In questo testo documentato e originale come impostazione metodologica, gli Autori effettuano una ricerca storica nella dimensione affascinante che lega arte e psichiatria: un rapporto ricco e controverso che attraversa tutta la storia del Novecento. Sviluppando la ricerca non solo in veste critica, ma soprattutto attraverso un corretto taglio storico, rendono il materiale oggetto di ricerca direttamente fruibile da parte del lettore, attraverso una corretta e puntuale ricostruzione storica, raccolta in varie schede storiche raccolte nella sezione Arte e psichiatria. Storie e punti teorici. Lo scopo di questo testo è anche didattico: analizzando nella schede in che modo l'avventura del pensiero visivo coinvolga l'estetica, la psicopatologia ed eventuali ipotesi terapeutiche. Tra le varie collezioni psichiatriche viene messa in rilievo l'opera di Prinzhorn e di Morgenthaler: in particolare la collezione di Heidelberg recentemente presentata a Pavia (Castello Visconteo) e a Genova (Palazzo Ducale) nell'ambito della mostra Figure dell'anima. Arte irregolare in Europa (Mostra e catalogo a cura di Bianca Tosatti).
Il secondo capitolo "Io scrivo le parole sulla fronte e agli angoli della bocca" (il titolo del capitolo riprende una frase di Paul Klee) è dedicato a questioni di estetica, ai rapporti tra arte e psicoanalisi e altre avventure del pensiero visivo.
Di grande interesse sono i contributi di Bianca Tosatti, che in veste di critico d'arte guida il lettore nei problemi legati alla psicologia della percezione (rappresentazione, figurazione, espressione) e lo sviluppo del "pensiero visivo", ingiustamente relegato in secondo piano rispetto alle forme e alle espressioni del cosiddetto pensiero "razionale". Il pensiero visivo è infatti in stretta relazione con la trascendenza e l'ineffabile, è costantemente "attivo sul fronte dell'immaginazione". Le sue schede illustrano poi le biografie e il lavoro di vari artisti: da Vincent Van Gogh a Max Ernst,
Rilevante è lo spazio dato agli Autori al ruolo della psicoanalisi nei confronti dell'arte e dell'attività artistica in generale: data la complessità del tema, una ricca bibliografia accompagna il testo e fornisce preziose indicazioni al lettore che desideri approfondire il tema. Sulla necessità per lo psicoanalista e lo psichiatra, di "farsi interrogare dall'arte e interrogarla" per sottoporre ad una sorta di verifica disciplinare la psicoanalisi stessa è centrale il contributo introduttivo di Fausto Petrella alla sezione "Io scrivo le parole sulla fronte e agli angoli della bocca", dedicata a Paul Klee, in cui analizza con sintesi e precisione l'interesse reciproco che gli artisti del Novecento hanno tratto dalla psicoanalisi, che pur tuttavia oggi non dispone di una vera e propria "concezione psicoanalitica dell'arte".
La mancanza da parte della psicoanalisi di un pronunciamento definitivo e sistematico sul "significato ultimo" dell'arte impedisce la sua riduzione ad schemi elementari della biografia dell'artista e al simbolismo della sua opera. L'opera artistica esige quindi rispetto ed attenzione poiché è l'espressione della creatività umana che permette la sublimazione di debolezze, miserie e traumi in cui chiunque può riconoscersi e trarne godimento e sollievo.
Come sottolinea Bedoni nell'intervista, fondamentale per la sua ricerca è l'opera di Kris, psicoanalista e storico dell'arte viennese, che interpreta le produzioni artistiche degli psicotici secondo gli orientamenti della psicologia dell'Io. Kris – come scrive Bedoni – è convinto che lo studio dell'arte "psicotica" (art des fous) non fornisca valide risposte sulla genesi del processo creativo dell'uomo e diffida dell'approccio comparativo con l'arte infantile e primitiva in voga in quegli anni. Il suo lavoro pionieristico, come noto poi troverà sviluppi fecondi nel pensiero di Donald Melzer e di Donald Winnicott. Dobbiamo in particolare a Winnicott il merito di aver individuato lo spazio inesteso e virtuale definito "transizionale" entro cui collocare l'esperienza dell'arte, a metà strada fra l'appartenenza al corpo proprio e l'oggetto diverso da sé (così come nella vita infantile viene rappresentato attraverso il gioco). Benché virtuale lo "spazio transizionale" rende ragione di un aspetto dello statuto specifico dell'arte, che pur corrispondendo ad una materialità concreta, trae il suo valore da attribuzioni soggettive, rappresentate in modo tale da essere culturalmente condivisibili.
Il terzo capitolo "L'oggetto ritrovato. Appunti sull'arte e la cura", introdotto da Giovanni Foresti è dedicata agli attuali orientamenti clinici, terapeutici e/o riabilitativi: vengono quindi illustrate le teorizzazioni che hanno influito sulla riflessione psicopatologica del passato e quelle che nell'attuale panorama culturale sono parse maggiormente influenti.
