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OMICIDIO MARIA PINA SEDDA: IL TEAM DI DIFESA DI CHERUBINI DEPOSITA NUOVI ELEMENTI PROBATORI

21 Set 20

A cura di Rossana Putignano

Con un comunicato stampa del 18 Settembre u.s.  l’avv. Alfano Luigi, del foro di Nocera Inferiore, in qualità di Procuratore Speciale, ex art. 122 c.p.p. di Gianfranco Cherubini, annuncia il deposito della richiesta di revisione dell’intero processo a carico del suo assistito, marito della vittima Maria Pina Sedda. Spiega l’avvocato: “La condanna fondava su dichiarazioni, contraddittorie e de relato, fornite da persone che si trovavano in prossimità̀ del luogo in cui avvennero i fatti”. Oggi però il legale e il resto del team incaricato dal Cherubini, il genetista forense Eugenio D’Orio e l’investigatore privato Davide Cannella della “Falco investigazioni”,  hanno in mano “elementi probatori nuovi” così come vuole la legge per l’impugnazione straordinaria della revisione dei processi.

In cosa consistono questi elementi nuovi? È il caso di dire che il DNA a volte può essere la prova regina per mandare in gattabuia l’assassino, a volte può essere risolutivo per ridare la libertà e la dignità a un uomo, probabilmente, condannato solo sulla scorta delle testimonianze. Certo, le testimonianze sono determinanti ma la psicologia della testimonianza ci viene in soccorso informandoci che la “suggestionabilità” può influenzare la testimonianza con l’accettazione e l’incorporazione di informazioni post- evento nella traccia mnestica originaria (Gudjonsson, 1986); la suggestionabilità può avvenire attraverso la volontà di compiacere l’intervistatore (McCloskey e Zaragoza, 1985) o per caratteristiche intrinseche della memoria (Ceci e Bruck, 1995). La testimonianza, altresì, può essere distorta anche attraverso i colloqui con agenti di polizia, interrogatori precedenti o discussioni informali con amici e parenti (misinformation effect). Nel caso specifico, indipendentemente dalle testimonianze, il team ha individuato molto di più che delle suggestioni. Questa volta si tratta della scienza esatta con i suoi dati incontrovertibili.

Spiega l’avv. Luigi Alfano: “Il Dott. Eugenio ha indagato il ruolo di tre tracce ematiche, già̀ acquisite dagli inquirenti all’epoca dei fatti, trovate nelle scale interne della palazzina ove avvenne l’omicidio. Queste tre tracce si sono dimostrate essere sangue umano, e tutte e tre hanno restituito alle analisi il medesimo profilo genetico; si tratta di un soggetto maschile”.  Questo profilo genetico ottenuto è stato comparato con quello del Cherubini che risulterebbe completamente estraneo alla vicenda in quanto, il DNA rinvenuto nelle scale della palazzina esclude in maniera categorica la presenza del Cherubini sul luogo del delitto. Inoltre, chiarisce l’avv. Alfano che “quelle tre tracce sono direttamente connesse con il delitto e trovandosi sulle scale interne della palazzina, rappresentano “la via di fuga dell’assassino”. Una tale prova, ovvero l’assenza completa di tracce biologiche, verosimilmente ematiche, del condannato in America e negli altri stati – chiosa l’avv. Alfano- avrebbe portato immediatamente all’assoluzione e alla riabilitazione sociale dei condannati. Fiduciosi nel proprio operato e stando a queste premesse, il team spera di collaborare con la procura per l’individuazione del vero assassino. 

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