Il Professor Loeb ritiene che le differenze individuali possano essere in un certo senso intese come "il sale della vita" e siano utili e quindi auspicabili. Spesso esse sono accettate solo in quanto comprensibili e situate in un contesto ritenuto valido dalla maggioranza; quando cio’ non avviene, tali differenze possono essere altresi’ giudicate anormali e creare pertanto disagio e sofferenza. Sorge quindi spontaneo chiedersi perche’ un individuo possa assumere comportamenti ed atteggiamenti che si discostano cosi’ tanto da quella che e’ l’aspettativa comune del singolo e del gruppo, perche’ ogni persona abbia la sua peculiare personalita’, diversa da quella di ogni altro essere umano.
A tal proposito Loeb analizza un campione omogeneo di cinque persone, composto da padre, madre e tre figli, esplorandone i comportamenti, le capacita’ intellettive, le emozioni, i sentimenti, le aspirazioni, gli interessi. Egli vuole mettere in evidenza come, pur facendo tutti parte dello stesso nucleo familiare e del medesimo ambiente sociale, pur inseriti in un progetto di vita comune, tali soggetti presentino delle caratteristiche di personalita’ estremamente differenti gli uni dagli altri. Da tale modello si intuisce come i due fattori principali chiamati in causa nell’influenzare lo sviluppo della personalita’, genetica ed ambiente, vadano studiati in associazione fra loro piuttosto che singolarmente. Loeb motiva la scelta da lui seguita rispetto alla modalita’ d’approccio alla suddetta questione: scartando l’approccio proprio della psicologia evoluzionistica e delle teorie biologica, sociocognitiva ed analitica, egli decide, invece, d’avvalersi della genetica comportamentale, principalmente in quanto permette di valutare con modalita’ scientifiche e di misurare su base statistica i vari fattori presi in considerazione. Il suo fine e’ proprio quello di studiare il comportamento valutando il fattore genetico, quello ambientale ed interazioni e correlazioni fra tali due fattori.
L’autore affronta l’indagine sulle differenze delle caratteristiche di una personalita’ normale in maniera completa e globale, analizzando la questione da varie prospettive e nelle sue diverse sfaccettature. In primo valuta i principali approcci di stampo psicologico, passando in rassegna i seguenti modelli: clinico-psicologico di Freud, Jung, Fromm; umanistico esistenziale di Ma slow e Rogers; dei tratti di personalita’ di Allport, Cattell, Eysenck, Costa e McRea, Cloninger; dell’unita’ cognitiva di personalita’; sperimentale e comportamentale; dell’apprendimento socio-cognitivo. La conclusione cui si perviene e’ che le varie teorie mettono in rilievo conoscenze che vanno integrate e fattori di valore notevole ma non esclusivo, le cui correlazioni ed interazioni sono ancora oggetto di studio. Si dedica, quindi, all’esplorazione del substrato neurale sottostante alle caratteristiche di personalita’ degli individui normali, presentando innanzitutto le modalita’ di funzionamento cerebrale cosi’ come presentate dalla ricerca scientifica piu’ recente, che individua un "modello di organizzazione colonnare dei neuroni", ed analizzando il substrato anatomico e funzionale di varie attivita’ cognitive e ponendo in rilievo l’influenza che geni ed ambiente possono avere sulla formazione e lo sviluppo delle strutture cerebrali specifiche.
L’autore illustra in ultimo, ma non certo per importanza, le piu’ recentiacquisizioni della genetica dei tratti di personalita’, che non e’ piu’ quella della classica trasmissione mendeliana, ma e’ una genetica quantitativa, di associazione all’elica, di polimorfismi, che si avvale di analisi multivariate e di associazione. Bisogna, pero’, assolutamente tenere in considerazione quelle che sono le influenze sulla personalita’ apportate dai fattori ambientali condivisi (familiari e correlati) e da quelli non condivisi (relazioni extrafamiliari, fattori occasionali), e valutare attentamente le correlazioni genotipo-ambiente di tipo passivo, evocativo ed associativo.
Loeb ritiene ampiamente dimostrato che gli elementi sui quali si basa la strutturazione della personalita’ normale dei singoli individui siano fattori genetici per un 40-60 %, con una modalita’ di trasmissione multigenica e multifattoriale, e nel rimanente 60-40 %siano invece implicati fattori di tipo ambientale.
In conclusione "…il contributo genetico e il contributo ambientale non possono essere facilmente valutati uno scisso dall’altro, trattandosi di un’intricata mescolanza, o, comunque, di due fattori che interagiscono profondamente, anche se la complessita’ dell’interazione non e’ ancora completamente individuata".
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