È stato pubblicato un documento di consenso internazionale sull'efficacia degli omega-3 nella integrazione del trattamento della depressione maggiore (1). Il documento è stato realizzato, con una procedura chiamata Delphi, che consiste nel sottoporre una serie di quesiti a un gruppo di top esperti mondiali sulla depressione e sulla nutrizione in psichiatria. Alla domanda se, in base alle evidenze scientifiche, l'aggiunta di omega-3 alla terapia standard migliori i risultati del trattamento, la risposta è stata unanime: l'aggiunta di omega-3 rende il trattamento della depressione superiore al trattamento standard. Non c'è accordo invece sul fatto che gli omega-3 possano essere usati come monoterapia della depressione.
Il che mi pare ovvio, direi, anche perché, secondo noi la terapia della depressione dovrebbe essere integrata e quindi usare psicoterapia e gestione dello stress, alimentazione, supplementazione vitaminica mirata in base a carenze dimostrate dall'analisi del sangue, programma di attività fisica, eventuale trattamento di agopuntura (2).
Mi fa comunque molto piacere vedere dimostrata una ipotesi che fin dal 2005 avevo segnalato ai ricercatori e agli operatori nella seconda edizione del mio libro Psiconeuroendocrinoimmunologia. Le buone idee viaggiano nel tempo!
NOTE:
1) Guu TW, Mischoulon D, Sarris J, et al. A multi-national, multi-disciplinary Delphi consensus study on using omega-3 polyunsaturated fatty acids (n-3 PUFAs) for the treatment of major depressive disorder. J Affect Disord. 2020;265:233-238. doi:10.1016/j.jad.2020.01.050
2) Per un esame dettagliato rinvio al nostro: Bottaccioli F, Bottaccioli AG (2017) Psiconeuroendocrinoimmunologia e scienza della cura integrata. Il Manuale. Edra, Milano, pp. 451-456
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