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Salomon Resnik: L’esperienza psicotica

9 Apr 13

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In "Esperienza e psicosi" Resnik ripercorre la sua pluridecennale esperienza clinica con pazienti gravi e riferisce dell'esperienza terapeutica con lo psicotico come il "confronto con una 'archeologia', del presente, di un presente sempre 'critico', legato all'esperienza vertiginosa della caduta," dove la psicosi, "intesa come alienazione dell'anima", se non trova appigli o precipita nel corporeo (autismo e catatonia), oppure trasmigra di corpo in corpo, di luogo in luogo, di tempo in tempo, vivendo le sue peripezie dissociative: lo psicotico è una persona 'dis-orientata', smarrito in un mondo a lui estraneo e privo di senso (rottura dei legami, della comunicazione).
Lo psicoanalista testimone dell'evento catastrofico deve pazientemente aiutare il paziente a a ritrovare i 'luoghi', i 'punti di riferimento', i 'ponti' dove l'Io psicotico frantumato "erra a pezzi": le parti frammentate del sè, come 'oggetti-non identificati', frammenti erranti di esperienze in crisi, frammenti di una realtà fantastica.
L'esperienza del transfert psicotico, mette in discussione l'identità di ognuno dei due partecipanti della coppia terapeuta-paziente, e l'elemento principale della relazione è la possibilità di un 'riconoscimento' (con il doppio significato di "esplorazione cognitiva" e di
"riconoscenza"): si tratta di riconoscere e rispettare la relazione tra il nostro destino, la destinazione di ciò che abbiamo ricevuto (oggetto interiorizzato) e la responsabilità implicita in ogni "cura" (prime relazioni oggettuali).
La crisi psicotica, richiede condizioni adeguate di contenzione e di elaborazione: l'autore propone che il campo d'incontro psichiatrico-psicoanalitico si trasformi in una sorta di 'atelier', laboratorio di gruppo interdisciplinare, dove la "metafisica dell'esistenza" si possa confrontare con la realtà del quotidiano.
Oltre al quadro clinico della "maschera melanconica", l'autore affronta i temi della struttura ed evoluzione del pensiero delirante, l'esplorazione dello spazio autistico e l'evoluzione della crisi psicotica.

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  1. admin

    Salomon Resnik nasce a Buenos
    Salomon Resnik nasce a Buenos Aires da genitori russo-ebraici emigrati in Argentina. Si laurea alla Facoltà di Medicina di Buenos Aires discutendo la tesi sulla Sindrome di Cotard. Diventa nel 1954 membro associato dell’Associazione Psicoanalitica Argentina (fondata nel 1942) e membro titolare nel 1957. Si interessa, verso la fine degli anni cinquanta, di delinquenza giovanile e psicoanalisi infantile, poi del trattamento psicoanalitico della psicosi in bambini e adulti. Pioniere nell’applicazione della psicoanalisi nell’autismo infantile e nel trattamento della schizofrenia in Argentina. Allievo e collaboratore del suo maestro Enrique Pichon-Rivière, anche lui interessato al mondo della cultura, si occupa dell’applicazione della psicoanalisi nel sociale in termini di psicoterapia di gruppo e dinamica istituzionale.

    Già nel 1950, in collaborazione con Raul Usandivaras e Juan Morgan, inizia la prima esperienza terapeutica in gruppo istituzionale di pazienti psicotici cronici. Resnik vive le vicissitudini della cultura della Buenos Aires dell’epoca. Legato allo scrittore Jorge Luis Borges e ad Aldo Pellegrini (critico d’arte), medico anch’egli e noto critico d’arte moderna, vive il milieu che lo stimola a interessarsi alle scienze umane, all’arte e alla letteratura.

