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Presentazionne della rubrica: Il mito della maternità

22 Giu 15

A cura di rodrigo_laura

Da una parte, siamo tutti testimoni della grande metamorfosi della società, che diventa sempre più godereccia, superficiale, incurante, narcisistica.. ma anche competitiva, esigente, crudele.. Dall'altra, sembra che nessuno si aspetti dei cambiamenti nel modo di essere delle madri. Infatti, nel nostro Paese in maniera molto acuta, al peso di una immagine idealizzata della madre si è unita una pretesa naturalità degli istinti materni. Galimberti nel suo libro “ I miti del nostro tempo” sul mito della maternità scriveva di quanto il peso dell’ideale faccia ignorare l’ambivalenza dei sentimenti della normalità. In maniera paradossale Elisabeth Badinter nel 2011 argomenta come siano il discorso colpevolista sulle madri da una parte, e l’edonismo individualista dall’altra, i fattori che determinano che ogni volta più donne rinuncino all’idea di essere madri. (Questo spiegherebbe in parte i bassi livelli di natalità in Italia dove il discorso colpevolista sulle madri è alle stelle: solo un 10% delle donne francesi non ha figli rispetto al 20% delle italiane).
 

Partendo quindi dal presupposto che Ia famiglia è in profonda metamorfosi, che siamo immersi in una società di legami sempre più liquidi.. è evidente che questi cambiamenti sociali rispetto il ruolo delle donne e degli uomini hanno un impatto non indifferente sui cambiamenti nei ruoli di padre e madre. Ma in quale direzione? Quali sono le posizione del padre e della madre nella famiglie attuali? Come è vissuta la maternità quando le nascite sono calate così drasticamente?

Le madri di oggi sono portatrici di un senso di precarietà, di incertezza, di un nuovo disordine amoroso.. Eppure, o magari di conseguenza, la maternità è diventata una conquista, un diritto, un motivo di orgoglio maggiore che in passato, perché in effetti, gli ostacoli da superare non sono pochi. A volte viene ostentata, altre temuta.. Il desiderio -e il ruolo materno- è ricco, complesso, pieno di sfaccettature, condizionato ideologicamente. (Per un dibattito sulla difficoltà nell'acceso alla maternità trovo molto realistico il film, “Due partite”, adattamento cinematografico dell'omonima pièce teatrale di Cristina Comencini, dove si assiste al confronto tra la generazione delle nostre madri, madri negli anni 60-70, e la nostra, madri del nuovo millennio).

E' facile costatare che in questo momento storico ci siano diversi aspetti che rendono difficile non solo l'accesso alla maternità, ma anche un sereno svolgimento della funzione materna. Cito alcuni: il maggiore individualismo che lascia spesso alle neo-mamme in una grande solitudine; la confusione nei messaggi che arrivano ai genitori su come crescere ed educare i bambini, la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, ecc.

La mia rubrica nasce con l'interesse di interrogarsi sull'articolazione tra dimensione sociale e privata della maternità, analizzare il presente del tempo delle donne e dei bambini, e magari allargare la riflessione sul futuro, dei nostri figli e della società italiana in generale. 

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3 Commenti

  1. bianchivaleria

    Laura buongiorno.
    Qualche

    Laura buongiorno.
    Qualche giorno fa nella mia rubrica in questo Sito ho parlato di Surrogacy. È un argomento sul quale rifletto e ricerco da un po’ di tempo, da un punto di vista junghiano. Ne ho parlato così come tratterò di altre tematiche contemporanee e non perché mi occupi nello specifico di materno, bensì di luci ed ombre della nostra modernità.
    Porterò comunque la questione gestazione per altri e riflessioni nell’area ad un convegno IAAP a dicembre. Se ti va confrontiamoci, mi farebbe piacere.

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    • rodrigo_laura

      Gentile Valeria, scusa che
      Gentile Valeria, scusa che abbia visto solo oggi il tuo commento. Ti leggerò con molto interesse data la complessità del fenomeno di surrogacy. Devo confessarti però che per me è un argomento un po’ estremo e lontano dalle mie corde. La mia formazione è lacaniana ma il mio interesse principale è di unire gli aspetti psicoanalitici a quelli più strettamente sociali. Buon lavoro!

      Rispondi
    • rodrigo_laura

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