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LACAN E L’ITALIA

24 Ott 18

Di antonio.dimagli89
Non è che sappia grandissime cose, tenendo conto che io mi sono trovato a Lovanio, in Belgio, dal sessantanove. se ricordo bene il nove settembre del sessantanove. dico nove settembre perché poi è una data che mi ricorda qualcos'altro no? e quindi non ho seguito un, anche perchè diciamo all'università di Lovanio si parlava molto di Lacan. io poi ho avuto modo di incontrarlo nel settandue. sentivo le cose che si dicevano in Italia, conoscevo Contri, e mi sono trovato nel settantaquattro a quel convegno organizzato da Umberto Eco, convegno in cui Lacan avrebbe iniziato la cosa freudiana, cioè la scuola per l'Italia, tenendo conto che, se ho capito bene, ricordo che Lacan fece stappare le bottiglie di champagne a mezzogiorno ma credo che poi non andasse molto più in là la faccenda. io poi sono ritornato, mentre prima Lacan mi chiedeva chi avessi visto, chi avevo incontrarono in Italia, dal settantaquattro in poi Lacan non mi parlò più dell'Italia. e in effetti, io stesso non gliene parlai più. quindi ho seguito le cose dell'Italia da lontano. conoscevo l'esistenza di questa lettera che evidentemente lessi per me, non ancora ritradotta da me, che lo rifarò tanti anni dopo. chiaramente in Italia c'erano tre gruppi tutto sommato, ecco, c'erano tre gruppi che non si sopportavano tra di loro e che quello che posso dire almeno è stato la mia sensazione, tornando a Parigi Lacan abbandonò l'idea, almeno non me ne parlo più, con me non me ne parlò più, quando invece me ne aveva parlato prima. poi le storie dell’Italia, tutto sommato è rimasto un po' bloccato, la cosa sono rimaste bloccate fino alla morte di Lacan. Miller cercò, se ricordo bene dopo la morte di Lacan, a rimettere in piedi qualcosa che si chiamava l’intercartello. non funzionò nemmeno quello. fu nell'ottantacinque che Miller mi chiese, si parlò un po’ di che cosa si poteva fare per l'Italia e io gli parlai della possibilità di fare una rivista. parlai di questo con Ubaldini e con Francesco Gana di astrolabio. Miller voleva una rivista. mentre invece Ubaldini pensava a una serie di libri. Miller voleva assolutamente la rivista. e quindi si fece la rivista che è la psicoanalisi che uscì, il primo numero uscì, nel ottantasette. l'anno prima ci fu una specie di numero zero, che è il libro “il mito individuale del nevrotico” dove ci sono dei testi di Miller e dei testi di altre persone. e quindi cominciò questa avventura della psicanalisi che continua ancora. siamo al sessantaduesimo numero, tenendo conto che è un una rivista trimestrale quindi si dice gli anni che ha. Voilà. se devo continuare su questa linea devo dire che nell'ottantasei Miller, tramite due colleghi di Bologna, Paola Francesconi e Maurizio Mazzotti, iniziò una serie di conferenze a Bologna, che furono ripetute l'anno successivo con altre persone, tra cui Miller chiese che andassi anch'io e in quell'anno lì si fece anche un'altra serie di conferenze all'Università di Urbino, in cui andai anch'io, e a partire da quel momento, dall'anno successivo ottantanove, ho iniziato una serie di conferenze, in realtà di riprese di testo di Lacan letti riga per riga, così come Miller mi aveva insegnato, nel suo famoso seminario del DEA di Parigi. questi testi sono la direzione della cura, la questione preliminare e altri ancora, e venivano dati nella, in una sala di “mondo operaio” a roma, vicino via condotti, da quella parte la. così è cominciata anche la mia avventura per l'Italia e nell'ottantanove, con Michelle e i ragazzi, siamo tornati a Roma. allora lì per me è cominciata un'altra storia, cioè che era appena stata, era appena passata la legge ossicini. Miller aveva già incontrato Ossicini, era venuto in Italia per incontrarlo poi successivamente mi ha chiesto a me di incontrarlo più di una volta, cosa che ho fatto, e per noi è stato un problema centrale che bisognava assolutamente avere una scuola per permettere che una scuola, un istituto di formazione, per permettere alla scuola cioè la società degli analisti di Lacan, perché Lacan la chiama scuola, di poter rivivere, di poter mettersi in piedi. è stato molto faticoso devo dire, però ci siamo riusciti. nel novanta, Miller mise in piedi l'Istituto Freudiano per la clinica, la terapia e la scienza, di cui mi diede la presidenza perché lui rimase come direttore scientifico, che continua ancora. questo istituto è stato riconosciuto dallo stato nel novantatré. è stato il secondo istituto in assoluto riconosciuto dallo stato. finora sono passati qualcosa come cinquecentocinquanta allievi, di cui un certo numero, sono entrati nella scuola di Lacan, hanno chiesto di entrare nella scuola di Lacan, e altri hanno preso altre strade.

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