Gerardo Favaretto, Psichiatra, Dipartimento di Psichiatria, Padova
Elisabetta Marchiori , Psichiatra , Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche dell'Università di Padova
e mail: gerfa@mbox.vol.it
Vengono presentate alcune riflessioni ispirate al lavoro psicoterapeutico con due casi clinici: entrambi i pazienti, che lavoravano in ambito informatico, presentavano dal punto di vista sintomatologico delle gravi difficoltà relazionali. Nel primo caso un atteggiamento di significativa chiusura e difficoltà alla comunicazione si legava ad importanti aspetti masochistici e ad una ideazione autodistruttiva. Nel secondo caso prevalevano invece valenze paranoidi e fantasie di grandiosità.
Il contatto con il mondo virtuale ha avuto, in modo quasi inaspettato, un significativo effetto sul loro mondo interno proponendo nuove possibilità identificatorie.
Tale effetto viene esaminato evidenziando due livelli:
1-i cambiamenti che l'introduzione di questo nuovo spazio relazionale ha indotto sul piano della psicopatologia
2 il significato che questi cambiamenti hanno assunto rispetto alle modalità relazionali nel "mondo reale" soprattutto sul piano psicoterapeutico.
Si esclude che il contatto con la "rete" possa avere avuto un assoluto valore terapeutico, anzi si propone l'ipotesi che gli aspetti vivificanti siano attribuibili a meccanismi simili a quelli che intervengono sul piano psicopatologico nella genesi della identità delirante.
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