Psychiatry on line Italia è una rivista di nicchia che essenzialmente si rivolge ad un pubblico professionale di operatori della Salute Mentale. Nonostante ciò e nonostante il bacino di utenza piccolo rispetto a risorse più generaliste, i numeri sono davvero significativi: ogni mese oltre 60000 lettori singoli accedono alle nostre pagine (abbiamo oltre 6500 articoli archiviati e in costante aggiornamento) e oltre 35000 utenti singoli vedono i video caricati sul Canale Youtube della testata (che rappresenta un vero fiore all’occhiello coi suoi 900 video unico come quantità e qualità in tutta la rete mondiale).
Ogni anno sono lette oltre 1.400.000 pagine della rivista e se tutto procede come ora entro l’autunno supereremo la soglia delle 1.500.000 viste dei video del Canale Youtube. Numeri davvero confortanti, frutto, credo, del lavoro costante sui contenuti fatto dalla Redazione e dai tanti collaboratori/contributori che regolarmente pubblicano su POL.it, a cui va il mio ringraziamento sincero.
Considerando i trend attuali si può dire che non passa giorno in cui la Rivista non proponga almeno un nuovo contenuto all’attenzione dei suoi lettori.
Tutto questo ha un prezzo: in termini di lavoro e di costi visto che la “leggenda metropolitana” per la quale una risorsa gratuita (quale è e resterà sempre POL.it) non costa nulla, va, una volta per tutte, sfatata.
Procediamo con ordine e con estrema chiarezza.
Dietro a Psychiatry on line Italia non vi sono Società Editoriali o potetentati di qualche sorta, vi è un'unica persona, il sottoscritto, che da 23 anni, col suo lavoro e con i suoi quattrini, faticosamente gestisce e ha fatto crescere questa realtà che ora in tanti credo apprezziate.
Gestire la rivista implica un lavoro di parecchie ore settimanali che sono TUTTE a carico di chi scrive, così come la realizzazione e il montaggio dei video per YouTube. Ovviamente non immagino di avere un ricavo da tale lavoro, poiché di lavoro VERO si tratta, ma PURTROPPO vi sono altre voci a bilancio che vanno considerate: la rivista ha una partita IVA indispensabile ove dovesse fatturare (cosa che NON ACCADE ormai da molti anni), ciò comporta spese di tasse e di commercialista, per non parlare delle spese di trasferta per la partecipazione ai congressi per i video (mi pagano, non sempre, l’albergo ma non il viaggio necessariamente in macchina per via delle attrezzature), per non parlare dei costi del Server e della manutenzione ordinaria dal punto di vista informatico del sito.
Spannometricamente PER DIFETTO si può dire che la rivista abbia costi di gestione ordinaria compresi tra i 10.000 e i 12.000€ all’anno che sono TOTALMENTE a mio carico.
Queste sono spese correnti e fisse a cui vanno aggiunte le spese straordinarie ma molto significative che per mantenere POL.it viva e al passo coi tempi andrebbero presto fatte: sostituzione delle attrezzature ( computer e videocamera) indispensabile poiché ciò che uso non è più al passo coi tempi, il costo è quantificabile in non meno di 10.000€; aggiornamento radicale del sito per adattarlo all’uso sul Mobile, cosa che attualmente non è, per la quale cosa ho un preventivo di 5000€.
A fronte di tutto ciò le entrate della rivista sono pari a ZERO e davvero non so più come andare avanti sempre donando il mio lavoro a titolo completamente gratuito visto che il fabbisogno annuale anche considerando un “ammortamento” per le attrezzature di quattro anni si aggira attorno ai 16.000€/anno.
Ho voluto essere estremamente chiaro ed esplicito poiché continuo a temere che molti lettori non abbiano capito la situazione ne è testimonianza il fatto che solo 200 tra loro hanno voluto generosamente, ognuno secondo il suo sentire e secondo le sue possibilità fare una donazione alla rivista.
Il risultato ad oggi è di meno di 7000€ raccolti ovvero molto al di sotto delle spese fisse che abbiamo e che credo di avere descritto in maniera molto chiara.
In tanti, troppi oso dire, sono mancati all’appello e mi domando e vi domando perché, visto che non mi pare di essere stato in passato poco chiaro nelle ragioni della mia richiesta.
Resta però il fatto inoppugnabile che il mio appello è risultato, per la maggior parte dei lettori, inascoltato e sono qui NON SOLO a riproporlo spero in maniera molto chiara ma pure a chiedervi la ragione di tale comportamento.
