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Tre sorelle bruciate vive, la più piccola di quattro anni. Non è bastato che ce lo chiedesse l’Europa?

11 Mag 17

A cura di Emilio Robotti

Tre sorelle rom, di cui due bambine, la minore di 4 anni, arse vive a Roma per una molotov lanciata sul camper in cui vivevano. Un crimine orrendo. Per chi se ne è andato e per chi è rimasto. Penso all’ingiustizia di una vita che finisce così presto e tra atroci sofferenze, al terrore, alla paura ed al dolore della loro fine. Penso al dolore intollerabile dei genitori, che conosco bene: le lacrime mi riempiono gli occhi, il respiro si ferma e non riparte, l’impotenza di fronte alla tragedia che si trasforma in rabbia, nella voglia di vedere scorrere il sangue dei responsabili. Conosco bene queste sensazioni, mi prendono ogni volta che una notizia di qualcosa di orrendo accade ad un bambino. Conosco il dolore dei genitori di quelle bambine, purtroppo. Ma qui parliamo di bambine ed adulti che sono da sempre le persone più disprezzate e discriminate. Nessuno è mai riuscito ad arrivare al loro livello, nella classifica dell’odio. Persino lo sterminio nazista, subito dopo gli ebrei, vede come categoria con maggiore numero di vittime le popolazioni Sinte e Romà, gli “zingari”[1]. Molto dopo lo sterminio, anche nella vicinissima e civilissima Svizzera (non da sola, purtroppo) si strappavano i piccoli alle famiglie, solo perché zingari, per farli crescere da famiglie “normali” non zingare, famiglie “gagè”, come gli “zingari” chiamano noi.
I razzisti lo considerano un segno di razzismo al contrario. Non sanno che lo stesso facevano e fanno molti popoli: per i nostri antenati Romanigli “altri” erano “barbari”; per gli ebrei, i non ebrei “gentili”; per i giapponesi, “gaijin” e l’elenco potrebbe continuare per molto, in giro per il mondo, così lontano e così vicino nello spazio come nel tempo.
Ha ragione Marcello Zuinisi, di Nazione Rom, quando cita responsabilità indirette istituzionali e personali: “È molto probabile che si tratti di un omicidio di stampo razzista”. A lanciare l’accusa, parlando con l’agenzia Dire, è Marcello Zuinisi, il legale rappresentante dell’Associazione Nazione Rom. “Noi diciamo che quanto è successo è la strage dell’esclusione, neanche del razzismo. Perché l’esclusione porta al razzismo. Sicuramente ci sono delle responsabilità politiche ben determinate. Quali? Governo, Regione, Roma Capitale, perché questi amministratori pubblici hanno dei fondi per l’inclusione di Rom, Sinti e Caminanti”.
 
