"Una buona psichiatria è sempre partigiana della compassione". E' il titolo e incipit del testo di apertura del libretto che presenta e accompagna 180×40". Un libretto, non una semplice brossura.
Compassione non è buonismo, perbenismo, commozione una volta all'anno, insomma non è la teoria del poverino. E' una cosa seria, rivoluzionaria perché essere compassionevoli non è né un difetto, né un limite, ma una forza. E aiuta a saper decidere.
Quarant'anni dopo cosa è rimasto di quelle lotte, movimenti di opinione e no, nati nel '68 attorno a l'istituzione negata di Basaglia, poi altri dieci anni di lotte e trasversalità di impegno, approdati alla legge del '78 in un maggio in cui non mancò il nostro coraggio perché la legge 180, pur perfettibile o criticabile ieri come oggi (spesso da molte anime candide del fancazzismo intellettuale e materiale, ovvero gridare molto perché nulla cambi), divenne legge e, unico paese al mondo a chiudere i manicomi per legge (lo so, ci vollero altri 25 anni in media per togliere davvero il catenaccio) l'Italia e il parlamento (potremmo discutere a lungo sui pregi e difetti di quella classe politica certamente con maggiore spessore nel bene e nel male di quella odierna) approvarono la legge nei giorni in cui il caso Moro compiva il suo tragico epilogo. Chi c'era ricorda, chi non c'era immagini, anzi segua 180×40 e ascolti il 13maggio la lectio di Bruno Orsini, lucidissimo: fu lui, un "vecchio" Dc ad essere il relatore di quella legge. Immaginate oggi qualcosa di simile? E io non sono mai stato vicino alla Dc….
Allora perché questa settimana? Nessun reducismo, non è una rimpatriata di templari o talebani del come siamo sati bravi, piuttosto la volontà certo di ricordare, ma di vedere l'oggi per il domani. E' tutto così scontato? Psichiatria, sanità, oggi cosa unica (40 anni fa prendeva corpo anche la 833 sul SSN) sono così sicuramente radicati in quei principi di rivoluzione culturale e di lavoro? I media sarebbero ancora oggi in grado di recitare il ruolo positivo svolto nelle denunce, inchieste, a sostegno del movimento, variegato e non monolitico, per la riforma? Oppure tenderebbero all'ascolto più dei borbottii di pancia che alle riflessioni di cervello e anima? La politica? Le famiglie dei malati che per esempio rischiarono di essere collocati con un appalto un tanto al chilo sono sole o finalmente un patto per la salute le renderà davvero protagoniste?
Il senso di questa settimana è anche questo, con una proposta complessa di confronto, sempre di alto livello, con lo spazio necessario per le cose cosiddette "pesanti" o "serie" perché non può essere banalizzato il concetto di cura e di assistenza e non possiamo illuderci che non esista la necessità di aiutare una fase acuta della malattia, cosa diversa dal ricostruire muri prima mentali che materiali attorno al"diverso". E ci saranno spazi per eventi e confronti ugualmente "alti" ma con un approccio aperto a tutti. O per così dire più leggero ma mai banale.
Leggere il programma aiuterà, come leggere cosa scriveranno di noi il media partner il secolo xix, gli osservatori, gli spettatori, l'opinione pubboica, gli operatori del settore. E gli immancabili leoni da tastiera… In questa marcia di avvicinamento parleremo di tutti questi aspetti ed eventi. Partigiani certo della compassione come detto un po' di righe sopra e, per quanto concerne il mio mondo dei media, anche con un videoracconto giornalistico che sarà protagonista, con Epoché, l'8 maggio. Ma non solo, leggete il programma che non è una semplice brossura,ma un piccolo libretto. Prezioso perché 180 per 40 è a oggi un evento unico in Italia che ha visto e vede (noi ce lo possiamo dire) una banda di "matti" al lavoro da mesi non per se stessi, ma per tutti. 180×40, una bella moltiplicazione di teste proprio per la nostra diversità di provenienza. Francesco Bollorino è un "matto" che non sta fermo, posso assicurare che tutto il comitato organizzatore e i protagonisti di 180×40 sono (siamo) proprio dei matti completamente slegati. Seguiteci, seguite le iniziative in base ai vostri interessi, sarà un modo per continuare a includere e a non escludere. Perché i "matti" (parafrasando e un po' modificando Giorgio Manganell) (non) sono un capolavoro inutile. Ma persone.
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