Her è il film delle parole.
La parola è la voce che accompagnerà il protagonista, Theodore nel suo cammino interiore. La voce è priva di un corpo , ma ha un’anima ed è generatrice di un “buon incontro”, un incontro che crea una turbolenza emotiva e una relazione.
Una “vera”, seppur paradossalmente irrealistica , relazione perché è un contatto profondo con il “non detto” , con i bisogni emotivi , con le paure e con l’immenso desiderio di Theodore di esser ascoltato e di esser capito per quello che veramente è .
E’ una relazione vera nei sentimenti.
Her è una metafora bellissima su come il legame tra anime sia foriero di gioia, aldilà del legame tra i corpi , ma soprattutto attore di cambiamenti intrapsichici.
Theodore vive in una futura Los Angeles dove sentirsi soli in un mondo di anime sole è ancora più drammatico.
Separato, malinconico, vive nel rimpianto della vita matrimoniale, incapace di affrontare il cambiamento.
Soprattutto incapace di entrare nel processo di elaborazione emozionale dei propri vissuti.
Incapace per se stesso , scrive , a pagamento, per conto degli altri , lettere sulle emozioni e sui sentimenti dando voce , in un mondo divorato dall’incomunicabilità tra le persone, a ciò che non si riesce più a dire.
Ma per Theodore i rapporti si sono arenati, desertificati, il tempo dei contatti con l’altro è circoscritto a squallide chat erotiche, videogiochi demenziali, salvo sporadiche frequentazioni con un’amica di vecchia data e un collega di lavoro.
Theodore vive nel suo bellissimo appartamento che domina sulla visione notturna di una Los Angeles illuminata di notte in una armonia di colori e luci calde e vivaci , esteticamente attraenti ed emozionanti , da lasciare senza fiato, che contrastano con i colori smorti e tiepidi della solitudine interna di Theodore.
In questo contrasto tra il dentro e il fuori di Theodore arriva, inaspettata, casuale, non cercata Samantha, una “voce “ calda, sensibile e sensuale che accompagnerà lo spettatore per tutto il film, ma che accompagnerà Theodore lungo un suo percorso di crescita interiore.
Samantha non è una di noi, Samantha è un OS virtuale, ma a onore della genialità del regista, è dotata di piena coscienza.
Samantha è , come intelligenza artificiale, appena nata , pura , curiosa , attenta, disponibile, interessata, ed ascolta veramente Theodore: “senza memoria né desiderio”.
Così, come avviene nel buon incontro della relazione analitica , la capacità di “ascoltare” con disponibilità, interesse, empatia , giusta modulazione avvia la possibilità di un legame e una relazione .
Relazione capace di contenere e modulare l’esperienza emotiva: una sorta di réverie “ una descrizione evocativa dell’intensa preoccupazione della madre per il proprio neonato, della sua profonda sensibilità e identificazione” ( Rustin 1991).
Come l’analista cercherà di sviluppare la capacità di risonanza con quel che proietta il paziente (A.Bion1962) per fare posto al dolore mentale del paziente e restituirlo in forma più digeribile,
Samantha prima ascolta, poi si arricchisce della esperienza di Theodore e diventa lentamente, soavemente , sensualmente e delicatamente la voce narrante dei bisogni profondi e inascoltati di Theodore, dell’inconscio di Theodore.
Il dialogo riportato segna l’avvio di una relazione significativa tra Theodore e Samantha:
T : “what do you mean?”
S : “ what are you -tell me- tell me everything that’s going through you’re thinking
T : “well ,um, okay”. Theodore closes his eyes, trying to concentrate, and starts talking stream conscious with whatever comes to mind……………………….
S : “ Like the times . I was worried about you, things that hurt me, things I want and then I had this terrible thought- Are these fellings even real? Or are they just programming? – And that idea really hurts. And then I get angry at myself for even having pain. What a sad trick
T : “ well,you feel real to me. Samantha”.
Samantha vive veramente nel cuore e nella mente di Theodore.
La relazione tra i due si dispiega lentamente e lo spettatore dimentica che Samantha è un OS tanto la bellezza e la poesia della storia emotiva prende il sopravvento. Un luogo e un tempo speciali dove si crea un “nuovo legame”.
