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L’orizzonte della prevenzione. Tempo e spazio futuri

9 Apr 13

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Come sottolineaArmando Bauleo nella prefazione, questo volume raccoglie le riflessionie le esperienze di terapeuti che attivamente cercano di sviluppare la relazionedialettica che si stabilisce "tra un'immagine e un progetto", tra prevenzionee cura. 
La metaforadella prevenzione viene rappresentata attraverso l'immagine dell'orizzonte,una non linea, poichè è la sintesi tra ciòche ci è prossimo e al tempo stesso proiettato in un altrove:la prevenzione infatti si rappresenta come "un'altra possibilità",che non si riesce mai a concretizzare, é in sostanza l'espressionedi una tensione verso qualcosa. 
Miguel AngelMaterazzi, professore di psichiatria all'Università di Buenos Aires, con l'articolo "Considerazioni sulla prevenzione, sulla salute mentalee sulla società attuale" apre lo sguardo sull'orizzonte della prevenzionecon considerazioni storico sociali che diventano una guida per comprendereil lavoro degli altri autori, e va per così dire a costituire unsfondo in cui inquadrare gli altri contributi. 
Marta DeBrasi, psicoanalista,  si occupa di definire in vari contributi iltema della "Formazione come prevenzione", cercando di definire da un latol'assetto dell'organizzazione delle pratiche centrate sulla salute mentalee dall'altra  la presenza di condizioni che permettono di realizzareil progetto. Sottolinea infatti l'Autrice: 
Ciòche intendiamo per prevenzione, non è mai una mancanza me èun'azione al centro della quale è presente il pensiero analiticonella formalizzazione di regole implicite o esplicite che sono in gioconel fenomeno della pazzia e della psicosi. Azione e immaginazione progettualesono necessarie per poter pensare fin d'ora a nuovi paradigmi, strumentie conoscenze.

Leonardo Montecchianalizza la dimensione dello spazio sociale  e urbano della cittàdi Rimini in Identità e migrazione: la transe metropolitana.Nuovi fenomeni sociali invadono prepotentemente lo spazio clinico: le migrazionimassive la dipendenza tossica, le adozioni internazionali impongono nuoveforme di intervento, ma anche nuove strutture di pensiero che coinvolgonogli elementi costituivi legati all' identità. Secondo la riflessionedi Montecchi è proprio nelle situazioni critiche in cui il singolosi sente minacciato nel proprio "essere nel mondo" che emerge ilrito che, fornendo stereotipi, ossia modelli di comportamento oggettivicodificati, ricollega con una supposta tradizione. 
Citando PichonRiviere, sottolinea come lo stereotipo divenga inesorabilmente 'nemico'del pensiero, perchè impedisce di elaborare una 'situazione attuale',riproponendo vecchi modelli rassicuranti; lo stereotipo è anchepericoloso, perchè può fornire basi pseudoteoriche all'aggressività:l'ansietà depressiva, ossia la paura di perdere la tradizione, sipuò trasformare tragicamente in un'ansietà paranoide, percui si individua facilmente un nemico da combattere, responsabiledella situazione critica in cui ci troviamo. 
Le cronachedi questi giorni ci mostrano ancora una volta come la teoria di FrancoFornari che interpretava la guerra come elaborazione paranoica del luttosiano tragicamente attuali.

Indicedei capitoli:

Prefazione,(A. Bauleo) 
Considerazionisulla prevenzione, sulla salute mentale e sulla società attuale,(M.A. Materazzi) 
Laformazione come prevenzione (M. De Brasi) 
Lospazio urbano come prevenzione (L. Montecchi) 
Lascuola come spazio di prevenzione (M. De Brasi) 
Nascita,crescita, e procreazione in due tempi (M. De Brasi) 
Perturbazionedella struttura familiare (M.De Brasi) 
Checos'è la terapia familiare (E. Mandelbaum) 
Ilgruppo multifamiliare come campo trans-soggettivo((M. De Brasi) 
Trasformazionedella clinica (M.De Brasi) 
Identitàe migrazione: la transe metropolitana  
(L.Montecchi) 
Psicoterapiadi gruppo della dipendenza (L.Montecchi) 
Dipendenzae dissociazione (L.Montecchi)

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