Anticipo qui alcune righe, tratte dal mio saggio sull’Inferno dantesco di prossima pubblicazione, in cui parlo del significato emotivo profondo della “destra” e della “sinistra”. Avevo preso le mosse da un particolare curioso: solo in due occasioni Dante e Virgilio si muovono verso destra; normalmente lo fanno a sinistra.
Seguirà un commento dell’amico e collega Paolo Cioni, riguardante gli aspetti neurofisiologici del problema.
In un saggio di Freud su di un sogno di Cartesio (ripreso in anni più recenti e sviluppato da Romolo Rossi) si parla del significato emotivo profondo di “destra” e di “sinistra”. Nel sogno, Descartes “…credendo di camminare per le strade, era obbligato a piegarsi interamente sul fianco sinistro per poter avanzare verso il luogo dove doveva andare: avvertiva infatti una così grande mancanza di forza al fianco destro che non poteva sostenervisi…” Anche un vento impetuoso tendeva a spostarlo a sinistra e a farlo cadere. Il sogno provocava nel filosofo un’intensa angoscia; doveva, perciò, legarsi ad una situazione conflittuale importante, presente anche nella sua vita vigile.
Pur dando per scontato il carattere sovradeterminato di ogni sogno, Rossi lo riconduce principalmente alla posizione occupata da Cartesio nel contesto culturale del suo tempo. Descartes, in contrasto con molti di coloro che lo avevano preceduto, affermò il primato della razionalità sulle altre facoltà umane. Doveva, perciò, sentire una grande responsabilità nel difendere le sue posizioni dalle tendenze superstiziose e irrazionali, ancora così potenti nella sua epoca. Ciò si rifletteva anche nella sua vita personale ed emotiva. Temeva che il suo lato “destro” fosse privo di forze, ossia non possedesse energie sufficienti per portarlo alla meta desiderata. Dobbiamo supporre che qui “destra” sia simbolo di razionalità e realismo, vale a dire le qualità umane che intendeva affermare. Temeva, inoltre, che ciò che lo spingeva a “sinistra” fosse ancora troppo potente in lui. Qui “sinistra” sta per tutto ciò contro cui lottava: la forza della magia, della superstizione, della fuga nella fantasia. Confrontando l’analisi del sogno con quanto emerge da altri contesti, come quello politico – ed accennando anche ad una possibile base neuro-anatomica e neuro-fisiologica di queste tendenze – Romolo Rossi afferma che la parte “destra” di noi è quella simbolicamente dominata dal principio di realtà, dalla razionalità, e quindi dal pessimismo; essa può spingersi fino al più cinico realismo. Il lato “sinistro”, in contrasto, sta a rappresentare la fantasia e il sentimento dominati dal desiderio, dall’ottimismo, e può spingersi fino alle utopie più folli e disastrose In un individuo sano, esiste un certo equilibrio fra le due forze, anche se ciascuno di noi è, almeno un poco, tendenzialmente spostato a destra piuttosto che a sinistra, o viceversa.
Ed ora l’osservazione di Paolo CIoni:
Rossi ha azzeccato in pieno sulla parte emotiva: emisfero sinistro= gioia, esaltazione. Emisfero destro: tristezza, emozioni negative. Nella foto il neuroscienziato Thomas Collura a Lucca qualche anno fa che mostra l’attivazione emotiva cerebrale con tecniche EEG avanzate: neutra, positiva (sinistra) e negativa (destra)
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