Sotto l’egida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) e della Alcohol, Drug Abuse, and Mental Health Administration (ADAMHA) degli USA, nell’ambito di un progetto congiunto "WHO/ADAMHA Joint Project on Diagnosis and Classification of Mental Disorders, Alcohol and Drug Related Problems" è stata sviluppata la Composite International Diagnostic Interview – CIDI (Robins et al., 1988) che mantiene le principali caratteristiche della DIS (ed in particolare l’approccio completamente strutturato), ma che incorpora alcune parti del PSE (di cui abbiamo già parlato in questo capitolo) e consente di porre diagnosi, oltre che secondo i criteri di Feighner, gli RDC ed il DSM-III, anche secondo il DSM-III-R e l’ICD-10. È uno strumento che tenta di conciliare la tradizione diagnostica europea con quella americana e che può essere utilizzato per ricerche cliniche ed epidemiologiche anche in ambiti culturali diversi o per indagini transculturali. La CIDI si basa pressoché esclusivamente sulle risposte a 276 domande (ma alcune possono essere omesse) poste in maniera standardizzata, relative ai sintomi, alla loro rilevanza clinica, a quando si sono manifestati per la prima e per l’ultima volta, alla loro durata, eccetera. Le risposte sono rigorosamente categoriali (Sì/No). Per la sua somministrazione non è necessaria alcuna esperienza clinica, essendo sufficiente un training adeguato di circa una settimana. Un programma computerizzato consente la formulazione completamente automatizzata della diagnosi con un elevato grado di attendibilità. La sua prima versione risale al 1988 ed è stata tradotta in almeno 16 lingue. La versione principale è stata successivamente modificata e adattata in versioni parallele o ridotte per poter essere impiegata in ambienti culturali diversi:

• la CIDI-Core – CIDI-C, che consente di porre diagnosi soltanto secondo il DSM-III-R e l’ICD-10 poiché omette gli item specifici per gli altri criteri; fornisce inoltre minori informazioni sull’insorgenza dei sintomi poiché non indaga, come la versione integrale, l’epoca di insorgenza del primo e dell’ultimo episodio per tutti i sintomi, ma solo per quelli necessari per porre diagnosi;

• la CIDI-Substance Abuse Module – CIDI-SAM è stata studiata per raccogliere informazioni dettagliate sull’uso di alcol, droghe e tabacco e per formulare la diagnosi di dipendenza secondo tutti i criteri diagnostici;

• la CIDI-AUTO, completamente somministrabile tramite il computer;

• la UM-CIDI, sviluppata presso l’Università del Michigan;

• la CIDI-PCM, adatta per l’uso nell’ambito della medicina di base ed usata, fra l’altro, nello studio multicentrico del WHO sui disturbi psichici in medicina generale;

• la Munich-CIDI, che utilizza i criteri del DSM-IV e che è disponibile sia nella versione "lifetime" (M-CIDI-LT) che in quella relativa alla sintomatologia comparsa negli ultimi 12 mesi (M-CIDI-12 Months).

Il particolare interesse di queste due interviste diagnostiche, la DIS e la CIDI, sta nel fatto che, per la loro forte strutturazione, si prestano all’utilizzo anche da parte di persone con scarsa esperienza clinica, ma che abbiano effettuato un adeguato training e che, per la comprensività dell’indagine, sono particolarmente indicate nelle indagini epidemiologiche su vasta scala.

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CAPITOLO 29 - Gli effetti indesiderati dei trattamenti psicofarmacologici