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RIFLESSIONI SULLA FIGURA DELLO PSICOLOGO, SULLA FORMAZIONE E SULLA PROFESSIONE

9 Gen 18

Di FRANCESCO BOLLORINO

di Liliana Signorini, Ricercatore universitario confermato. Istituto di Psicologia Generale e Clinica, Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Siena.

 

 

L'articolo costituisce una introduzione generale sul ruolo dello psicologo, avviando una descrizione di aspetti inerenti la formazione e la professione.
La figura dello psicologo, elemento di primaria importanza nel contesto dell' équipe operante nell'ambito del disagio psichico, è caratterizzata da una grande potenzialità teorica e clinica. In numerosissimi casi questa potenzialità è organizzata in un ruolo efficace e ben definito sia per quel che riguarda i modelli teorici e sia per la conseguente attività clinica. 
In altri casi, la potenzialità e la vastità di possibili percorsi professionali da seguire, ingenerano confusione e indeterminazione nell'assunzione del proprio ruolo e della propria identità.
Sotto questo punto di vista, appare molto significativa la seguente affermazione dell'Autrice: “….gli psicologi, incerti sulla loro stessa identità, si uniformano agli schemi culturali del servizio in cui esercitano la professione.”
L'acquisizione di chiarezza e consapevolezza in termini di identità e ruolo, appare come una pietra d'angolo nella formazione dello psicologo e a questa logica è da riferirsi la pubblicazione di questo articolo.
A questa prima visione d'insieme, seguiranno altri articoli, della stessa Autrice, più specificamente orientati ai corsi di laurea, al tirocinio, alla formazione in vari ambiti e all'accreditamento.

Liria Grimaldi di Terresena

 

1 – Introduzione.

Quando finisce un secolo è credenza popolare pensare che avvengano fatti speciali. Se si pensa che in questo momento storico non termina un secolo, ma anche un millennio la credenza è senz'altro più forte. Per quanto riguarda la psicologia e gli psicologi potremmo infatti dire che, almeno in Italia, grandi cose sono successe negli ultimi anni.

Abbiamo assistito ad una eccezionale espansione della disciplina con un aumento della ricerca, ma anche e soprattutto di innumerevoli applicazioni della psicologia anche in settori fino a pochi anni fa impensabili.

Sono fioriti in tutto il territorio nazionale sia i Corsi di Laurea che le Facoltà di Psicologia e in ultimo, certo non per importanza, l'istituzione di tutto ciò che è legato al riconoscimento e alla regolamentazione della professione come l'Albo e l'Ordine degli Psicologi.

 

2 – La figura dello psicologo tra psicologia applicata, psicologia clinica, psicoterapia e counseling.

Anche se da più parti si è tentato di definire almeno le caratteristiche salienti della professione psicologica, nella realtà si hanno ancora scorrette identificazioni come per esempio avviene tra psicologia applicata, psicologia clinica, psicoterapia e counseling.Cerchiamo infatti di vedere e di capire le differenze che esistono tra queste particolari branche della psicologia e per fare questo cominciamo dalle semplici definizioni.

Per psicologia applicata si intende quella psicologia che affronta i problemi psicologici che nascono dalle esigenze della vita pratica. Una psicologia quindi usata per fini pratici e con mezzi scientifici. I suoi compiti sono la valutazione dei tratti del carattere e della personalità; per orientamento scolastico e professionale, consulti a scopi terapeutici (per es. difficoltà; educative), interventi in ambiti riabilitativi e di risocializzazione.

Per psicologia clinica si intende tutto ciò che uno psicologo compie in uno spazio clinico (ospedali, ambulatori, centri di consulenza, asili, ricoveri per anziani, ecc.) relativamente alla diagnostica e alla consulenza. I suoi compiti riguardano l'applicazione in campo clinico dei risultati e dei metodi sia di tutte le principali discipline psicologiche (psicologia generale, evolutiva, differenziale, ecc.) sia delle discipline collaterali come per esempio la sociologia. Potremmo quindi dire in una parola che è una disciplina applicata.

Per psicoterapia (letteralmente: cura dell'anima) si intende l'insieme dei metodi psicologici che vengono usati per rimuovere disagi emotivi, comportamentali ecc. Non si tratta di un problema specifico, ma di un di un disturbo strutturale di personalità. La diversità di tecniche usate è relativa all' orientamento del terapeuta.

