I primi tentativi di valutazione del piacere sono stati fatti da Cautela e Kastenbaum (1967) con la Reinforcement Survey Schedule – RSS e da MacPhillamy e Lewinsohn (1971) con la Pleasant Events Schedule – PES; entrambi gli strumenti chiedono al soggetto di valutare su una scala a 5 punti il grado di piacere o di gioia che egli ha ricavato da un certo numero di attività e di eventi considerati dalla maggior parte delle persone fonte di piacere. Nessuno dei due strumenti è in grado di misurare le differenze individuali delle capacità edoniche poiché non tutte le esperienze riportate sono state vissute da tutti. Più che per misurare il piacere (o la sua riduzione), questi strumenti (e la PES in particolare) sono serviti soprattutto per organizzare attività terapeutiche nell’ambito della terapia comportamentale.

Nello stesso periodo (1972) Watson ha messo a punto (derivando gli item da strumenti precedenti a carattere più generale) la Anhedonia Scale – AS, una scala di eterovalutazione che correla significativamente con altre misure dell’anedonia fisica e sociale e che ha un buon coefficiente di affidabilità.

Uno degli strumenti più usati in questo ambito è senza dubbio la Scales for Physical and Social Anhedonia – SPSA (Chapman et al., 1976). Gli Autori, rifacendosi alle teorie di Rado (1962), di Meehl (1973) e di Stein e Wise (1971), si proponevano di verificare l’esistenza o meno di un rapporto tra anedonia e sviluppo di un disturbo schizofrenico, se, cioè, i soggetti anedonici fossero a rischio per la schizofrenia. È per questo che essi prendono in considerazione l’anedonia come tratto, avendo come limite caratterologico la capacità di provar piacere, piuttosto che come stato, cioè come manifestazione transitoria. Nella loro prospettiva il piacere è caratterizzato da:

  • una forte emozione positiva,
  • un’intensa anticipazione delle esperienze che evocano tale emozione,
  • un ricordo appagante di quell’esperienza,
  • la volontà di impegnarsi per portarla a termine,
  • la tendenza a ripetere quei comportamenti che provocano piacere.

La scala che essi hanno messo a punto è composta da 142 affermazioni relative a quattro settori:

  • Piacere Fisico (40 item), prende in considerazione un’ampia varietà di piaceri espressi mediante affermazioni del tipo: "La bellezza del tramonto è ampiamente sopravvalutata", "Il sesso è OK, ma non così tanto divertente come la maggior parte delle persone sostiene che sia", eccetera;
  • Piacere Sociale (48 item), prende in considerazione una serie di situazioni interpersonali accessibili a tutti, espresse mediante affermazioni quali: "Spesso mi ha fatto piacere avere lunghe discussioni con gli altri", "Mi ha fatto piacere flirtare con una donna (con un uomo, se è una donna)", "Incontrare i vecchi amici è una delle cose che mi fa più piacere", eccetera;
  • Controllo (17 item), comprende un insieme di item di controllo per verificare che i soggetti rispondano in maniera meccanica o acquiescente: si tratta di affermazioni alle quali pressoché tutti rispondono allo stesso modo (ad esempio, "Talvolta mi sento assonnato o stanco") per cui un certo numero di risposte diverse da quelle comuni (almeno 3) mette in discussione la validità del test;
  • Desiderabilità (37 item), per evitare che le risposte al test siano influenzate da elementi riferibili alla desiderabilità sociale (una classe sociale piuttosto che un’altra, un’età invece di un’altra, eccetera), sono state inserite affermazioni specificamente riferite alla desiderabilità sociale in modo da poter eliminare quegli item dell’anedonia che correlano con quelli della desiderabilità eliminando così la varianza dovuta alla desiderabilità sociale.

Successive revisioni delle scale fisica (61 item) e sociale (40 item) non sono state pubblicate.

La scala è di autovalutazione con risposte dicotome (Sì/No); le sue caratteristiche psicometriche sono state ampiamente studiate e sono risultate di buon livello.

Brown e collaboratori (1979) hanno messo a punto due versioni, una di autovalutazione (Pleasurable Activity Self-Rating Scale – PASRS) ed una di eterovalutazione (Pleasurable Activity Observer Rating Scale – PAORS), dello stesso strumento, una scala di 92 item che descrivono eventi ed attività potenzialmente piacevoli di cui stabilire con quale frequenza vengono sperimentati ed il piacere che hanno procurato (da 1, non piacevole a 7 estremamente piacevole). È interessante osservare che depressi e schizofrenici si comportano in maniera contrapposta all’auto ed all’eterovalutazione: gli schizofrenici mostrano un maggiore coinvolgimento nelle attività ma riferiscono un livello minore di piacere ricavato, i depressi hanno un minore coinvolgimento nelle attività, ma riferiscono una maggiore soddisfazione.

