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CROCE E DELIZIA Recensione

1 Mar 19

Di Manlio Converti
L'unico vero fidanzato della mia vita, era un diplomatico spagnolo, un mondo a me, piccolo borghese di Napoli, decisamente alieno, che ho ritrovato perfettamente nella rappresentazione del ricco mercante d'arte, Croce e Delizia della sua Famiglia.
 
La Famiglia. Per capire cos'è la famiglia post-moderna occorre vedere Mamma Mia, togliere le canzoni degli Abba e contare: una madre single con figlia, due conviventi riluttanti, due conviventi innamorati, un secondo matrimonio dopo un divorzio, una coppia gay, una donna anziana con un adolescente…
La Famiglia è posta al centro dell'attenzione di Croce e Delizia, dove basta mettere una giovane donna come la Cortellesi al posto di Gassmann e le battute cambiano di poco. Lo scontro è epocale ma lento…
 
Siamo nella traccia di Maurice, capolavoro postumo di E.M. Forster, con una nobiltà ed una borghesia di periferia che si incontrano dietro una storia d'amore gay timida e poco credibile. I conflitti sono tre: l'età, il genere e la differente estrazione sociale.
 
Il film richiama come Deus Ex Machina una Madre che impone subito le regole del Testamento, ma le madri non esistono in questo film. Le donne sono tutte distanti e ciniche. Sono i maschi, tutti i maschi, ad esprimere i loro sentimenti, nonostante siano maschi.
 
Le scene sono lunghe, nonostante la sceneggiatura da blockbuster pretenda altri ritmi, per privilegiare il pensiero, gli sguardi, le pause, i silenzi…
 
La figura del padre, cara a Recalcati, è al centro della parabola. Il padre onnipotente ma assente, fin dalla prima scena, che manda in crisi la figlia affettuosa, da un lato. Il padre responsabile, capace di replicare il suo ruolo nel figlio e di educarlo al rispetto, dall'altro.
 
Attenzione Spoiler… Il padre egocentrico diventa un figlio da adottare e coccolare… e la famiglia si allarga senza traumi…
 
La lirica però non si può ottenere senza protagonisti credibili. Il mondo non è neanche diviso in donne ciniche e maschi sensibili, ma è divertente vedere un mondo alla rovescia, dove l'inversione non è l'omosessualità ma appunto il ruolo paterno/accogliente/sensibile tutto da una parte.

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