L'impiego di una RS richiede che venga preliminarmente stabilito il periodo a cui si riferisce la valutazione. Questo può essere più o meno lungo in funzione del tipo di ricerca. Di solito, per valutazioni nel corso di un trattamento, si fa riferimento a periodi brevi (4-7 giorni), mentre per valutazioni tese ad esplorare fenomeni a più lenta evoluzione (p. es., l'adattamento sociale), si fa riferimento ad intervalli di tempo anche di 2-3 mesi. È evidente che nell'ambito di una stessa ricerca il periodo di tempo esplorato deve essere mantenuto costante.

L'intervallo di tempo entra in gioco anche nella definizione della gravità di un sintomo assieme ad altri tre elementi; l'intensità del disturbo, la sua durata e la frequenza con cui si manifesta. Se il periodo considerato è breve (qualche giorno) ha maggior peso l'intensità del sintomo, se invece il periodo è lungo (diverse settimane) entrano in gioco anche la durata e la frequenza, così, un disturbo persistente ma poco intenso sarà giudicato lieve, un sintomo intenso ma che si manifesta non molto frequentemente sarà considerato medio o lieve, uno intenso e frequente grave o gravissimo.

Solo eccezionalmente le RS contemplano item specifici per la valutazione della soggettività e dell'obiettività di alcuni disturbi, cioè di quanto esperito dal paziente e di quanto osservato dall'investigatore.

Così, ad esempio, il paziente può lamentare disturbi della memoria non obiettivabili o disturbi del sonno che apparentemente non coincidono con quanto riferito dai familiari o dal personale infermieristico: a meno che non si abbia il fondato sospetto di una simulazione, tali disturbi dovranno essere presi in adeguata considerazione poiché rappresentano, con ogni evidenza, un vissuto del paziente.

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CAPITOLO 29 - Gli effetti indesiderati dei trattamenti psicofarmacologici