Nascosta nella trama sapiente di un giallo-noir che sembra già pronto per una trascrizione cinematografica d'Autore, James Ballard ci fornisce una nuova lezione di psicopatologiamettendo in scena vizi e delitti rivolti a rianimare la routine mortiferadi alcuni villaggi turistici per miliardari a riposo sulla costa spagnola.
La sardonica ironia ballardiana di questo "Cocaine Nights" sta proprio nella letteralizzazione del termine di "animazione",che qui viene presa come una missione ed uno scopo di vita per alcuni personaggidi chiaro stampo "borderline" che istituzionalizzano i loro "acting outs" per riesumare dal loro torpore le comunità di residenti. Le straneleggi vigenti in questi esemplari panorami urbani postmoderni vengono letteralmentedisvelate da un narratore, Charles, un giornalista inglese che, a seguitodi un lutto infantile (la morte della madre alcoolista) lotta con le proprie organizzazioni della colpa, condivise col fratello Frank, gemello quasiimmaginario, incarcerato per tutta la durata del romanzo essendosi autoaccusatodell'incendio di una villa.
Charles ha trascorso tuttala sua vita ad "attraversare frontiere" e scopre, assistendo ad un funerale,che la frontiera essenziale su cui giuocano tutti i numerosi borderlines di questa vicenda (e di tutto il mondo) è quella tra la vita e lamorte: due partiti si scontrano su questo campo di battaglia, metaforizzatoda onnipresenti campi da tennis sui quali l'azione continua di lanciatorimeccanici di palle sembra scandire l'inesorabile scorrere del tempo deldestino: i borderlines psicopatici, che utilizzano strategie di morte(droga, pornografia, atti vandalici etc.) per ridare la vita e quello dimedici non meno borderlines che tentano di recuperare i loro pazienti contrastandonela promiscuità, la tossicofilia, il piercing estremo (la cute comefrontiera) con mezzi professionalmente più leciti, finendo facilmenteperò per sconfinare nel campo avverso. Charles, dopo essere passatodalla parte degli psicopatici, con notevole alleviamento dei suoi sentimentidi colpa, ne viene di nuovo risucchiato quando alla fine si accusa dell'omicidiodel loro leader, Crawford, di cui aveva fortemente avvertito il fascinoperverso.
Ritroviamo in "CocaineNights" quella psicopatologia gruppale e sociale già presente in "La mostra delle atrocità" e "Crash", qui resa in forma apparentementepiù piana e meno sperimentale; tuttavia la scrittura ballardianaanche qui trapassa insensibilmente e continuamente le frontiere tra l'internoe l'esterno, i corpi e le cose, il reale e l'onirico, il certo e il probabile,secondo un progetto di mimesi psichica ancora una volta ben riuscito. Con i precedenti tesi "Cocaine Nights" condivide anche l'inconfondile melangetra freddezza chirurgica delle descrizioni e tono dolente degli effettiche ne promanano.
Da segnalare l'eccellente traduzione diAntonio Caronia che sembra aderire al mondo ballardiano al punto di penetrarnefino alla condivisione stile, forma. sguardo, umore, psicopatologia.
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