Il nuovo libro di Gilberto Di Petta e Francesco Bollorino
Questa è la storia clinica, tragica e umana, di un'Italia tra la belle époque e il bagno di sangue della Grande Guerra. Ventiquattro anni dopo quello stesso omicida viene ucciso, a calci in faccia, da un altro folle, nel manicomio di Quarto.
Un secolo dopo questo memoire scritto, all'epoca, dallo stesso Rizzo, spunta da una polverosa cartella archiviata nell'ex manicomio di Cogoleto. Intorno ad esso quattro psichiatri e un criminologo, attraverso un lavoro clinico, indiziario e storico-critico, incrociano le storie degli assassini e delle vittime, dei giustiziati e dei giustizieri.
Ne risulta una lucida discesa agli inferi, un mondo, come quello del caso Schreber o del caso Wagner, che svapora inesorabilmente nei fumi della follia fino al suo epilogo tragico.
La narrazione è essenziale, lucida, dettata dal dolore, dalla solitudine e dalla disperazione e regge il confronto con una qualunque, una a caso, delle "Novelle per un anno" di Luigi Pirandello.
SERGIO MELLINA: Bollorino e
SERGIO MELLINA: Bollorino e Di Petta con questo libro hanno estratto la radice quadrata della follia e dei manicomi che avrebbero dovuto almeno “custodirla”… se non “curarla”