Il plastico dell'omicidio, ricostruzioni dell'accaduto al limite del morboso, la spettacolarizzazione del caso psichiatrico e le diagnosi a distanza senza neanche aver incontrato la persona accusata di omicidio, fatte dai soliti “esperti” che frequentano i talk show televisivi, processi fatti sotto i riflettori prima ancora che si siamo pronunciati i giudici. Tutti abbiamo presente il caso di Porta a Porta, la trasmissione di Bruno Vespa su Rai1. E la serie infinita di puntate dedicate al caso di Cogne, a Erika ed Omar, all'omicidio di Meredith ecc. Trasmissioni che difficilmente potremmo definire di informazione, per dirla in maniera eufemistica. Ma accanto a casi così eclatanti, più in generale, c'è anche la più diffusa e capillare inadeguatezza di tanti media nel trattare in maniera corretta una materia “sensibile” come la malattia mentale. Che le famiglie vivono fra mille difficoltà e vergogna. Che per la persona diventa uno stigma, una condanna di ostracismo. Basta pensare al silenzio che per anni ha accompagnato la vicenda degli Opg, dove non sono reclusi non solo serial killer ma anche persone che hanno commesso reati bagatellari, come è risultato dalle indagine della Commissione Sanità del Senato che ha portato alla decisione di chiuderli.
Dall'esigenza di affrontare questo importante tema deontologico e per offrire ai giornalisti strumenti linguistici e approfondimenti è nato il corso “Psichiatria e mass media”. Una giornata di studi a Firenze, organizzata con psichiatri e psicoterapeuti in collaborazione con il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e l'Ordine dei giornalisti della Toscana: venerdì 12 giugno dalle 10 alle 18, nel Polo delle Scienze Sociali (aula D4-005, via delle Pandette) parlano di questi temi psichiatri e psicoterapeuti che lavorano in strutture private come Domenico Fargnoli, Annelore Homberg e Elena Monducci, entrambe di Netforpp Europa (network europeo per la ricerca e la formazione in psichiatria psicodinamica) ma anche psichiatri e psicoterapeuti che lavorano in strutture pubbliche come Mariopaolo Dario, responsabile della comunità terapeutica, AslRoma-D. E poi il magistrato del tribunale di Siena Ilaria Cornetti, la docente di economia politica Anna Pettini e, con me, i giornalisti Federico Tulli, condirettore di Cronache laiche e autore di due volumi su Chiesa e pedofilia (L'Asino d'oro edizioni) e la giornalista del Tg1 Adriana Pannitteri, autrice de La pazzia dimenticata e Madri assassine.
Tanti i temi che cercheremo di affrontare n questa giornata di studi. Per esempio: che cosa si intente per raptus, momento di follia, disturbo della personalità? Hanno senso da un punto di vista scientifico queste espressioni che leggiamo spesso sulle pagine di cronaca?
Ricostruire con precisione i fatti accaduti è il compito di ogni cronista. Ma la necessità di riportare una notizia in tempi brevi, di essere sintetici, di stimolare la curiosità del lettore può comportare, non solo nella titolazione, ma anche nella stesura dell'articolo, l'uso di una terminologia non precisa, che concede troppo ai luoghi comuni mettendo a rischio la corretta informazione. Il dilagare sui media di alcuni termini psichiatrici, usati in modo inappropriato, può causare, talora, un vero e proprio corto circuito della comunicazione. Quando il giornalista si trova a dover raccontare fatti efferati come l'assassinio di una donna da parte del partner, ricorrere all'espressione “raptus passionale” mette il lettore completamente fuori strada, lasciando intendere che la passione possa portare ad uccidere. L'espressione delitto passionale, a ben vedere, è un ossimoro: ciò che spinge ad uccidere il partner come può essere detto amore? Senza contare che quello che il giornalista chiama per convenzione “raptus”, perlopiù, non è che l'esito violento e drammatico di un processo patologico che era in atto da tempo in chi arriva a compiere questo tipo di delitti (processo che poteva offrire utili segnali a psichiatri e psicologi esperti, in grado di leggerli).
E ancora, che cosa s'intende per psicosi , psicosi collettiva, schizofrenia, depressione? I casi dei bambini”dimenticati” in auto quale grave patologia del genitore nascondono, dal momento che scordarsi il figlio non è certamente come scordarsi le chiavi di casa o gli occhiali? A quale casistica rimanda una definizione generica come quella di soggetto borderline oppure la diagnosi di disturbo di personalità che tanto spesso leggiamo nelle perizie della psichiatria forense? Come si configura l'imputabilità dal punto di vista della magistratura e dal punto di vista della psichiatria?
Stabilire se la persona al momento in cui ha commesso il reato era “capace di intendere e di volere” permette realmente di mettere a fuoco la verità del caso? E quando un serial killer risulta lucidissimo, ha un rapporto normale con le cose ma ha perso ogni rapporto con l'umano e con gli affetti?
Come vedete sono domande impegnative e importanti quelle che cercheremo di sollevare domani a Firenze. Anche per questo speriamo che possano raccogliere ampio interesse. Il corso è aperto al pubblico ed è gratuito. Di seguito il programma in dettaglio.
Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti
Consiglio Regionale Ordine dei Giornalisti della Toscana
Corso formazione professionale continua
Psichiatria e mass media
Firenze, 12 giugno 2015
Docenti: il magistrato Ilaria Cornetti (Tribunale di Siena). Gli psichiatri e psicoterapeuti: Mariopaolo Dario, Domenico Fargnoli, Annelore Homberg (Netforpp Europa), Elena Monducci (Netforpp Europa). Il docente di economia politica Anna Pettini (Università di Firenze). I giornalisti: Simona Maggiorelli, Adriana Pannitteri, Federico Tulli.
Ore 10 Iscrizione
Ore 10.20 Introduzione di Anna Pettini, Università di Firenze
Ore 10.45-11.15 Studi scientifici sul rapporto tra i mass media e la psichiatria (A. Homberg) Ore 11.15-11.45 Sulla storia della psichiatria (A. Homberg) 11.45-12.00 Pausa caffè Ore 12.00- 12.30 La psichiatria italiana nel Novecento: la legislazione psichiatrica e il dibattito scientifico-culturale (M. Dario) Ore 12.30- 13.00 Sulla nosografia psichiatrica I (A. Homberg, E. Monducci)
ore 13.00-14.15 Pausa pranzo
Ore 14.15- 15.15 Il problema dell'imputabilità dal punto di vista della magistratura e della psichiatria (I. Cornetti, D. Fargnoli, S. Maggiorelli) Ore 15.15-16.00 A. Pannitteri, Come i media raccontano i delitti di cronaca nera F. Tulli Il linguaggio giornalistico nei casi dei bambini abbandonati in auto Ore 16-16.30 Considerazioni sulla prevenzione delle malattie mentali (E. Monducci) Ore 16.30 Spazio per le domande
Crediti per i giornalisti: 8 Costi: gratuito
Luogo: Polo delle Scienze Sociali, aula D4-005 (palazzina D4, aula 005), Università di Firenze, via delle Pandette n. 9, Firenze
Info e prenotazioni: Piattaforma Sigef (sigef-odg.lansystems.it) – Odg Toscana, vicolo dei Malespini 1 (piazza Signoria) Firenze, tel. 055/28992
Il corso è aperto al pubblico. Per comunicare la propria partecipazione scrivere a segreteriacorso2015@gmail.com
0 commenti