Mi sono pure chiesto cosa avrei fatto io al vostro posto e la risposta SINCERA è che avrei contattato la Rivista per chiedere eventuali chiarimenti ove le cose non mi fossero chiare e poi avrei devoluto 50€ come contributo annuale sapendo che lo avrei poi ripetuto nel tempo. Questo avrei fatto io ma al di là della cifra che sta nelle disponibilità di ognuno e qualunque essa fosse sarebbe un segno di generosità e comprensione, perché così in pochi lo hanno fatto?
Rinnovo pertanto l’invito a valutare attentamente le mie parole sincere e al limite spiegarmi perché ritenete di non dover o poter aiutare POL.it essendone regolari lettori ed essendo OBIETTIVAMENTE la testata a rischio se non di chiusura drastica (possibile) di lenta agonia (certa) se non verrà aiutata adeguatamente e nel tempo.
Psychiatry on line Italia è una testata indipendente che ha fatto della qualità e della pluralità dei suoi contenuti la chiave del suo crescente successo negli anni.
Forse la sua indipendenza, il suo essere totalmente fuori da qualunque giro di potere o di interesse economico non l’ha aiutata ma resta per me un tratto ineludibile che finché potrò porterò avanti senza se e senza ma.
Arrivato a questo punto mi permetto di rinnovare l’invito ad una libera donazione alla rivista ognuno per quanto può anche considerando il fatto che se TUTTI i lettori regolari di POL.it partecipassero alla sottoscrizione davvero basterebbe poco per portare fuori dai guai la rivista e renderla stabile e sempre migliore.
IL POCO DA TANTI PUO’ FARE IL BENE DI TUTTI.
Se volete aiutare Psychiatry on line Italia vi è un solo modo per farlo:
FARE UNA LIBERA DONAZIONE ALLA RIVISTA e lo potete fare tramite BONIFICO all’IBAN IT23A0335901600100000121875 intestato, presso BANCA PROSSIMA, a ASSOCIAZIONE PSYCHIATRY ON LINE ITALIA – Via Provana di Leynì 13 Genova, oppure potete usare il nostro account PayPal connesso all’email boll001@pol-it.org
Buonasera Francesco B., Il
Buonasera Francesco B., Il tuo appello,purtroppo,resta ancora avvolto nelle nebbie dell’ oltretomba: novello Tiresia. Ritorno anch’io sul tema e contraddicendo al tuo verbo sacro di voler mantenere la veste di gratuità alla Rivista, giunti al punto di non ascolto della maggioranza degli illustri colleghi registrati, oso suggerire una sorta di quota associativa ( tema che avevo già parafrasato in precedenza), con una ipotetica password di accesso per la fruizione dei contenuti dei testi: bisogna trovare il modo di garantire la libertà di consultazione unendola alla autoresponsabilizzazione di essere parte attiva nel mantenimento di uno strumento indispensabile di cultura e di lavoro. Spero di non far germinare alcuna rivoluzione o risentimento. Grazie per ciò che impieghi del tuo entusiasmo e forza di fare. Attendo feedback da parte di tutti ( nel mio piccolo). Giovanni Luppi.
Caro Giovanni comprendi bene
Caro Giovanni comprendi bene che mettere una quota ha poco senso se non vi è riposta alcuna
Testate ben più potenti di Psychiatry on line Italia si son scontrate con l’impossibilità PRATICA di trovare abbonati on line.
Il concetto che io vorrei fosse compreso è SOLO UNO: realizzare Psychiatry on line Italia COSTA poichè è una realtà BEN PIU’ COMPLESSA di un blog personale e perchè per fare le cose che facciamo vi sono costi veri e tali COSTI VERI sono TUTTI a mio carico e ONESTAMENTE dopo tanti anni non ce la faccio più a sostenerli da solo.
Ho cercato invano Sponsor, ho proposto invano ai Congressi di finanziare le riprese fatte dalla rivista.
Tutto inutile evidentemente non mi saprò vendere non so..
Resta il fatto che pure i lettori registrati latitano e lentamente POL.it morirà
Caro Bollorino, ritengo che
Caro Bollorino, ritengo che le ragioni sociologiche o psicologiche che possano rispondere alle tue domande e alle tue perplessità siano estremamente complesse o estremamente banali.
Mi verrebbe in mente che nella “Società del Godimento”, il godimento stesso sia tanto più grande, quanto meno costoso è l’oggetto del godimento stesso e sia massimo, se gratuito.
Io sarei pragmatico e propongo:
1. Tu, seguita a lanciare appelli,
2. Noi, da parte nostra e cioè quelli che hanno contribuito finora, cerchiamo di contribuire con una quota superiore.
E questo per fare continuare a vivere la rivista, permettendo così, nel tempo, una maggiore sensibilizzazione, che sortisca, augurabilmente, gli effetti sperati.
