La valutazione può richiedere livelli diversi di complessità; ad un livello più elementare, al valutatore può essere richiesto di registrare semplicemente la presenza o assenza di una ben definita "unità" di comportamento (p. es., "Il p. piange", "Il p. lamenta insonnia", eccetera), oppure di fornire dei giudizi più complessi ed articolati che richiedono di prendere in considerazione anche il contesto in cui il comportamento si manifesta (p. es., "Il p. è delirante ed i suoi deliri influenzano il suo comportamento", "Esprime la convinzione di essere affetto da una grave malattia, anche se ciò non è vero", eccetera). I giudizi semplici sono certamente più attendibili di quelli complessi e sarebbe perciò preferibile che gli item indagassero i singoli comportamenti piuttosto che richiedere inferenze da parte del valutatore. In ogni caso, indipendentemente dalla complessità dell'item, sarebbe opportuno che fosse sempre specificato chiaramente che cosa deve essere preso in considerazione per fornire il giudizio e che cosa deve essere escluso; se si deve valutare l'umore depresso è necessario specificare se si deve tener conto solo di quello che il paziente riferisce o solo degli aspetti comportamentali o di entrambi.

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Parte speciale

CAPITOLO 29 - Gli effetti indesiderati dei trattamenti psicofarmacologici