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RECENSIONI: Immunologia, psichiatria e filosofia

8 Giu 21

A cura di bottac.fra



All’inizio di questo secolo il New England Journal of Medicine certificava i grandi cambiamenti in corso in immunologia: “I princìpi dell’immunologia pervadono la clinica medica. [… tutti i medici] devono fare i conti con situazioni in cui il sistema immunitario fa sentire i suoi effetti”[1]. Questa pervasività dell’immunità si fonda innanzitutto sulla fisiologia.
Una grande via di collegamento immunologico è rappresentata dal sistema delle mucose che collega organi distanti come la bocca, le vie respiratorie superiori, bronchi e polmoni, gli occhi, lo stomaco e l’intestino fino al retto, il tratto genito-urinario. Sistema delle mucose che significa anche microbiota intestinale, respiratorio, buccale. La centralità di questo grande sistema che in sigla si chiama MALT (Mucosa Associated Lymphoid Tissue) è oggi sotto gli occhi di tutti: il SARS-CoV-2, che sta mettendo a dura prova l’intera umanità, entra dalla mucosa respiratoria e da lì può diffondersi agli occhi, ai polmoni, all’intestino, all’endotelio vascolare. Lo studio del MALT è davvero strategico non solo per i ricercatori ma anche per i clinici che così possono comprendere i legami tra disturbi apparentemente non collegati, come le infiammazioni intestinali e i disturbi respiratori, le cistiti o le congiuntiviti e altre malattie infiammatorie dell’occhio. Dalla fine degli anni ‘80 è attiva la Society for Mucosal immunology che, tra l’altro, ha promosso la scrittura di un textbook sulla materia, Principles of Mucosal Immunology, giunto alla seconda edizione. Organizzato in 7 parti e 35 capitoli copre la fisiologia e la clinica del sistema mucosale. Lo consiglio vivamente a medici e biologi, odontoiatri e studenti di medicina che vogliono capire qualcosa su questo grande reparto del sistema immunitario umano.




In ambito clinico, con particolare riguardo a quella fase cruciale della vita rappresentata dall’infanzia e dall’adolescenza, segnalo la nuova edizione di Immunologia e allergologia pediatrica. Un trattato completo e aggiornato che contiene anche capitoli sull’uso dei probiotici, della nutraceutica e delle vitamine.
Tuttavia, non è solo la clinica medica ad essere rivoluzionata dalla nuova immunologia, anche la psicologia e le neuroscienze stanno subendo un forte impatto sia ti tipo teorico che pratico. È ormai chiaro infatti che l’infiammazione, sostenuta dal sistema immunitario, è parte integrante dei disturbi della mente, sia tipo cognitivo-affettivo (psicosi, schizofrenia, disturbo bipolare), sia di tipo umorale (depressione, ansia, disturbo ossessivo compulsivo), sia del neurosviluppo (lo spettro del disturbo autistico) e neurodegenerativo (Alzheimer e Parkinson). Il volume The immune system and mental health, prima di giungere ai capitoli dedicati ai disturbi psichiatrici e neurologici, dedica ampio spazio al microbiota, agli stili di vita, allo stress e alle sue relazioni con l’immunità. Insomma le influenze dell’immunità sul sistema mente-cervello vengono analizzate nel contesto della salute globale, delle condizioni di vita e della vita mentale del soggetto.




L’altro volume che segnalo, già nel titolo Immunopsychiatry, è invece molto centrato sulla relazione diretta immunità-cervello. La Prefazione, scritta da uno dei ricercatori di punta della immunopsichiatria, Carmine Pariante professore di psichiatria al King’s College London e direttore della rivista Brain Behavior and Immunity, è molto netta sul cambio di rotta che rappresenterebbe la Immunopsichiatria rispetto alla Psiconeuroimmunologia. Pariante ha ribadito recentemente a Pnei News[2] la tesi centrale che troviamo scritta nella Prefazione: “La psiconeuroimmunologia e la immunopsichiatria rappresentano due differenti concettualizzazioni della comunicazione cervello-immunità. Immunopsichiatria significa che i nostri comportamenti ed emozioni sono governati dai meccanismi del sistema immunitario periferico invece che l’opposto”. E, per esemplificare il concetto, Pariante scrive: “non puoi curare la tua febbre con la meditazione, ma la febbre può renderti triste e scontroso”. Per restare sulla battuta, si potrebbe rispondere che la meditazione forse non abbassa la febbre, ma certamente è un efficace sostegno per il sistema immunitario, che è la principale risorsa verso le infezioni febbrili.
Ovviamente, condividiamo in pieno la relazione immunità-cervello, che del resto è alla base della PNEI[3]. L’errore di Pariante sta nel non vedere che le fonti dell’infiammazione sono plurime. Possono derivare da condizioni individuali (obesità, malattie infiammatorie), collettive (inquinamento, discriminazione sociale), da comportamenti (alimentazione infiammatoria, sedentarietà, farmaci e droghe) e anche da condizioni psichiche (stress, depressione e altri disturbi psichiatrici). Quindi l’Immunopsichiatria, come concettualizzata da Pariante, non vede l’intero, la complessità del network umano, come è concettualizzato dalla Psiconeuroendocrinoimmunologia.


