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Spiritus

4 Set 20

A cura di Leonardo Montecchi

“Come un milione di elminti, stipato, brulicante, un popolo di Demoni fa bagordi nei cervelli, e con il respiro scende nei polmoni, fiume invisibile, la Morte, con lamenti sordi."

Charles Baudelaire. “I Fiori del Male "

Non respiro diceva George Floyd ma non era il coronavirus era Derek Chauvin che bloccava i suoi polmoni.
Inquietante parallelismo che appare nel ambito globale come un emergente che esige una interpretazione. Proviamoci.

Da più di venti anni ho proposto un allargamento della psicologia degli ambiti di José Bleger.
Quella teoria elaborata negli anni sessanta del secolo scorso,non poteva tenere conto di quel processo pervasivo che negli anni novanta ha preso definitivamente il nome di globalizzazione.

Questo processo ha unificato il pianeta in un unico spazio che è quello dove tutti noi ci stiamo incontrando in questo momento. Il cyberspace.
A questo spazio corrispondono canali di comunicazione, transiti di merci, flussi e contro flussi di ogni tipo. Una accelerazione imponente ad andamento caotico refrattaria a qualsiasi forma di governo.

Questo e molto altro,è l'ambito globale in cui siamo immersi, non solo noi, esseri umani, con la molteplicità delle nostre forme simboliche e la estrema diversità di punti prospettici, ma tutti gli ecosistemi che si sono mescolati in uno spazio unico che non ha, apparentemente, alcun limite.

Sembrerebbe un passaggio evolutivo come se stessimo producendo e nello stesso tempo assistendo al cambiamento della era geologica dal olocene al antropocene. Pichon Riviere nel elaborare il concetto di emergente era stato influenzato del materialismo dialettico, dalla evoluzione creatrice di Bergson e dal emergentismo britannico di Charles Lloyd Morgan, si tratta cioè di capire come in una situazione determinata compaiano elementi non presenti nelle condizioni di partenza e non aggiunti dal esterno.

Questi emergenti imprevedibili sarebbero il risultato delle interazioni caotiche, delle mutazioni spontanee delle forze presenti che segnerebbero il campo con una nuova qualità marcando un salto dalla quantità.
Il concetto di emergente e di emergenza è stato recentemente ripreso in relazione allo studio dei processi caotici fino alla famosa conferenza di Lorenz sul effetto del battito di ali di una farfalla in Brasile che provoca un terremoto in Texas.
Ora ci avviciniamo al coronavirus.
È' oramai evidente che il passaggio dai pipistrelli al uomo è proprio il battito d'ali che ha scatenato la pandemia.
Ma questa pandemia è resa possibile dall'esistenza dell'ambito globale interconnesso.
Se fosse avvenuta in un ambito locale sarebbe rimasta limitata a quel territorio specifico.
Le comunicazioni, i viaggi aerei i flussi costanti di merci e di persone sono un ottimo viatico per la diffusione di un virus che si è ' deterritorializzato.
Un mercato alimentare della Cina centrale è oggi facilmente collegato con una fiera alimentare del centro Italia.
Gli ecosistemi, nel antropocene, non costituiscono più delle biocenosi autonome ma tutto si è unificato in un processo degenerativo e a volte putrefattivo.
C'è una altra teoria, che possiamo applicare al salto di specie del coronavirus ed è quella del cigno nero che Nicholas Taleb utilizza per riferirsi ad un evento imprevedibile ed imprevisto con conseguenze gigantesche nella storia.
Tuttavia, nel caso della pandemia dobbiamo pensare che le previsioni erano state tante, compreso lo studio di David Quammen,che in Spillover pubblicato nel 2012,prevedeva una possibile pandemia a partire da un mercato della Cina centrale.
Cosa ci dicono in fondo tutti questi studi?
Ci dicono che i flussi che attraversano il pianeta e ne modificano la vita definiscono anche una soggettività che proverò a descrivere.
Quel soggetto diviso descritto dal vincolo del Servo con il Signore è il risultato di una comunità in cui la Legge del padre definisce l'ordine simbolico ed il Super-io disciplina i corpi e le biografie, ordina i territori, scava canali, costruisce muri, fonda città e come grande Altro o altro generalizzato si installa nel apparato psichico.
Come dice Freud in Totem e Tabù:
"(…) noi procediamo dovunque dal ipotesi di una psiche collettiva nella quale i processi mentali si compiono come nella vita mentale del individuo"
Sta qui, a mio parere, la radice di quello che Michel Foucault chiama bio potere: il potere sul Bios: le singole vite che hanno un inizio ed una fine.
Il potere del signore di disciplinare i corpi lo ritroviamo chiaramente espresso nel 1851 dal dott.Samuel Cartwright che vedeva nel desiderio di fuggire degli schiavi neri il sintomo di una malattia mentale da lui definita "drapetomania" dal greco follia o mania della fuga.
Il signore deve disciplinare anche i desideri.
Una impressionante illustrazione di questa macchina disciplinare la troviamo nel tipo di transe di possessione che Lapassade definisce transe degli schiavi, tipica del vudù haitiano o della umbanda brasiliana in cui le entità che possiedono i "cavalli" a volte sono caratterizzate da elementi che ricordano il padrone degli schiavi: il cappello, la frusta, l'atteggiamento sprezzante.
Jean Rouch né "les maîtres fous " ha ripreso una cerimonia di transe post- coloniale con posseduti da poliziotti, direttori ed addirittura locomotive.
Franz Fanon nel suo lavoro sulla violenza ha evidenziato come gli psichiatri francesi degli anni 50 del secolo,scorso, attribuissero ai nord africani,ed in particolare agli algerini,la violenza come caratteristica ontologica, essenziale del tipo "razziale magrebino".
E non siamo nella Germania di Hitler ma nella Francia di Pierre Mendès France. Questo soggetto diviso incorpora il desiderio del Altro assumendo il ruolo che il
codice sociale dominante gli ha assegnato e si identifica in quello che fa.
Cosi si istituisce una routine dominata da uno stato di coscienza che tende a divenire unico.
Le dimensioni si appiattiscono e le prospettive si annullano.
Scompaiono i punti di fuga o si presentano come crepe, fratture, lapsus, visioni,allucinazioni e sogni.
La cosa è in silenzio e appare a questa soggettività come un buco, una mancanza, il taglio della tela di Fontana.
Ma non basta, come diceva Pichon-Rivière:

