"Coping" significa, letteralmente, "far fronte, tener testa (con successo)".

Nel suo significato originale, il coping deve essere inteso come la normale modalità di risposta ai problemi normali, comuni, della vita. In un’ottica più limitata, quando si parla di coping ci si riferisce al comportamento che le persone mettono in atto per evitare di essere danneggiate psicologicamente da esperienze sociali problematiche, un comportamento che modula l’impatto che la società ha sopra i suoi membri. Poiché l’attenzione è generalmente focalizzata su condizioni potenzialmente pericolose, sullo stress, le scienze sociali hanno finito per delegare i problemi e lo studio del coping alla psichiatria. Questo ha portato a considerare il coping come un meccanismo di difesa altamente individualizzato contro le minacce, gli stress, che emergono in specifiche situazioni personali.

Molti ritengono che lo stress sia un evento imprevisto che capita loro, un qualcosa di diverso dal solito, per lo più con connotazioni negative; altri pensano invece che lo stress sia ciò che accade loro a livello fisico, psichico o comportamentale (come palpitazioni, ansia, mangiarsi le unghie, ecc.) in conseguenza di un evento di tal genere. In effetti, tanto gli eventi che le nostre risposte ad essi fanno parte dello stress, ma sono soltanto degli aspetti parziali, non ne costituiscono l’essenza; l’aspetto costitutivo, fondante, dello stress è il modo in cui noi viviamo nella nostra mente gli eventi della nostra vita, le situazioni nelle quali veniamo a trovarci.

Quando ci capita qualcosa, automaticamente noi valutiamo mentalmente la situazione e decidiamo se questa rappresenta o meno una minaccia al nostro equilibrio, in che modo dobbiamo confrontarci con essa, con quali mezzi, con quali strumenti: se il risultato di quest’analisi è che, a nostro avviso, la situazione supera le nostre capacità di farvi fronte, allora la etichettiamo come "stressante" e reagiamo con la classica "risposta allo stress", se riteniamo, invece, che le nostre capacità siano adeguate per far fronte alla situazione, allora non la considereremo "stressante".

Va da sé che ciascuno vede le situazioni da un punto di vista soggettivo, in funzione della sua personalità e delle sue peculiari capacità di reazione, per cui lo stesso evento può risultare stressante per alcuni, ma non per altri. Per lo stesso motivo, anche la risposta sarà diversa da un individuo all’altro.

È bene precisare che le situazioni che noi definiamo stressanti non sono necessariamente tutte negative dato che anche situazioni positive possono essere vissute come stressanti perché non ci sentiamo del tutto capaci di farvi fronte: non è eccezionale che eventi come la nascita di un figlio, ottenere una promozione, vincere una forte somma, eccetera, che non sono di per sé eventi negativi o minaccianti, finiscano per diventare stressanti perché il soggetto, nella sua valutazione, non si sente pronto a, o capace di, farvi fronte.

Possiamo dire, dunque, che molti eventi della vita sono potenzialmente stressanti, ma è soltanto il modo in cui noi li viviamo che determina se sono o meno un problema per noi; non sono loro di per sé, ma il come li percepiamo ed il come reagiamo ad essi che determinano il tipo di impatto sulla nostra salute, se hanno, cioè, un effetto fortificante, maturante, motivante, o se hanno, invece, un effetto negativo sulla nostra salute fisica e psichica e sul nostro equilibrio sociale. Rispondendo abitualmente in maniera negativa rischiamo di compromettere la nostra salute ed il nostro benessere; è necessario, perciò, imparare a gestire lo stress in maniera più efficiente e positiva, e questo lo possiamo fare solo se siamo in grado di capire noi stessi e le nostre modalità di reazione alle situazioni stressanti, ma anche e soprattutto se siamo capaci di capire che cos’è, nella sua sostanza, il coping ed impariamo ad usarlo nella maniera più adeguata.

Il concetto di coping

Il coping, per dirla in breve, è semplicemente un modo per interrompere il ciclo dello stress bloccando la risposta allo stress. Poiché numerosi sono gli strumenti, le vie, i metodi attraverso cui è possibile affrontare le situazioni stressanti, il coping può essere definito in termini di strategie o di tattiche, di risposte, di conoscenze o di comportamenti e se ne può prendere coscienza attraverso l’introspezione (eventi interni) o l’osservazione (comportamento visibile).

In un’ottica cognitivo-relazionale, il coping può essere definito come l’insieme degli sforzi cognitivi e comportamentali per far fronte a specifiche esigenze esterne ed interne che sono vissute come imposizioni o come superiori alle risorse del soggetto (Lazarus, 1991). Nella sua concettualizzazione dobbiamo tenere presenti alcuni aspetti importanti:

  • che il prerequisito essenziale perché prenda avvio il processo di coping è la valutazione cognitiva di essere in presenza di una situazione cui non è possibile sottrarsi;
  • che è sempre necessario fare uno sforzo per affrontare la situazione, anche se non è indispensabile il raggiungimento del pieno successo;
  • che lo sforzo non deve necessariamente esprimersi in un comportamento visibile, ma può essere anche diretto agli aspetti cognitivi;
  • le risorse (personali e sociali) per il coping (coraggio, ottimismo, coerenza, supporto sociale, eccetera) sono una premessa importante per lo svolgimento (e l’esito) del processo di coping.

Quanto alle risorse, dobbiamo dire che, oltre ad essere importanti di per sé, sono importanti anche come percezione soggettiva poiché, a parità di risorse e di situazione stressante, una percezione negativa delle proprie risorse rende il soggetto più vulnerabile allo stress mentre una percezione positiva rappresenta un fattore prognosticamente favorevole (Bandura, 1992).

L’autostima è un elemento cruciale del coping, è ciò che fa la differenza nel modo in cui le persone pensano, agiscono, provano. La risposta allo stress è prefigurata nel pensiero ed i soggetti anticipano scenari ottimistici o pessimistici in accordo con il loro livello di autostima e, una volta avviata l’azione di coping, i soggetti con maggiore autostima investono più energie ed insistono più a lungo di quelli con più bassa autostima. In caso di intoppi, i primi reagiscono con maggiore prontezza, si confrontano con soluzioni alternative per il raggiungimento dei propri fini. Un sentimento di capacità può essere acquisito grazie ad esperienze positive, al supporto psicosociale, a feedback positivi.

Non esiste un modo "giusto" per fronteggiare una determinata situazione: il modo "giusto" è quello che ciascuno di noi ritiene sia la strategia migliore per quella specifica situazione, in quel momento ed in funzione del proprio "stile" personale di coping. Come vedremo tra poco, esistono stili diversi di coping e nessuno è peggiore degli altri; le diverse strategie spesso vengono variamente associate per affrontare specifiche situazioni di stress oppure vengono impiegate in momenti diversi, vuoi per far fronte all’evolversi della situazione, vuoi per l’inefficacia delle strategie adottate in prima istanza.

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Parte speciale

CAPITOLO 29 - Gli effetti indesiderati dei trattamenti psicofarmacologici