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Ancora cinema : deliri e cortesie

22 Giu 24

A cura di Gerardo Favaretto

Dopo “Poor things “del 2023   tradotto nella versione italiana “Povere creature” ( non sono certo che non si potesse fare di meglio con la traduzione ) , Y. Lantimos esce ,  un anno dopo con un film aspro, duro, esplicito, imprevedibile, illegittimo, senza limiti , in una parola straordinario.
Se il tema di Poor things era centrato sullo sguardo sovversivo e meravigliato della mente di un infante in un corpo di una donna adulta e sulla sovversione di ogni convinzione che dà senso all’ ordinario e se in quella storia, con perseverazione inarrestabile, veniva smontato il senso delle false coscienze e la potenza del divenire e dell’apprendere in libertà,  nel film di quest’anno Lantimos dà un colpo all’acceleratore nella demolizione di ogni  senso comune , spazza via ogni psicologia popolare , ogni convenzione sul mondo degli umani e per farlo usa la leva della paranoia ovvero del delirio.
Garbatamente Kinds of Kindness non viene tradotto (la gentilezza è un posizione verso l’altro connotata da un insieme di emozioni , sentimenti e cognizioni )   cosicché possiamo giocare alla traduzione che più ci piace: il cast è molto simile a quello di Poor things e questo, forse , lascia ai personaggi una scia della precedente avventura .
Il film ha tre episodi ciascuno dei quali irrompe nel tema della follia e del delirio non come un fatto proprio, personale di un singolo individuo, ma come condizione della/e relazione/i fra persone.
Insomma Lasegue e Farlet, Capgras e le Bon e Freud stesso sono   proiettati con una macchina del tempo in una iperbole del mondo occidentale a riconsiderare le loro osservazione sulle forme deliranti del pensiero e la loro coerenza con un contesto dove comunque l’esperienza delirante , anche se radicale , non concede spazi alla sopravvivenza.  Il paradosso è che il fondamento della convinzione delirante è la cura della sopravvivenza stessa , il progressivo espandersi contro ogni senso comune , il conquistare verità assolute imponendo un destino ai personaggi di queste storie. Il delirio si produce dentro la necessità di certezza e condizioni , di abolizione del sospetto verso l’altro , di purificazione assoluta calate nei mondi di una realtà materiale, finita che sottostà a una condizione di precarietà . Il delirio non ha nulla di precario e può sempre contare, nelle forme che son rappresentate dentro il film, sulla garanzia di un altro , qualcuno che sa, che garantisce qualsiasi cosa debba garantire.
Storie completamente folli , nel senso migliore in cui possiamo intendere l’accostamento di queste due parole ; storie quasi inenarrabili ma che alla fine ogni spettatore non distratto si sentirà addosso per il tramite delle emozioni che gli provocano . Storie straordinarie come è straordinario il nostro lavoro di psichiatri.

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