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Transfusioni. Saggio di psicopatologia dal cinema di David Cronenberg

9 Apr 13

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Secondol'intenzione degli autori i testi contenuti in questo libro rappresentanolo sviluppo di quello che avrebbe dovuto essere l'ultimo di una serie distudi sulle rappresentazioni di strutture perverse in vari filme filmografie, pubblicati da Dalle Luche su varie riviste italiane di psichiatria.Il lavoro su Cronenberg ha avuto un destino diverso a causa della difficoltàa proporre un tema così particolare e specifico in una rivista dipsicopatologia: così Dalle Luche ha perseguito tenacemente l'intentodi sviluppare l'argomento, fino a produrre un saggio insieme ad AlessandraBarontini interamente dedicato alla psicopatologia del cinema di DavidCronenberg. 
Avendo unacerta conoscenza del lavoro del regista, ho potuto apprezzare questa impresa,anche se riconosco che per addentrarsi nelle problematiche analizzate dagliautori, bisogna essere motivati a seguirli nel mondo infero e perturbantedella perversione dell'immaginario di Cronenberg, che è tutt'altroche facile da comprendere, sia per i temi che lo stile cinematografico. 
Il tema dellaperversione in questo universo fanta-horror,  d'altra parte, non puònon interessarci, rappresentando – come sottolinea Pecchioli nella prefazione,uno specchio deformante per i nostri più profondi incubi. Oltrea Cronenberg altri epigoni hanno sviluppato tematiche legate a queste geografieproibite della mente: registi come Carpenter o scrittori come E.A.Poe e Lovercraft.

Nella primaparte del libro Attraverso lo schermo. "Interzone" tra perversionee psicosi nel cinema di D. Cronenberg l'analisi muove dai topoinarrativi particolari del regista, a partire dai mediometraggi (Transfer,1966, Stereo, 1969, Crimes of the future, 1970), dove le sue intuizioni immaginarie, le messe in scena dei suoi perturbanti fantasmi, nello sviluppo cronologico delle sue opere, permette l'individuazione diun vero e proprio pensiero psicopatologico sulle esperienze psicotiche,a cui lo stesso regista era tutt'altro che estraneo. Gli autori citanoun critico francese, convinto che i mediometraggi non avrebbero avuto seguito,in quanto realizzazioni così capaci di penetrare il mondo vissutodello psicotico da sucitare seri dubbi sulla salute metale del loro autore.Il quale invece ha continuato a sviluppare in tutti i film successivi,singolari rappresentazioni di stati tra psicosi e perversione. Non ci stupiscequindi l'interesse degli autori per questo regista, le cui opere sono pienedi riferimenti della psicopatologia ben conosciuta dagli psichiatri. ConVideodrome entriamo direttamente nella dimensione patologica conle immagini e con lo schermo, in un crescendo di esperienze allucinatorie,percezioni e interpretazioni deliranti, fino alla definitiva confusione tra realtà, allucinazioni, vissuti di influenzamento, deliri persecutoried esperienze autoscopiche,  dove la lacerazione dello schermorappresentativo identifica col potere mutageno delle immagini. Perdutala loro collocazione sullo schermo, le immagini invadono, penetrano,trasformano il corpo, in una sorta di di infezione virale audiovisivapermanente.  
Per Cronenberglo schermo è il luogo di discriminazione tra Sé e non-Sé,tra corpo e mente, tra materia e psyche: lo schermo si identifica siacon la superficie corporea che con quella mentale. Spesso i suoipersonaggi subiscono una metamorfosi che non è solo psicologicae interiore, ma anche fisica e esteriore: un vero cinemadella mutazione.  
Vengono poianalizzati nel dettaglio: Nacked Lunch (Pasto nudo) frutto di una"fusione" tra la sensibilità del regista e quella dello scrittoretossicomane William Burroughs, le inquietanti vicende della folie-adeux dei ginecologi gemelli in  Dead Ringers (Inseparabili), specialisti nella inseminazione artificiale, che si dedicano anche ad unaimprobabile chirurgia per donne mutanti e le metamorfosi di uno scienziatoin The fly, dove la lacerazione della pelle rappresenta la metaforadella metamorfosi psichica. 
La secondasezione è interamente dedicata al film Crash, premiato alfestival di Cannes '96, tra polemiche e accuse di pornografia, il boicottaggiodella distribuzione statunitense e il clamore scandalistico-pubblicitarioin Europa. Vengono poi affrontati i temi relativi alla pornografia – conriferimenti a Ballard – e alla "perversione borderline" rappresentata inCrash. Infine troviamo un capitolo relativo al metodo usato dagliautori per affrontare L'ermeneutica psico(pato)logica del testo filmicocome testo psichico. Segue poi in appendice la filmografia completadi Cronenberg, alcune note aggiuntive e un glossario. Segnalo infine lapregevole postfazione di C. Muscatello Seduzione e distruttività.Note per un'antropologia delle perversioni.

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