E’ un po’ come nella storia del Piccolo Principe di Saint-Exupery dove nel brano molto suggestivo della volpe del principe, si parla di una dimensione temporale e spaziale unica in cui si generano legami affettivi “ …Non posso giocare con te – disse la volpe- non sono addomesticata. Che cosa vuol dire “addomesticare?”. E’ una cosa molto dimenticata .
Vuol dire “creare dei legami”…………..tu fino ad ora , per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro, e io sarò per te unica al mondo………Non si conoscono che le cose che si addomesticano – disse la volpe-. Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte…….Che bisogna fare domandò il piccolo principe? –
Bisogna essere molto pazienti- rispose la volpe- In principio tu ti siederai un po’ lontano da me, così nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla.
Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…. Il piccolo principe ritornò l’indomani.-Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora -disse la volpe – Se tu vieni , per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad esser felice. Ci vogliono i riti….E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri, un’ora dalle altre ore”
Theodore negli appuntamenti telefonici si lascia vivere dalle emozioni che Samantha gli permette di scoprire dentro di sé, si lascia attraversare dalla moltitudine dei colori emotivi del suo interno.
Inevitabilmente Theodore si innamora dell’amore di Samantha che grazie alla relazione con Theodore conosce l’amore nella sua essenza, perché OS dotata di coscienza e sentimenti.
La felicità reciproca viene interrotta da un ulteriore processo di cambiamento che questa volta avviene in Samantha , intelligenza artificiale in continua evoluzione, fuori dalla dimensione temporale della mente umana , una sorta di accelerazione di conoscenza, esperienza, connessioni……..
Samantha va oltre il tempo, segue l’evoluzione per cui è stata creata.
Ama Theodore ma è ineluttabile la separazione. Nel reciproco dolore.
Theodore si trova a vivere non solo la conosciuta felicità e libertà di amare, ma anche la paura profonda della perdita, lo smarrimento , l’angoscia , lo stupore , la rabbia , il dolore. Theodore è un Uomo, e soffre .
Ma è , ora, un Uomo perché non ha più paura di lasciarsi attraversare dalle emozioni ed è capace di ascoltarsi.
E’ un Uomo triste ma “ricco” , arricchito dell’amore che ha conosciuto e di quello che quell’amore gli ha donato : essere un Uomo nuovo e non soccombere al deserto delle emozioni.
Ogni storia personale ha il proprio percorso, un proprio cammino e come diceva S.Freud “ Bisogna conoscere il passo del viandante prima di poter calcolare la durata del suo cammino”, facendo intendere che ciò che avviene nella relazione analitica è qualcosa che ha a che fare soltanto con la sottile e delicata relazione del viaggio analitico .
Citando Giuseppe Pellizzari nell’Apprendista Terapeuta : “..Il dolore psichico ha bisogno prima di ogni altra cosa di trovare espressione. Naturalmente non una espressione qualsiasi, uno sfogo, ma la sua specifica espressione, quella giusta. Nel momento in cui la trova, come in una reazione chimica, produce piacere. Non intendo il piacere effimero,superficiale e falso dell’esibizione,della scenata, simile all’eccitazione del gruppo di bambini che si rincorrono e urlano, in apparenza liberi, in realtà in balia di sé stessi e infelici. Intendo il piacere di un artista che finalmente trova la forma giusta che cercava : “Ecco è così”. La sofferenza e le difficoltà del paziente vanno in cerca di questa forma”.
La trasformazione è anche quello che accade in ogni incontro umano , perché ogni incontro modifica la relazione tra le due persone che si incontrano, laddove si crea un legame e una storia preziosa.
Il film dà voce alla talvolta difficile narrazione dei bisogni interiori .
Samantha è solo una metafora del legame.
“ Un uomo voleva sapere cos’è la mente, ma non nella natura, quanto nel suo personale, grosso computer. Così gli chiese ( nel suo miglior Fortran, naturalmente) : “ Tu calcoli che penserai mai come un essere umano?”. La macchina si mise subito al lavoro, analizzando, la propria struttura intrinseca. Alla fine , come è costume di queste macchine, stampò la risposta su una striscia di carta. L’uomo si precipitò a prenderla e trovò , nero su bianco, le PAROLE : QUESTO MI RICORDA UNA STORIA. Da “ Mind and Nature” di Gregory Bateson
La parola è la voce che accompagnerà il protagonista, Theodore nel suo cammino interiore. La voce è priva di un corpo , ma ha un’anima ed è generatrice di un “buon incontro”, un incontro che crea una turbolenza emotiva e una relazione.
