata al potere e dunque posso anche metterla. Il rapporto costi benefici è dalla mia parte.



Ma se, con l'esperienza di oggi, avessi vent'anni conserverei la mia impronta digitale o la matrice della mia iride con la stessa cura con la quale il secolo scorso le ragazze conservavano la propria verginità. Oggi, per particolari concomitanze sociopolitiche l'identità individuale è divenuta un valore che sempre più si incrementa quanto più è celato.



Paranoie? Certo tantissime paranoie circolano sul tema. Da clinico di pluriennale esperienza ricordo che il pensiero paranoico si costruisce sempre attorno ad un nucleo ispiratore attinente alla realtà. Ma al di là delle paranoie ognuno può provare a fare di se stesso il proprio quadro:



Già oggi in base al proprio codice fiscale (nome cognome data e luogo di nascita) un qualunque investigatore alle prime armi può venire a conoscenza di:



Vita sentimentale (matrimoni, figli, genitori, parenti etc..)

Vita professionale (attività, compravendite etc)

Situazione patrimoniale (debiti, crediti, immobili e beni registrati posseduti, finanziamenti in corso, qualifica di buono o cattivo pagatore etc…)

Posizione fiscale (cartelle aperte con agenzia delle entrate, Regioni, Comuni etc..)

Eventi straordinari (eredità, vincite al lotto, incidenti che abbiano dato vita a risarcimenti, cause civili in corso)

Posizione penale (processi penali subiti e relativi esiti o processi penali in corso) 



Già oggi in base al proprio numero di telefono cellulare (di norma associato ad un account internet) un qualunque investigatore (non alle prime armi bensì specialista) può venire a conoscenza di:



Preferenze sessuali (siti internet visitati)

Preferenze di acquisto (siti internet visitati)

Spostamenti abituali (geolocalizzazione)

Registrazione di colloqui telefonici e intercettazioni ambientali audio video (attraverso la trasformazione del cellulare o di altre apparecchiature domestiche in terminale controllato da remoto)



Noi però, come dicevo, abbiamo ancora la possibilità di non fornire il nostro codice fiscale a chi ce lo richieda, abbiamo ancora la possibilità di fare a meno di un cellulare, abbiamo ancora la possibilità di vivere senza avere con noi apparecchiature elettroniche o utilizzare carte di credito.



Abbiamo ancora insomma, come possibilità estrema, quella di fuggire (Certo, non c'è nulla da cui fuggire, d'accordo, ma magari avere questa possibilità può, emotivamente, farci sentire "liberi", "leggeri", esenti da oppressioni di kafkiana memoria)



Non abbiamo la possibilità di vivere privi dei nostri occhi e delle nostre mani.



Sono davvero curioso di vivere abbastanza a lungo da capire come evolveranno queste vicende. 



La mia impressione è che stiamo vivendo un'accelerazione comunicativo-informatica (con pesanti ricadute sulla vita reale) che va ben oltre la pur tumultuosa trasformazione della società occidentale da democratica a populista (e i due fenomeni paiono strettamente correlati). 



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