Un anno fa Jacques-Alain Miller aveva promesso che, dopo i famosi Scritti di Jacques Lacan – a cui in Francia si sono aggiunti gli Autres écrits (in corso di traduzione presso Einaudi) – e i volumi del Seminario, stabilito da Miller a partire dalle lezioni orali del celebre psicoanalista francese, avrebbe fatto pubblicare anche le conferenze, gli incontri e le interviste di Lacan. Ha così preso avvio alle edizioni Seuil una nuova collana, che Miller ha chiamato Paradoxes e di cui Des Noms-du-Père e Le triomphe de la religion précédé de Discours aux Catholiques costituiscono i primi due volumi.
Nell’edizione italiana di questi testi, sebbene raccolti da Einaudi in un unico volume, abbiamo mantenuto la configurazione e della versione originale.
Nelle sue due note introduttive Jacques-Alain Miller giustifica la scelta dei testi, il loro accostamento e i titoli stessi, offrendo inoltre un rapido scorcio del contesto, sia rispetto all’insegnamento di Lacan sia rispetto alla situazione psicoanalitica del momento.
Da parte nostra riprenderemo brevemente i quattro testi presentandoli in ordine cronologico.
 
8 luglio 1953: data della conferenza Il simbolico, l’immaginario e il reale. Come nota Miller, Lacan vi presenta la famosa triade che gli permetterà di rileggere tutta l’opera freudiana e che ritroveremo in tutto il suo insegnamento. È compito dell’analista saper decifrare nel discorso del paziente la composita stratificazione di questi tre livelli che si presentano invece come un tutt’uno. Solo una tale lettura gli permetterà di essere efficace nel suo operato. L’analista dovrà dunque saper cogliere che nei sintomi, negli atti mancati o in altri eventi della vita reale del paziente, al di là delle loro manifestazioni immaginarie,  si tratta di simboli, di simboli organizzati tra di loro.
 
9 e 10 marzo 1960: data di due conferenze tenute presso le Facoltà universitarie di Saint-Louis dell’Arcivescovado di Malines-Bruxelles. Lacan vi riprende, con un linguaggio preciso, attento, con la volontà di essere chiaro ma senza scendere mai a compromessi, la tematica svolta nel seminario da lui tenuto in quello stesso anno sull’etica della psicoanalisi, presentando nelle due conferenze quasi un breve compendio del proprio percorso teorico e, tra le righe, anche clinico.
La prima conferenza è centrata sul desiderio nell’essere umano: né animale né elementare o inferiore, il desiderio ha la struttura di una catena di discorso – eppure è inconscio. Il suo punto focale non è l’oggetto che crede di cercare, ma un estremo dell’intimo che è al tempo stesso internità esclusa: in san Paolo si chiama il peccato, in Freud das Ding, in Lacan la Cosa. Si tratta del godimento per sempre interdetto all’essere parlante. Meravigliando poi il suo uditorio, Lacan presenta l’ateismo di Freud come l’altra faccia della sua religiosità.
Nella seconda conferenza, Lacan riprende il comandamento biblico dell’amore del prossimo. Egli concorda con Freud sul carattere paradossale di questo comandamento, ma si discosta da lui introducendo la distinzione metodica tra simbolico, immaginario e reale, dove il comandamento diventa un tema a tre variazioni. Nell’immaginario l’uomo ama nel simile solo se stesso, nel simbolico il soggetto sperimenta la mobilità delle permutazioni, ma è reale “quel luogo beante da cui il niente ci interroga sul nostro sesso e sulla nostra esistenza. È questo il luogo in cui dobbiamo amare il prossimo come noi stessi, perché in lui questo luogo è lo stesso”.
 
20 novembre 1963: Lacan pronuncia la prima lezione di un seminario sui Nomi-del-Padre, a cui non darà seguito a causa della “scomunica” inflittagli dall’Associazione internazionale freudiana e che J.-A. Miller spiega esaurientemente nelle Indicazioni bio-bibliografiche. Nell’Introduzione ai Nomi-del-Padre, nonostante il rigore dell’esposizione, traspare l’amarezza per quanto accaduto.
Dal Nome-del-Padre, supporto della funzione simbolica, Lacan passa ai Nomi-del-Padre, pur dicendo che in questa prima lezione non gli sarebbe stato possibile far comprendere il perché della forma plurale. Egli non riprenderà questa tematica per molto tempo. Dopo aver dimostrato che il Nome-del-Padre, in quanto supporto della funzione simbolica, ha la funzione di sintomo, Lacan proporrà che tutto ciò che funziona nel senso di orientare e localizzare il godimento, i sintomi dunque, può avere la funzione svolta dal Nome-del-Padre.
 
29 ottobre 1974: conferenza stampa tenuta al Centre culturel français di piazza Campitelli a Roma, a cui J.-A. Miller ha dato il titolo Il trionfo della religione. In un linguaggio caratterizzato da grande semplicità e improvvisazione, Lacan risponde ai giornalisti su diversi temi. Da notare il rapporto fra scienza, religione e psicoanalisi. Di fronte al reale e agli effetti angoscianti provocati dalla scienza moderna, è la religione e non la psicoanalisi a pacificare gli spiriti, grazie alla sua capacità di dare un senso a tutto. “La psicoanalisi non trionferà, sopravviverà oppure no”.


 

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LANCAN E IL LINGUAGGIO

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TRA ETICA E TECNICA

INTRODUZIONI ALLE TRADUZIONI ITALIANE DEI TESTI DI LACAN

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LE PSICOSI E IL BAMBINO