    Collabora al gruppo surrealista di Buenos Aires e contribuisce alla rivista “Ciclo”, di arte e avanguardia. Nel 1953 scrive un lavoro interdisciplinare su musica e psicoanalisi. Nel 1955 conosce a Ginevra, durante il “Congresso Internazionale di Psicoanalisi”, Melanie Klein, dalla quale rimane molto colpito. Da questo incontro nasce il progetto di continuare la sua formazione a Londra proprio con la Klein.

    Dal 1957 vive in Europa, prima a Parigi per un anno, dove studia con Roger Bastide, Claude Lévi-Strauss, Maurice Merleau-Ponty e Georges Gurvitch. Continua le sue ricerche sulla schizofrenia nell’Ospedale Saint-Anne e nel servizio di ammissione di Georges Daumezon. Nel 1958 prende contatto con François Tosquelles, Jean Oury e Roger Gentis, promotori della psicoterapia istituzionale che giocherà un ruolo importante nello sviluppo dell’applicazione della psicoanalisi al sociale. Alla fine del 1958 realizza il suo sogno di trasferirsi a Londra e assiste ai seminari della Klein, di Wilfred Bion e altri.

    Si fa analizzare da Herbert Rosenfeld per oltre dieci anni. Con l’appoggio di Morris Carstairs (che esercita a Londra e a Edimburgo) e di Donald Winnicott, lavora nel “Netherne Hospital”, ospedale psichiatrico nel Surrey con l’incarico di occuparsi di una comunità terapeutica di giovani psicotici. Nel 1959 collabora con il “Cassel Hospital” a Richmond con Thomas Forrest Main, creatore del termine “Comunità terapeutica”. Collabora anche con Maxwell Jones all'”Henderson Hospital” di Belmont e con Siegfried Heinrich Foulkes a Londra. Lavora in una “Child Guidance Clinique” a Guilford e approfondisce i suoi studi sugli stati precoci della vita del bambino con Melanie Klein ed Esther Bick.

    Realizza gli studi di Antropologia sociale nel 1963 all'”University College” di Londra e collabora con il Dipartimento di psicologia sociale della “LSE”. A Londra, alla fine degli anni sessanta, prende contatto con Italo Calvino, che è interessato ai suoi scritti e lo invita a pubblicare le sue opere presso la casa editrice Einaudi. In questo modo entra in relazione con gli intellettuali italiani.

    Nel 1970 è di nuovo in Francia, dove lavora con intellettuali francesi e suoi colleghi psichiatri e psicoanalisti con vocazione umanistica. Maître de conférence in Psichiatria alla facoltà di Medicina di Lione e presso la Sorbonne di Parigi, collabora anche come professore a contratto tenendo corsi per laureati nella Facoltà di medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, alla cattedra di Psichiatria di Ancona e quella di Napoli. A Venezia, dove comincia a essere presente regolarmente, collabora con la Fondazione Giorgio Cini, su invito di Vittore Branca e Carlo Ossola, per un periodo di vent’anni, nel settore interdisciplinare di pittura, letteratura e scienze dell’uomo.

    Nel campo psichiatrico-psicoanalitico collabora alla formazione di psicoterapeuti per bambini e per adulti presso un’associazione fondata a Venezia, il Centro Internazionale Studi Psicodinamici (CISP, diretto da Enrico Levis). Ai corsi di questa scuola partecipano filosofi ed esponenti della cultura come Aldo Gargani, Renzo Mulato, Alberto Panza, Edmundo Gomez Mango. Resnik contribuisce anche alla fondazione dell’ASVEGRA[1], una scuola di formazione in psichiatria e psicoterapia con indirizzo individuale, gruppale e sociale (istituzionale).

    Attualmente vive e lavora a Parigi, e mensilmente tiene seminari e gruppi a Venezia e continua a occuparsi di formazione presso il CISPP. Recentemente ha collaborato alla formazione di colleghi in Ucraina, promuovendo lo scambio culturale tra psichiatri e psicoanalisti locali e italiani.

    E’ mancato a Parigi il 16 febbraio 2017.

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