 
Il filosofo Thomas Pradeu, nel suo Philosophy of Immunology, si mostra alquanto imbarazzato nel trattare la querelle sopra detta e, dopo aver dato ampio spazio alle argomentazioni della immunopsichiatria, se la cava con una dichiarazione: “Personalmente, non vedo la necessità di attribuire il controllo a un sistema o a un altro” (p. 60) cioè alla psiche o all’immunità. Osservazione, pur lapidaria, pienamente condivisibile: c’è un network, una rete, non c’è una gerarchia, un controllo di un sistema su un altro, come invece reclama, pericolosamente, la immunopsichiatria. Il breve saggio dello studioso francese, che fa parte di una collana dal titolo Cambridge Elements, è una utile messa a punto sui cambiamenti intervenuti nella storia recente della immunologia, con due pecche.
In primo luogo l’omissione della storia della ricerca delle relazioni tra immunità e sistema nervoso che Pradeu fa risalire ad anni recenti, alle pubblicazioni di Dantzer del 2018, mentre già nel 1985 il neuroanatomista David Felten descrisse l’innervazione simpatica degli organi linfoidi e la giunzione, più tardi chiamata sinapsi, neuroimmune[4]. In secondo luogo, non viene minimamente trattata la rivoluzione copernicana realizzata da Niels Jerne, premio Nobel per la medicina, che, a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, descrisse il funzionamento del sistema immunitario come un network, mettendo in soffitta la vecchia concezione riduzionista basata sulla reazione antigene-anticorpo[5].
Quindi, anche se il testo di Pradeu illustra la dimensione sistemica e interrelazionale del sistema immunitario, ha paura di incorporare la psiche, la soggettività nel network umano. Così, a nostro parere, sia la filosofia che la biomedicina si privano della comprensione piena del funzionamento dell’essere umano.
 
Smith PD et al (eds) (2020) Principles of Mucosal Immunology, second ed., CRC Press, pp. 596 € 59,57
Ugazio AG, Marseglia GL (eds.) (2019) Immunologia e allergologia pediatrica, nuova ed., Pacini, Pisa, pp. 736, € 56
Teixeira AL, Bauer ME (eds.) (2019) Immunopsychiatry. Oxford University Press, pp. 301, € 62,37
Anisman H et al (eds.) (2018) The immune system and mental health pp. 688, € 124,54
Pradeu T (2019) Philosophy of immunology, Cambridge University Press, pp. 83, € 19,48
 

[1] Schwartz R.S. (2000) “Advances in immunology. A new series of review articles”, New England Journal of Medicine 343; 61-61
[2] Cicerone PE (a cura di) (2020) Il peso del sistema immunitario sulla psiche e i sui comportamenti. A colloquio con Carmine Pariante, leader della immunopsichiatria, Pnei News 4; 4-6
[3] Bottaccioli AG, Bottaccioli F, Minelli A. (2019) Stress and the psyche-brain–immune network in psychiatric diseases based on psychoneuroendocrineimmunology:a concise review. Ann N Y Acad Sci. 1437(1):31-42.
doi:10.1111/nyas.13728
[4] Felten DL et al. (1985). Noradrenergic and peptidergic innervation of lymphoid tissue. J. Immunol.135:755-765
[5] Su Jerne rinvio a Bottaccioli F (2008) Il sistema immunitario la bilancia della vita, II ed. Tecniche Nuove Milano, pp.6-11
 

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