Per counseling si intende un processo di interazione fra due persone il cui scopo è quello di abilitare il cliente a prendere una decisione riguardo a scelte di carattere personale (per es. scegliere un lavoro o un corso di studi) o a problemi o difficoltà; di ordine personale.

Come si evince da queste brevi definizioni è molto difficile anche per gli addetti ai lavori stabilire e rispettare il limite esatto che separa questi quattro tipi di psicologia. C'è per esempio, attualmente in Italia e non solo, una grande confusione tra tutto quello che rientra nell'etichetta di orientamento scolastico e/o professionale (quindi anche identificabile come psicologia applicata), counseling e psicoterapia. Potremmo paradossalmente affermare che la differenza la fanno lo psicologo e il cliente!

Ad aumentare i molti dubbi sull'annoso problema relativo alla scientificità della psicologia e quindi sulle sue competenze professionali ci sono anche le origini ambivalenti di questa disciplina che viene per lo più identificata con le scienze umanistiche e non con le scienze certe. D'altronde è anche vero che la psicologia non si esaurisce e quindi non può essere compresa completamente nella cultura umanistica.

La stessa cultura accademica la inserisce in ambito sia umanistico che medico identificandola quindi come una realtà complessa o, per dirla con Stern, una unitas multiplex. D'altronde gli psicologi stessi sembrano essere d'accordo sull'assenza di rigore che c'è nella definizione della propria disciplina e anzi alcune ricerche dimostrano che gli psicologi, incerti sulla loro stessa identità; si uniformano agli schemi culturali del servizio nel quale esercitano la professione. Spesso anzi, se non vogliono vivere nell'ombra, devono guadagnarsi spazio in mezzo ad altre figure professionali che sono meglio caratterizzate.

 

3 – La questione della formazione.

Sembrano fondamentali, a questo punto, almeno due aspetti che riguardano la professione psicologica, che non sta solo crescendo, ma sta soprattutto cambiando. Questi due aspetti fondamentali, secondo un pensiero comune ai più, sono la formazione di base e l'aggiornamento.

Per quanto attiene la formazione di base, intesa come unione di abilità e conoscenze fondamentali, il primo pensiero corre spontaneo sia al Corso di Laurea che al tirocinio post-lauream. Per quanto riguarda il Corso di Laurea questo dovrebbe essere caratterizzato da basi teoriche e conoscitive sulle quali poter in seguito innestare capacità specifiche. Infatti, a mio avviso, il compito del Corso di Laurea dovrebbe essere quello di dare, attraverso le conoscenze di teorie ed il lavoro con ricerche, ampie conoscenze così da creare una mentalità critica tale da permettere allo studente la scelta di costrutti teorici di base i più rispondenti alla sua formazione, alle sue esigenze in modo da collocare consapevolmente se stesso e le proprie scelte professionali.

Per quanto attiene invece il tirocinio post-lauream ormai da più parti si sostiene la necessità di rivederlo e di ricaratterizzarlo in modo più qualificato e più qualificante sia per la durata (un anno) sia per l'obbligatorietà. Il tirocinio dovrebbe essere, anche per la sua durata, il primo modo concreto di rapportarsi con la professione e oltre che porta di accesso alla medesima e quindi da più parti si auspica che da parte dell'Ordine Nazionale degli Psicologi, e non solo, si avvii una specifica e approfondita riflessione.

Per quanto riguarda l'aggiornamento esso potrebbe essere rivolto almeno in tre campi.

Un aggiornamento sulla legislazione che sia non solo l'acquisizione della conoscenza di nuove leggi o provvedimenti normativi, ma soprattutto la loro costante modifica.

Un aggiornamento tecnologico che permetta l'utilizzo di strumenti informatici e programmi relativi, che spazi quindi dalla video scrittura ad Internet, dalla posta elettronica allo scoring computerizzato di tests solo per dirne alcuni.

Un aggiornamento infine nell'ambito specifico della propria attività; di psicologo.Questo in relazione soprattutto alla qualità; della professione e all'accreditamento.

Per accreditamento (Riforma Sanitaria 1992/93) si intende un processo di valutazione sistematico e periodico di un soggetto (struttura, gruppo o singolo) svolto da un altro organismo per verificare il possesso di requisiti predeterminati che garantiscono i livelli attesi della prestazione/servizio. Potremmo quindi parlare di formazione continua nella quale confluiscono sia la formazione di basesia la formazione specialistica.

 

 

 

 

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  1. admin

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    Grazie per ciò che farete, grazie dell’attenzione.

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