Una “vera”, seppur paradossalmente irrealistica , relazione perché è un contatto profondo con il “non detto” , con i bisogni emotivi , con le paure e con l’immenso desiderio di Theodore di esser ascoltato e di esser capito per quello che veramente è .
E’ una relazione vera nei sentimenti.
Her è una metafora bellissima su come il legame tra anime sia foriero di gioia, aldilà del legame tra i corpi , ma soprattutto attore di cambiamenti intrapsichici.
Theodore vive in una futura Los Angeles dove sentirsi soli in un mondo di anime sole è ancora più drammatico.
Separato, malinconico, vive nel rimpianto della vita matrimoniale, incapace di affrontare il cambiamento.
Soprattutto incapace di entrare nel processo di elaborazione emozionale dei propri vissuti.
Incapace per se stesso , scrive , a pagamento, per conto degli altri , lettere sulle emozioni e sui sentimenti dando voce , in un mondo divorato dall’incomunicabilità tra le persone, a ciò che non si riesce più a dire.
Ma per Theodore i rapporti si sono arenati, desertificati, il tempo dei contatti con l’altro è circoscritto a squallide chat erotiche, videogiochi demenziali, salvo sporadiche frequentazioni con un’amica di vecchia data e un collega di lavoro.
Theodore vive nel suo bellissimo appartamento che domina sulla visione notturna di una Los Angeles illuminata di notte in una armonia di colori e luci calde e vivaci , esteticamente attraenti ed emozionanti , da lasciare senza fiato, che contrastano con i colori smorti e tiepidi della solitudine interna di Theodore.
In questo contrasto tra il dentro e il fuori di Theodore arriva, inaspettata, casuale, non cercata Samantha, una “voce “ calda, sensibile e sensuale che accompagnerà lo spettatore per tutto il film, ma che accompagnerà Theodore lungo un suo percorso di crescita interiore.
Samantha non è una di noi, Samantha è un OS virtuale, ma a onore della genialità del regista, è dotata di piena coscienza.
Samantha è , come intelligenza artificiale, appena nata , pura , curiosa , attenta, disponibile, interessata, ed ascolta veramente Theodore: “senza memoria né desiderio”.
Così, come avviene nel buon incontro della relazione analitica , la capacità di “ascoltare” con disponibilità, interesse, empatia , giusta modulazione avvia la possibilità di un legame e una relazione .
Relazione capace di contenere e modulare l’esperienza emotiva: una sorta di réverie “ una descrizione evocativa dell’intensa preoccupazione della madre per il proprio neonato, della sua profonda sensibilità e identificazione” ( Rustin 1991).
Come l’analista cercherà di sviluppare la capacità di risonanza con quel che proietta il paziente (A.Bion1962) per fare posto al dolore mentale del paziente e restituirlo in forma più digeribile,
Samantha prima ascolta, poi si arricchisce della esperienza di Theodore e diventa lentamente, soavemente , sensualmente e delicatamente la voce narrante dei bisogni profondi e inascoltati di Theodore, dell’inconscio di Theodore.
Il dialogo riportato segna l’avvio di una relazione significativa tra Theodore e Samantha:
T : “what do you mean?”
S : “ what are you -tell me- tell me everything that’s going through you’re thinking
T : “well ,um, okay”. Theodore closes his eyes, trying to concentrate, and starts talking stream conscious with whatever comes to mind……………………….
S : “ Like the times . I was worried about you, things that hurt me, things I want and then I had this terrible thought- Are these fellings even real? Or are they just programming? – And that idea really hurts. And then I get angry at myself for even having pain. What a sad trick
T : “ well,you feel real to me. Samantha”.
Samantha vive veramente nel cuore e nella mente di Theodore.
La relazione tra i due si dispiega lentamente e lo spettatore dimentica che Samantha è un OS tanto la bellezza e la poesia della storia emotiva prende il sopravvento. Un luogo e un tempo speciali dove si crea un “nuovo legame”.
