La valutazione clinica standardizzata deve rispondere ad alcune regole fondamentali ben espresse per la medicina in generale da Deyo e Carter (1992), ma ampiamente valide anche per la psichiatria:
1 – Gli strumenti di valutazione devono essere brevi, di facile impiego e clinicamente significativi poiché nella pratica clinica non sono proponibili strumenti che, per numero di item e/o per difficoltà di applicazione, richiedano un tempo eccessivo. Per essere più accettabili per il medico, questi strumenti dovrebbero fornire anche alcune informazioni relative alla diagnosi ed allo stato psichico, che sono il nucleo essenziale della valutazione psichiatrica.
2 – Gli strumenti di valutazione devono essere generali e completi in modo da esplorare l'intero arco della psicopatologia poiché i pazienti psichiatrici presentano spesso condizioni di comorbidità, o una patologia cosiddetta "di spettro", o quadri clinici complessi; infatti, in queste condizioni, sarebbe difficile e/o limitativo l'impiego di strumenti settoriali.
3 – Gli strumenti di valutazione devono essere standardizzati e metodologicamente validi in modo che le informazioni raccolte possano essere confrontabili con quelle raccolte da altri ricercatori. Frequente è la tentazione di creare strumenti di valutazione "personalizzati", tentazione alla quale è bene cercare di resistere poiché, in caso contrario, si perderebbe la possibilità di confrontare i propri dati con quelli degli altri, a meno di non affrontare il lungo e difficile cammino della validazione del nuovo strumento, ritenendo che esso stesso possa proporsi come standard di riferimento.
4 – Gli strumenti di valutazione devono essere tali da non richiedere un training lungo e faticoso per poterli utilizzare nella pratica clinica; per migliorarne l'affidabilità sarebbe opportuno che il punteggio dei singoli item avesse dei chiari "anchor point" riferiti ad un comportamento il più possibile obiettivo ed univocamente interpretabile.
5 – Almeno una parte degli item deve essere sensibile tanto da rilevare i cambiamenti della sintomatologia nel breve periodo, mentre altri item, cui è devoluto il compito di fornire una descrizione più globale del paziente ed indicazioni circa i suoi bisogni e di predire l'evoluzione della malattia, devono essere più stabili.
6 – Le variabili prese in considerazione non devono avere un eccessivo grado di sovrapposizione tra di loro, anche se è inevitabile un certo grado di correlazione (e quindi di ridondanza).
7 – Gli strumenti di valutazione devono soddisfare le necessità dello psichiatra in termini di informazione e la loro somministrazione non deve risultare faticosa, pesante, tanto per il paziente quanto per lo psichiatra stesso.