"Ese sujeto deseante, sujeto del deseo, es, antes que nada, sujeto de la necesidad y sólo por esto sujeto del deseo. Es a partir del concepto de necesidad que se esclarece el carácter social e históricamente determinado de la esencia del sujeto."

Cioè con la nascita del ambito globale il grande Altro o il Super-io, il Signore, non ordina più la disciplina.
Non desidera solo la nuda proprietà dei corpi per disporla ad un qualche impiego ma ne vuole il godimento senza alcun limite.

Come dice Hegel nella Fenomenologia dello spirito:
"(…) il signore considera ora il rapporto immediato al modo di una pura negazione della cosa-oggetto esso cioè gli diviene godimento; e al godimento del signore riesce ciò che non era riuscito al desiderio: esaurire la cosa oggetto e trovare appagamento nel godere"
La necessità, la terribile Ananke dei greci
ci si mostra qui come sviluppo della economica capitalista e delle sue forme simboliche da quello che Lacan chiamava discorso del "maitre" al discorso del capitalista, dal soggetto del desiderio al soggetto del godimento.
Noi siamo qui.
Dicono le carte per individuare le vie di fuga da un luogo.
L'istituirsi del soggetto del godimento è la chiave per comprendere gli emergenti del ambito globale.
Che significa? Vuole dire che c'è stata una mutazione del super-io che non proibisce più il consumo del oggetto-cosa generando così il campo del desiderio ma ne impone il consumo eccitando il godimento.
La mutazione è terribile ne possiamo ritrovare una traccia in Walter Bejamin:
" la moda prescrive il rituale secondo cui va adorato il feticcio della merce. (…) Essa è in conflitto con l'organico;accoppia il corpo vivente al mondo inorganico, e fa valere sul vivente i diritti del cadavere. Il feticismo che è alla base del sex-appeal del inorganico. È' la sua forza vitale. Il culto della merce lo mette al proprio servizio"
Eccoci dunque al di là del principio di piacere dove il dominio della coazione a ripetere cancella la morte come limite.
L'oggetto del consumo non basta mai,l'eccitazione del godimento perverso deve essere permanente, l'estensione del dominio e' incontrastata l'ordine di questo soggetto del godimento richiede la distruzione costante e senza limiti del oggetto- cosa da cui ricava un plus di godimento, come ci dice Lacan.
Siamo di fronte ad una accumulazione allargata senza fine di godimento perverso. Come si può notare non è più il Bios ad essere appropriato e disciplinato da un Signore per essere impegnato ad uno scopo.

