Nel suo Seminario di Caracas, pronunciato all'apertura del primo Incontro internazionale del Campo freudiano, Lacan si interroga sul corpo, sul godimento del corpo, sull'intreccio unico e paradossale che annoda godimento e linguaggio sul corpo di quegli animali che par­lano. Non si tratta degli animali che comunicano. Per comunicare tra di loro, molto probabilmente tutti gli animali sono molto più bravi di quegli animali che chiamiamo uomini. Si tratta degli animali che par­lano. Di quegli animali cioè che usano sì la parola per comunicare in un contìnuo e perpetuo equivoco, ma soprattutto la usano per gode­re. Godere che si iscrive, in diversi modi, sul corpo. Corpo in cui si leggono segni, come accade all'isterica, come geroglifici di un lin­guaggio rimosso e tuttavia attivo. O come nell'Uomo dei topi, sul cui volto Freud osserva un "orrore di un proprio piacere a lui stesso ignoto".
Il corpo, dunque, come tempio del godimento. E perché sia tem­pio del godimento, e non tempio del puro significante, il corpo deve essere vivente. "Che cosa vuol dire corpo vivente?", domanda Jac­ques-Alain Miller nel suo testo sulla Biologia lacaniana. "Vuol dire", egli ci dice, "che non si tratta unicamente del corpo immaginario". Non si tratta quindi del corpo che è operativo nello stadio dello spec­chio, "quel corpo speculare che raddoppia l'organismo". Non si trat­ta neppure del corpo simbolico, "quello che a più riprese fa venire sotto la penna di Lacan la metafora del blasone". In questo contesto, parti del corpo umano possono essere elevate alla dignità di signifi­canti. "Sono dei significanti immaginari, dei significanti la cui materia è presa in prestito all'immagine". Come il fallo per Freud. Oppure il seno per Melanie Klein.
Qui non si tratta dunque né di un corpo immagine né di un corpo simbolizzato. Si tratta invece di un corpo vivente.
"Se la vita è condizione del godimento", dobbiamo constatare che si tratta di una condizione necessaria ma non sufficiente. Poiché "vi è godimento alla sola condizione che la vita si presenti sotto forma di un corpo vivente". Solo però nel corpo vivente del parlessere l'ele­mento significante prende corpo come affetto, "e questo affetto è il godimento".
Abbiamo riportato sulla copertina di questo numero il trittico di San Michele del Bramantino che Lacan usa nel Seminario di Caracas a mo' di raffigurazione della problematica del corpo.

 

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LANCAN E IL LINGUAGGIO

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TRA ETICA E TECNICA

INTRODUZIONI ALLE TRADUZIONI ITALIANE DEI TESTI DI LACAN

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LE PSICOSI E IL BAMBINO