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Presentazione Congresso 2007: Le frontiere della psicoanalisi – Naturale Artificiale

10 Ott 12

Di Alberto-Schon

Lavarone 13 -15 luglio 2007

Il foglio che state leggendo, l’alfabeto che uso vi pare naturale. In realtà è un artefatto, una convenzione, un artificio dall’A alla Z. Se lo leggete attentamente camminando e picchiate il ginocchio sul lampione, il dolore è naturale, l’eventuale cerotto un artificio.

Quanti di noi aiutano il sonno o la veglia con mezzi artificiali? Ci pare di non poter sopravvivere senza cellulare, auto, TV, computer e infinite altre protesi tutte più o meno artificiali. E quanti gradi intermedi possiamo immaginare tra la chioma e la parrucca, me stesso e la mia carta d’identità, il citiso e la sua classificazione di Linneo? Ci dimentichiamo che una banconota dovrebbe solo rappresentare un potere di acquisto, ma in sé non vale quasi niente.

Abbiamo pensato per rivedere e chiarire questi argomenti, di riunire persone molto diverse a dire il loro pensiero su questi due aspetti della realtà: il Naturale e l’Artificiale.

Il rene è un organo naturale. Ma se mi trapiantano quello di un giovane sfortunato, la cosa diventa un artificio e per evitare il naturale rigetto occorre un intervento farmacologico.

Se vedo un film, ovviamente tutto finto, mi emoziono, rido, mi arrabbio, mi appassiono nella discussione: "Non andate a vedere Borat, è una schifezza, volgare, non fa ridere, è violento e incivile" e intanto la pressione sale realmente di 30 mmHg, per una finzione del tutto illusoria. Già, i sogni sono illusori, e la psicoanalisi ha qualcosa da dire in materia, qualcosa di molto realistico. Se poi pensiamo al cinema di animazione, che è come dire l’illusione al quadrato, possiamo aggiungere che la fotografia è un artificio verosimile, l’animazione è un artificio più dichiarato.

Gli abiti, i tessuti, una volta erano prodotti naturali appena elaborati, ora sono fatti di sostanze di sintesi, spesso più efficaci di quelle che si trovano sulla pelle degli animali o nei prodotti delle piante.

Si può dire di più: l’elettricità, gli ogm e la radioattività sono eventi e processi del tutto naturali. Noi abbiamo imparato a usarli, ma spesso li consideriamo artificiali, mentre dovremmo riconoscere solo che non sono antropomorfi.

Il progresso tecnologico è evidentemente frutto tanto di quote naturali umane quanto di artifici umanamente escogitati; ci induce a cambiare la rappresentazione di noi stessi e del nostro destino. Oggi è sempre più probabile prevedere come e quando si manifesteranno determinati sintomi di malattie curabili e non. Quali ricadute può avere questo? migliore salute pubblica, maggiore ansietà, fatalismo, depressione, sfiducia nella scienza per troppa pretesa?

Per ottenere conoscenza dobbiamo fare esperienze, costruire modelli e ipotesi, raccontare le esperienze. Ci servono finzioni scientifiche e artistiche. Come disse Picasso: "L’arte è una menzogna che aiuta a comprendere la verità."

Di questi fondamentali argomenti discuteranno Monica Toraldo di Francia, docente di filosofia e bioetica, Rossella Castelnuovo, biologa e giornalista scientifica, Fausto Petrella psicoanalista, Oskar Cosulich, esperto di cinema di animazione, Franco Filipponi, chirurgo specialista in trapianti. A questi relatori si aggiungeranno Nicoletta Carbone, Brunella Celli, Maurizio Marchetti, Alberto Pellai, Nicoletta Polla-Mattiot nella tavola rotonda condotta da Manuela Trinci.

Mio partirei da una visione aperta. Siamo naturali e altrettanto artificiali. In fondo non c’è da stupirsi. L’umanità da sempre si dipinge, asporta pezzetti del corpo, aggiunge amuleti, tatuaggi e stoffe, evidentemente non è soddisfatta di essere troppo naturale.

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