E’ un po’ come nella storia del Piccolo Principe di Saint-Exupery dove nel brano molto suggestivo della volpe del principe, si parla di una dimensione temporale e spaziale unica in cui si generano legami affettivi “ …Non posso giocare con te – disse la volpe- non sono addomesticata. Che cosa vuol dire “addomesticare?”. E’ una cosa molto dimenticata .
Vuol dire “creare dei legami”…………..tu fino ad ora , per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro, e io sarò per te unica al mondo………Non si conoscono che le cose che si addomesticano – disse la volpe-. Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte…….Che bisogna fare domandò il piccolo principe? –
Bisogna essere molto pazienti- rispose la volpe- In principio tu ti siederai un po’ lontano da me, così nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla.
Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…. Il piccolo principe ritornò l’indomani.-Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora -disse la volpe – Se tu vieni , per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad esser felice. Ci vogliono i riti….E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri, un’ora dalle altre ore”
Theodore negli appuntamenti telefonici si lascia vivere dalle emozioni che Samantha gli permette di scoprire dentro di sé, si lascia attraversare dalla moltitudine dei colori emotivi del suo interno.
Inevitabilmente Theodore si innamora dell’amore di Samantha che grazie alla relazione con Theodore conosce l’amore nella sua essenza, perché OS dotata di coscienza e sentimenti.
La felicità reciproca viene interrotta da un ulteriore processo di cambiamento che questa volta avviene in Samantha , intelligenza artificiale in continua evoluzione, fuori dalla dimensione temporale della mente umana , una sorta di accelerazione di conoscenza, esperienza, connessioni……..
Samantha va oltre il tempo, segue l’evoluzione per cui è stata creata.
Ama Theodore ma è ineluttabile la separazione. Nel reciproco dolore.
Theodore si trova a vivere non solo la conosciuta felicità e libertà di amare, ma anche la paura profonda della perdita, lo smarrimento , l’angoscia , lo stupore , la rabbia , il dolore. Theodore è un Uomo, e soffre .
Ma è , ora, un Uomo perché non ha più paura di lasciarsi attraversare dalle emozioni ed è capace di ascoltarsi.
E’ un Uomo triste ma “ricco” , arricchito dell’amore che ha conosciuto e di quello che quell’amore gli ha donato : essere un Uomo nuovo e non soccombere al deserto delle emozioni.
Ogni storia personale ha il proprio percorso, un proprio cammino e come diceva S.Freud “ Bisogna conoscere il passo del viandante prima di poter calcolare la durata del suo cammino”, facendo intendere che ciò che avviene nella relazione analitica è qualcosa che ha a che fare soltanto con la sottile e delicata relazione del viaggio analitico .
Citando Giuseppe Pellizzari nell’Apprendista Terapeuta : “..Il dolore psichico ha bisogno prima di ogni altra cosa di trovare espressione. Naturalmente non una espressione qualsiasi, uno sfogo, ma la sua specifica espressione, quella giusta. Nel momento in cui la trova, come in una reazione chimica, produce piacere. Non intendo il piacere effimero,superficiale e falso dell’esibizione,della scenata, simile all’eccitazione del gruppo di bambini che si rincorrono e urlano, in apparenza liberi, in realtà in balia di sé stessi e infelici. Intendo il piacere di un artista che finalmente trova la forma giusta che cercava : “Ecco è così”. La sofferenza e le difficoltà del paziente vanno in cerca di questa forma”.
La trasformazione è anche quello che accade in ogni incontro umano , perché ogni incontro modifica la relazione tra le due persone che si incontrano, laddove si crea un legame e una storia preziosa.
Il film dà voce alla talvolta difficile narrazione dei bisogni interiori .
Samantha è solo una metafora del legame.
“ Un uomo voleva sapere cos’è la mente, ma non nella natura, quanto nel suo personale, grosso computer. Così gli chiese ( nel suo miglior Fortran, naturalmente) : “ Tu calcoli che penserai mai come un essere umano?”. La macchina si mise subito al lavoro, analizzando, la propria struttura intrinseca. Alla fine , come è costume di queste macchine, stampò la risposta su una striscia di carta. L’uomo si precipitò a prenderla e trovò , nero su bianco, le PAROLE : QUESTO MI RICORDA UNA STORIA. Da “ Mind and Nature” di Gregory Bateson
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