Siamo oltre.
Ad essere in causa è quella che i greci chiamavano Zoe', cioè la vita in quanto tale,la vita del pianeta, l'oggetto-cosa, la natura in senso vasto che comprende anche il regno minerale.
La voracità di energia del soggetto del godimento è spaventosa.La macchina che si è così concatenata è davanti a noi in questi versi di Allen Ginsberg.

Moloch la cui mente e’ puro meccanismo! Moloch il cui sangue e’ denaro che corre! Moloch le cui dita sono dieci eserciti!
Moloch il cui petto e’ una dinamo cannibale! Moloch il cui orecchio e’ una tomba fumante!

Questo Moloch trasforma la vita in morte per accumulare godimento, è una forza che ha qualcosa a che vedere con Thanatos di cui parlava Freud.
Ma non è una forza metafisica, è il risultato della storia dei rapporti di forza nel mondo contemporaneo.

Achille Mbembe, lo chiama necropotere che distrugge e porta a putrefazione tutto ciò che respira.
Il funzionamento di questo Moloch è chiaro, distrugge la vita e la trasforma in un deserto per alimentare incessantemente il godimento perverso. Come un cancro che si riproduce senza limite succhiando energia al corpo, così questa macchina estrae ossigeno e lascia Co2.

Attacca i polmoni del pianeta, ci toglie il respiro.
Paradossalmente il coronavirus ha evidenziato la macchina, per un po' siamo usciti di lato, si è rallentata e a volte fermata la produzione di godimento perverso.
Come durante uno sciopero.
La necessità ha reclamato il suo soggetto che ora è qui a confrontarsi attraverso avatar che non respirano ma che possono prendere coscienza del diritto universale a respirare.
In questo senso siamo tutti George Floyd che non vogliamo essere soffocati.
È singolare che il respiro in latino sia Spiritus,lo spirito, in greco sia il pneuma, il soffio vitale, in sanscrito prana ed in ebraico ruach.
Tutti termini che designano la parte degli esseri che li rende vivi e che li abbandona con la morte.
Si dice "ha esalato l'ultimo respiro".
Terminerò con un sogno raccolto durante la quarantena dal gruppo di ricerca della scuola Bleger sugli Stati non ordinari di coscienza:

Ho sognato che ero con mio padre in una casa. (il padre è morto da diversi anni) Mio padre (….) aveva un uomo che doveva tenere legato, perchè aveva una forza bestiale..facevamo fatica a tenerlo ..io ero molto inquieta..poi quest'uomo sembrava un mostro, ma restava un uomo..poi ad un certo punto vedo un enorme toro che era costituito dalle fasce muscolari dei manichini di anatomia ma era vivo..e io sapevo che il mio lavoro era contenere questi mostri e ho detto: non ce la posso fare..dopo poco mi sono svegliata con quell'angoscia fisica e fortissima degli incubi..

Abbiamo discusso molto su questo ed altri sogni che non si riferiscono solo al sognatore ma con una forza generativa semiogenetica, come direbbero Franco Berardi e Alex Sarti, ripropongono delle pathosformel.
Così il toro scatenato è una macchina costituita dalle fasce muscolari dei manichini di anatomia che però è vivo.

C'è l' effetto perturbante di cui parla Freud a proposito del inanimato che si anima, esattamente come Benjamin.
È' Il mostro del godimento perverso di Pasife che fece costruire la vacca di legno da Dedalo e attraverso un salto di specie diede vita al Minotauro.

Come possiamo " contenere"questi mostri con il nostro lavoro e anche perché li conteniamo mi sembra di averlo descritto.
Forse dobbiamo imparare una nuova forma di " taurocatapsia ",saltare come i cretesi sulla groppa del mostro senza farci distruggere o assorbire.

Un adorcismo al posto di un esorcismo.
Fare surfing fra gruppi virtuali e reali per percepire sempre di più la cosa che noi siamo.
E sentire il piacere che manca,come dice Paolo Godani, che respira ritmico dentro di noi che siamo soggetti collettivi della necessità vitale.

Cyberspace 5/6/2020

 

 

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