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MA I PROGRAMMI EDUCAZIONALI CONTRO GLI ABUSI SESSUALI FUNZIONANO DAVVERO?

4 Ago 15

A cura di Stefano Sanzovo

Proprio lo scorso mese ci siamo occupati di vittime di abusi sessuali e ci siamo interrogati sulla necessità di avere una strategia, un piano anti – aggressione. E proprio sul numero di giugno il New England Journal of Medicine (NEJM) ci propone un programma anti aggressione adottato con successo nelle università statunitensi e americane.
Charlene Senn e coll. ci raccontano che le studentesse universitarie hanno il 20% di probabilità di essere molestate sessualmente durante il loro iter scolastico, percentuale più alta nei primi 2 anni. Per questo Stati Uniti e Canada hanno sviluppato un programma psicoeducazionale per i loro studenti. Hanno arruolato studentesse al primo anno tra i 18 e i 24 anni, per telefono e mail o volantini diffusi nei campus.
Il programma si articola in quattro incontri di tre ore ciascuna in cui gli utenti sono coinvolti in letture di gruppo, discussioni, attività pratiche sulle reazioni da adottare in caso di aggressione sessuale.  Il primo  si focalizza sul capire il comportamento del potenziale aggressore, e sviluppare delle strategie (gruppi di problem solving) per cercare di frenarlo sul nascere. Il secondo incontro assiste le donne a cercare di capire nel più breve tempo possibile quando e quanto una situazione possa essere rischiosa, trovare il modo di superare le barriere emozionali e valutare quali risposte verbali possano essere messe in atto. Il terzo valuta invece quali risposte fisiche possono essere date con lezioni pratiche di autodifesa. Il quarto esprime un’attività psicoeducazionale sulle relazioni interpersonali e sulla sessualità. Hanno poi confrontato le studentesse frequentanti queste attività con un gruppo di controllo al quale erano solo state date delle brochure sugli aggressori sessuali. Hanno completato lo studio circa 450 donne per gruppo (900 in totale). Tutte sono state poi sottoposte alla Sexual Experiences Survey – Short Form – Victimization (in internet facilmente reperibili sia il test che lo scoring). A un anno di distanza avevano subito violenza il 5% appartenente la primo gruppo e il 10% del secondo; avevano avuto un tentativo di violenza il 3% del primo gruppo contro il 9% del gruppo di controllo. Questi erano stati perpetrati più che altro da compagni di corso. 
La differenza in questo studio  è veramente significativa  e dimostra come programmi strutturati anti violenza condotti in ambienti specifici possano dare i loro risultati nel tempo. Il rischio di coercizione sessuale rimane però alto nonostante tutto, il che significa che attività di questo tipo vanno implementate ed estese.
 
Senn Charlene et al Efficacy of a Sexual Assault Resistance Program for University Women. N Engl J Med 2015; 372:2326-2335. DOI: 10.1056/NEJMsa1411131

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