Marcello Zunisi, insieme alla sua associazione, ha presentato numerosi esposti, non solo a Roma, ma anche ad esempio a Firenze, per denunciare il non utilizzo, o addirittura lo sviamento di milioni di euro, erogati dalla Unione Europea per attuare progetti di inclusione delle popolazioni Romà, Sinte, Caminanti. Milioni di Euro che non sono solo finiti in “Mafia capitale”, ma che sono stati usati, denuncia Marcello Zunisi, per sgomberare i campi abusivi. Avete capito bene: denaro destinato a politiche di inclusione, che possono solo essere di lungo respiro ed inevitabilmente durare per essere efficaci non mesi, ma anni, sono stati usati per sgomberare gli Zingari anziché per “includerli”. Ed uso volutamente il termine dispregiativo “zingaro”, equivalente a “negro”, quest’ultimo ormai bandito dal “politically correct”.
Il Presidente Mattarella ha fatto un commento pubblico fermo e adeguato: "Chiunque sia stato è un crimine orrendo. Quando si arriva a uccidere i bambini si è al di sotto del genere umano". Bisogna "accertare i responsabili e condannarli severamente". A destra e talvolta a sinistra, non è sempre così. Lasciamo perdere i guidatori di ruspe in felpa facili imitatori di Salvini. In prima battuta, molto spesso, si dice anche a sinistra, che bisogna accertare se si tratti di un atto razzista o di una vendetta. E perché mai, dato che non siamo investigatori né giudici? La criminale vendetta o il non meno vile e criminale razzismo, cambiano qualcosa nell’esprimere solidarietà ai sopravvissuti e nel dolore per la morte ingiusta delle bambine? Vendetta o puro razzismo, quale delle due sia, viene dopo, non PRIMA. Specie nell’immediatezza della tragedia. Chiudete gli occhi e immaginate che quelle bambine fossero vostre figlie. O figlie di vostri amici, o parenti vostre. Vi chiedereste se è un atto razzista o no, come prima cosa?
Il fondo, ma forse sono ancora accecato dalla rabbia, lo tocca poi chi, forse né di destra né di sinistra, parla di responsabilità per il fatto che quel camper non doveva essere lì, non avendo autorizzazioni e via dicendo. Mi chiedo: responsabilità perché, se il camper non fosse stato lì, la molotov si sarebbe infranta sul selciato senza far male a nessuno, forse?
Mi chiedo perché alcuni non tacciano invece di parlare e scrivere. Mi chiedo perché non taccio e scrivo anche io. Mi chiedo se faccio tutto quello che posso fare, se l’ho fatto in passato, perché il clima di odio generalizzato verso immigrati, profughi, migranti, zingari che alcuni strumentalmente fomentano ed altri non meno colpevolmente sostengono, non continui a crescere. Mi chiedo se ho fatto e faccio tutto quello che potevo perché fondi pubblici destinati all’inclusione, che è a beneficio di tutti/e e non solo di Sinti e Romà, non fossero sprecati e non continuino ad essere sprecati in molte occasioni. A Genova, nella città dove vivo, qualcosa anche negli ultimi anni è stato fatto, come ha spiegato recentemente, in chiusura di mandato, l’Assessore Elena Fiorini. Di fronte alla ennesima tragedia, anche se accaduta a Roma, mi chiedo se si poteva e si può fare di più. Ma è certo che a Roma e Firenze non si è fatto abbastanza, o addirittura non si è fatto niente. E chiedo a Governo e parlamento, come a Regioni Ed Enti Locali, ovunque: cosa avete fatto, cosa intendete fare? Attuare le politiche di inclusione, spendere come devono essere spesi i fondi disponibili? Come, quando? Ce lo chiede l'Europa. Ma stavolta è proprio vero che ce lo chiede l’Europa, l’Europa che è anche dei Diritti e non solo delle Banche e della Finanza, e non rispondere all’Europa (ed alla propria coscienza) questa volta ha significato, e non deve continuare a significare, far bruciare vivi dei bimbi e delle bimbe.

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Sulla tematica Rom, Sinti e Caminanti esiste una ampia bibliografia reperibile anche in Rete. Mi permetto di segnalare solo alcune cose scritte da me diversi anni fa, sotto il profilo sociologico, criminologico e del diritto, per molti versi credo ancora attuali:
– “Nomadi, Zingari, Rom e Sinti” (Cap. XXXVIII)  in “Il risarcimento del danno non patrimoniale” – Parte Speciale, tomo primo nella collana “Il diritto privato nella giurisprudenza” – a cura di Paolo Cendon – 2009 UTET GIURIDICA -Torino – ISBN 978-88-598-0465-9;
– “Stato di emergenza” in relazione agli insediamenti nomadici: una scelta irrazionale e discriminatoria. Commento di Emilio Robotti e Barbara Spinelli alle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3676, 3677 e 3778 del 30.05.2008”, http://www.giuristidemocratici.it/what?pub_section=Giustizia&news_id=20080609093029&doc_title=Insediamenti comunit%E0 nomadi e %22stato di emergenza%22);
– "Zingari e Gagè. Al campo sosta di Molassana", 1996 Roma, Prospettiva Edizioni (ISBN 88-8022-018-7).
– "Mutazione zingara: uno studio sulla devianza, l'identità culturale e l'identità personale tra i Rom" in "Rassegna Italiana di Criminologia" n. 3-4 luglio-ottobre 1996. 

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