Si parte dalla definizione del termine "arte terapia", partendo dal termine "terapia", ovviamente legato alla evoluzione dei modelli di terapia che hanno caratterizzato la storia del pensiero psichiatrico del secolo scorso (organo-genetico; psico-genetico; socio-genetico). L'essenza di questo approccio è legato alla struttura necessariamente 'interdisciplinare' delle arti terapie e la natura sfuggente degli oggetti che le costituiscono espongono gli esperti di questo campo – secondo Foresti – al rischio di essere preda di filosofie "neo-, tardo-, o cripto-romantiche".
Giorgio Bedoni ricostruisce puntualmente le origini della "art terapy" e suoi sviluppi, ne "L'oggetto ritrovato. Appunti sull'arte e la cura": nasce a Londra nel 1945 in quegli artisti che partecipano al nascente movimento delle comunità terapeutiche, che si contrappone alla visione puramente custodialista dell'istituzione manicomiale.
Le nuove strategie della riabilitazione psichiatrica individuano nell'arte figurativa e nella musica un rimedio possibile per quei soggetti che hanno subito traumi di guerra. L'art terapy viene poi influenzata – soprattutto in Inghilterra, negli anni Sessanta e Settanta dalle tesi del movimento antipsichiatrico sia dal contributo psicoanalitico di Marion Milner e Donald Winnicott.
L'esperienza italiana riproduce solo in parte quanto avvenuto in Francia e nei paesi anglosassoni. Ricordiamo che l'insegnante d'arte era una figura presente in alcune istituzioni asilari: ad esempio nell'ospedale psichiatrico di San Lazzaro di Reggio Emilia era attiva una "scuola di disegno" destinata ai malati delle classi più abbienti. Gli psichiatri dell'orientamento fenomenologico e lo stesso Basaglia, si occuperanno attivamente della prospettiva critica della c.d. "psicopatologia dell'espressione" prefigurando una lettura terapeutica in chiave fenomenologica della produzione artistica. Ancora oggi l'arte terapia, rimasta di fatto estranea alla nostra tradizione psichiatrica, nel nostro paese è una disciplina in via di formazione, frequentata da figure professionali eterogenee e prive di quell'assetto legislativo che ne regola l'applicazione nei paesi anglosassoni: di fatto rimane una pratica, nel bene e nel male, priva di una definizione tecnica e teorica.
Sommario
Introduzione
G. Bedoni, B. Tosatti
Capitolo I. Arte e psichiatria. Storie e punti teorici
Premessa, (A. Guerrini);
Arte e psichiatria. Storie e spunti teorici
Giorgio Bedoni
Schede:
– Hans Prinzhorn: outsider tra gli "irregolari" (G. Bedoni)
– Incontri: Walter Morgenthaler, Adolf Wölfli (G. Bedoni)
– Collezioni psichiatriche in Europa (Bedoni, Maranzano)
– La psichiatria tra Ottocento e Novecento: la figura di Eugen Bleuler (F. Pavone)
Capitolo II. "Io scrivo le parole sulla fronte e agli angoli della bocca", Paul Klee
Premessa (Fausto Petrella)
"Io scrivo le parole sulla fronte e agli angoli della bocca", Paul Klee
(Bianca Tosatti)
Schede:
– Campo di Grano con i corvi (B. Tosatti)
– Forme e contenuti dell'espressione. L'estetica psicologica di Theodore Lipps (M. Mazzotta)
– Il laboratorio magico: Kandinsky e Klee (B. Tosatti)
– Max Ernst: un esploratore dell'insidiosa terra di nessuno ai confini della follia
(B. Tosatti)
– L'art brut (T. Maranzano)
– Scritture e scrizioni: Barbara Suckfull, Henri Michaux, Gaston Chaissac, Adolf Wölfli, Vincenzo Sciandra (B. Tosatti)
– Perché Pollock non era interessato all'art brut? (B. Tosatti)
– Coincidenze: Ghada Amer, Madge Gill, nabila, Ann Hamilton, le lukasa e i quipus … (B. Tosatti)
Capitolo III. L'oggetto ritrovato Appunti sull'arte e la cura
Premessa (G. Foresti)
L'oggetto ritrovato Appunti sull'arte e la cura (G. Bedoni)
Schede:
– Le radici pragmatiche dell'arte terapia: tre profili inglesi (G. Bedoni)
– L'arte terapia: in dialogo con la materia (G. Bedoni)
– La comunicazione simbolica a mediazione figurativa in psicoterapia. Un esempio clinico (L. Corti)
Giorgio Bedoni, Bianca Tosatti
Arte e psichiatria. Uno sguardo sottile
Milano, Mazzotta Editore, 208 pp.
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