MacPhillamy e Lewinsohn, partendo dalla PES, hanno messo a punto alcuni anni dopo (1982), la Mood-Related Pleasant Events Schedule – MRPES, uno strumento che indaga con quale frequenza, nel corso dell’ultimo mese, gli eventi piacevoli indicati nei 49 item sono capitati al paziente e in che misura egli ne ha tratto piacere; in entrambi i casi il punteggio può variare da 0 a 2 [per la frequenza, 0 = mai accaduto nell’ultimo mese, 1 = accaduto poche volte (1-6 volte), 2 = accaduto spesso (7 volte); per il piacere, 0 = neutro o non piacevole, 1 = lievemente o moderatamente piacevole, 2 = fortemente o estremamente piacevole].

I due punteggi possono essere usati sia separatamente, sia come moltiplicatori (frequenza per piacere provato) per creare un punteggio derivato; nel primo caso il punteggio deriva dalla somma dei punteggi divisa per il numero degli item, nel secondo caso, per ogni item il punteggio della frequenza viene moltiplicato per quello del piacere, i risultati vengono sommati e la somma viene divisa per il numero degli item. Più elevato è il punteggio, più frequentemente si sono verificati eventi piacevoli e maggiore è il piacere ricavatone. Oltre a questi punteggi totali, la MRPES fornisce il punteggio anche in due utili subscale, quella delle interazioni sociali piacevoli (derivata da 5 item: 12, 14, 15, 42 e 49) e quella della competenza/indipendenza (derivata da 6 item: 11, 19, 25, 28, 33, 35 e 45).

Nel 1983 Fawcett e collaboratori hanno proposto la Pleasure Scale – PS al fine di:

  • fornire una valutazione quantitativa dell’anedonia,
  • stabilire se l’anedonia abbia un rapporto esclusivo con una specifica patologia psichica,
  • verificare se fosse possibile distinguere un sottogruppo di depressi gravemente anedonici che rispondessero ai criteri della depressione "endogenomorfica" di Klein (1974), una forma di depressione associata a specifici disturbi funzionali del SNC, caratterizzata, appunto, dall’anedonia e che risponderebbe meglio al trattamento con antidepressivi triciclici.

La scala si compone di 36 item che illustrano, ciascuno, situazioni che generalmente sono considerate gratificanti; al paziente viene chiesto di immaginare l’entità del piacere che egli potrebbe ricavare da ciascuna di esse (indipendentemente dalla reale possibilità di realizzarle) e di indicarlo su di una scala a 5 punti (da 1, nessun piacere a 5, piacere estremo e durevole). La scelta di far riferimento a situazioni ipotetiche, non attuali, ha lo scopo di incoraggiare il paziente a rispondere liberamente, svincolato dalla sintomatologia in atto che, in alcuni casi, potrebbe indurlo a negare ogni forma di piacere attuale. La scala ha dimostrato una buona consistenza interna ma è risultata non particolarmente correlata con altre scale che misurano la depressione. La maggior parte dei depressi (88%) ha punteggi sostanzialmente simili a quelli dei controlli sani; solo una minoranza dei pazienti mostra una marcata anedonia, corrispondente all’impressione clinica (Fawcett et al., 1983).

La Snaith-Hamilton Pleasure Scale — SHAPS (Snaith et al., 1995) è una scala di autovalutazione composta da 14 item che esplorano gli interessi (radio-TV, hobby, cura di sé, lettura), il piacere della tavola, le interazioni sociali (familiari, amici, prestarsi per gli altri, ricevere apprezzamenti), le esperienze sensoriali (un bagno caldo o freddo, la vista di paesaggi, una giornata di sole, eccetera); il soggetto deve dire se è d’accordo o in disaccordo (totalmente o abbastanza) con quanto espresso in ciascun item e solo in caso di disaccordo (totale o parziale) viene assegnato un punto a quell’item. Il punteggio totale della scala può andare quindi da 0 a 14 e punteggi di 3 o più indicano una significativa riduzione delle capacità edoniche. Le caratteristiche psicometriche della scala sembrano essere buone, anche se sono necessarie ulteriori validazioni.

Prima di concludere, vogliamo far menzione della Pleasure Scale for Children – PSC messa a punto da Kazdin (1989) per valutare l’anedonia nei bambini di età scolare. La scala, di autovalutazione, è composta da 39 item, parzialmente derivati dalle Scales for Physical and Social Anhedonia (Chapman et al., 1976), che esplorano i piaceri fisici, i sensi, le funzioni appetitive, le funzioni sociali, eccetera. Il bambino deve dire se questi eventi ed attività lo rendono "molto felice" (3), "felice" (2) o "per niente felice" (1), per cui l’anedonia è tanto maggiore quanto più bassi sono i punteggi. La scala è risultata correlare positivamente con altre misure di sensazioni piacevoli.

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Parte speciale

CAPITOLO 29 - Gli effetti indesiderati dei trattamenti psicofarmacologici