Certamentequesto manuale di Scott si propone come una guida che propone nuoveidee sulla coscienza per il lettore non specialista, che rischia diperdersi nel labirinto di neuroni e sinapsi, in quel bosco fittoche è il cervello. Le scale verso la mente, la suggestivametafora del nostro autore suggeriscono infatti un'immagine molto concreta.Guardando la scala nel giardino delle neuroscienze possiamo rifletterepartendo da una nuova consapevolezza, come lo siamo dell'albero del giardinoe dei suoi frutti. questa immagine del giardino, forse un pò biblica,rimanda alla domanda fondamentale: cosa significa avere coscienza diqualcosa? Innanzi tutto trarre godimento dalla nostra quotidiana esperienzacosciente, dalla semplice constatazione che stiamo sperimentando un momentodi gioia, dice Scott. Il punto centrale è quindi continuaread interrogarsi sulla natura di quell'esperienza soggettiva che chiamiamocoscienza.
Egli ripercorrenel testo i classici e fondamentali interrogativi filosofici sullanatura della mente e della coscienza, affrontandoli alla luce dei piùrecenti risultati scientifici. Grazie al lavoro dei fisici e dei chimici,biologi e neurofisiologi nonchè di sociologi e filosofi Scott sottolineacome la scienza abbia acquistato informazioni oggettive suun fenomeno, quello della coscienza, che molti ritengono inafferrabile.
In questosenso per gli specialisiti il testo non introduce certo delle novità.Nuova èinvece l'immagine complessiva di quei frammenti che egli presenta,l'idea di considerare la coscienza come un fenomeno emergente che nasceda molteplici eventi discreti, fusi insieme a formare un'esperienza unitaria.
L'autorepoi evidenzia le debolezze intrinseche del materialismo riduzionista,che vuole spiegare la coscienza riducendola ad un aggregato di cellulecerebrali, e del funzionalismo su base cibernetica, e dichiara altempo stesso altrettanto insoddisfacente sul piano filosofico il dualismosecondo cui la coscienza trascende la fisica del cervello. Bisogna dunquericonoscere che la scienza riesce a fornire spiegazioni molto parzialidelle nostre esperienze psichiche. Ma separare dalla sfera fisica e biologicafenomeni come sogni, ricordi, emozioni secondo l'autore significherebberegredire ad un'epoca prescientifica. Inoltre, secondo Scott, chisostiene che la meccanica dei quanti potrebbe costituire la base dellavita e della stessa coscienza…dovrebbe quanto meno assumersi l'oneredella dimostrazione. non tanto nel senso di fornire argomenti teoriciper mostrare la possibilità di usare la meccanica quantistica,ma di dimostrare la necessità di tale utilizzo. Non c'èquindi bisogno di invocare effetti quantistici per spiegare i fenomenidella coscienza. D'altra parte la coscienza è un fenomeno diterribile complessità che non si può ridurre a qualchesemplice transazione biologica o chimica. E' l'impossibilità a creareun modello unitario che tiene in scacco i ricercatori. Anche se la scienzanon possiede tutte le risposte – a differenza delle religioni e dei miti- la scala su cui Scott invita a salire il lettore può farcompiere qualche passo in avanti nella comprensione dei complessi fenomeniche presiedono l'emergere della coscienza.
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