L’unica cosa da non fare è “Cedere sul nostro Desiderio” di far sopravvivere la rivista.
Un caro saluto.
Stefano De Luca
Caro Francesco,
hai visto
Caro Francesco,
hai visto cosa è successo per la colletta benefica al matrimonio di Messi? Da prendere ad esempio, per capire come va il mondo.
Ciao
Caro Francesco, credo che
Caro Francesco, credo che questo atteggiamento, di cui purtroppo non risultiamo esenti neanche noi addetti ai lavori, ricalca i costumi della società contemporanea, cioè un ripiegamento verso se stessi, la scarsa propensione alla solidarietà, la mancanza di consapevolezza che il bene comune è anche il bene delle singole persone, in quella sorta di anestesia dei sentimenti di cui parlava qualche tempo fa Antonello Correale. Fa specie anche pensare che se sono stati in 200 a fare una donazione e la somma è risultata di 7000 euro, significa che la media è stata di 35 euro a persona, che mi sembra veramente una miseria, pur nella consapevolezza che c’e chi ha fatto ancora peggio non donando nulla.
caro Vincenzo io non ho una
caro Vincenzo io non ho una risposta e tralascio di segnalarti che vi son stati pure quelli che hanno sbeffeggiato il mio appello… che dire di più?
Sono tra quelli che hanno
Sono tra quelli che hanno versato secondo la propria ridotta possibilità, cioè 50 euro, che rinnoverò con il nuovo anno. Il mio comportamento è in linea con il mio senso più generale di responsabilità sociale, che mi induce a sostenere anche altre cause (Medici senza Frontiere, Green Peace, la collega Lorena Fornasir che va personalmente in Bosnia per i migranti, la ONG Proactiva Open Armas, che opera nel mar Mediterraneo). A mia volta sostengo la mia Associazione di Volontariato, Psicologi per i Popoli Torino. Questo non per fare una qualche propaganda, ma perchè questo tipo di responsabilità ricade su chi sostiene anche altre imprese, mentre sono tanti quelli che sostengono magari solo se stessi e usano prendere senza restituire (in tutti i campi). Credo che oltre agli appelli, che sono utili perchè ricordano a noi sostenitori che bisogna continuare a sostenere, sarebbe opportuno scegliere anche altre strade. Ad esempio un piccolo contributo (5 euro?) per poter scaricare gli articoli, di cui fornire solo il sommario, come fanno molte riviste. Questo prezioso lavoro deve potersi sostenere, anche a costo di ridurre gli accessi. Magari l’accesso può essere invece concesso dietro abbonamento alle biblioteche pubbliche, come quelle universitarie. Là i giovani e chi ha scarsissima disponibilità può andare ed accedere gratis.
Grazie Maria Teresa,
vorrei
Grazie Maria Teresa,
vorrei fare una osservazione sul tuo ragionamento: predisporre le cose che dici tipo fra pagare gli accessi implica costi di impianto che sono elevati e costi di gestione che sono pure elevati anche dal punto di vista fiscale. Come dire è un gatto che si mangia la coda e la via delle libere donazioni è la più percorribile. Resta il fatto che la rivista ha mediamente oltre 60.000 lettori unici al mese e davvero basterebbe il poco da molti per fare il bene di tutti.
A me ciò che addolora è il silenzio e il dare per scontato che POL.it “ci sia” senza considerare che per “esserci” qualcuno lavora e ha costi da sostenere…
Caro Collega, toccata dal tuo
Caro Collega, toccata dal tuo appello ho appena effettuato una donazione tramite bonifico . Con l’occasione ti ringrazio per la tua tenacia nel tener viva una nicchia di cultura quale ritengo essere questa rivista e ti incoraggio a non mollare . Questa rivista non deve morire e deve continuare a costituire una voce e un luogo di incontro per tutti gli operatori della Salute mentale , stimolando dialoghi confronti e riflessioni . Una luce nel buio e una voce contro l’ignoranza dilagante . Quindi grazie e andiamo avanti !
Caro Francesco, ti comprendo
Caro Francesco, ti comprendo bene perché anche la nostra Società scientifica, la SIPNEI, e le sue riviste cartacee vanno avanti con molto lavoro volontario, un po’ di abbonamenti e le quote dei soci. E’ durissima, ma vale la pena provare fino in fondo a curare spazi di libertà intellettuale e luoghi di innovazione come questi. Va da sé che anch’io ho fatto una donazione.
Non mollare! Non molliamo!
sarrebbe bello che i lettori
sarrebbe bello che i lettori avessero la tua sensibilità ma sembra che tutto sia dovuto tutto sia scontato e tutto soprattutto sulle spalle degli altri…