Luigi Roncoroni (1865-1957), medico psichiatra formatosi nel manicomio di Torino, fu allievo di Cesare Lombroso, professore ordinario di clinica delle malattie nervose e mentali prima alla Regia Università di Cagliari, poi in quella di Parma.
Egli dedicò la parte terza del suo trattato Introduzione alla clinica delle malattie nervose e mentali, (UTET, Torino, 1910), alla Etiologia delle malattie nervose e mentali (pp. 175-211). passando in rassegna le voci:
× Eredità
× sesso, età, professione, stato civile
× meteore, terreni, razza, civiltà,traumi
× malattie infettive
× intossicazioni
× malattie del ricambio
× alterazioni delle ghiandole a secrezione interna
× esaurimento
× arterio-sclerosi
× malattie nervose causa di malattie mentali
× modificazioni fisiche e fisico-chimiche
× cause riflesse
× cause psichiche (emozioni angosciose, traumi morali, spavento, prigionia, guerre, terremoti, suggestione e contagio psichico, follie nuziali)
E, a proposito di Meteore, terreni, razza, civiltà, traumi, scriveva:
E’ noto come al sorgere dei primi caldi si abbia un aumento delle ammissioni degli alienati ai manicomi e come nelle zone delle alte montagne sia frequente il gozzo e il cretinismo.
Certi paesi danno poi un alto contingente di delinquenti e di alienati, forse perché vi si sommano le cause ereditarie, geologiche di razza e occasionali.
Quanto alla razza è noto che gli ebrei, pur essendo assai meno dediti agli abusi alcoolici dei popoli in mezzo ai quali vivono, sono però più predisposti alle malattie mentali e e nervose, specialmente a quelle in rapporto colla degenerazione ereditaria. Vi hanno probabilmente influenza i matrimoni tra consanguinei.
La tendenza al suicidio è in alcune regioni assai più manifesta che in altre: per es. assai più nella Sassonia che in altri Stati tedeschi che nei latini. La tendenza all’alcool è più spiccata nei popoli tedeschi che nei latini; i delitti di sangue sono enormemente più frequenti nei popoli meridionali che nei settentrionali; in Italia assai più nel Sud che nel Nord. La paralisi progressiva è rara in Irlanda, Spagna, Bosnia, Persia ecc., frequente in Germania e in Inghilterra.
Malgrado l’aumento notevolissimo e talora impressionante degli alienati nei manicomi, si sostiene (Tamburini, Tanzi) che esso non è che apparente, e dovuto, oltre che all’aumento della popolazione, alla minore ripugnanza che man mano vanno diffondendosi per la cura nei manicomi, alla maggiore facilità del ricovero, […] alla coscienza dei benefici effetti della terapia nei manicomi bene organizzati, all’aumentato desiderio di allontanare dalle case e dalle vie lo spettacolo doloroso delle idiozie, degli imbecilli, dei dementi, anche se non sono pericolosi, all’aumento dell’alcoolismo e della sifilide, alla maggiore sicurezza e precisione delle diagnosi, ed a cause consimili.
Giustamente afferma Kraepelin che le condizioni di vita sempre più complesse e le singole forze di lavoro sempre più preziose accrescono sempre più le difficoltà di tenere gli ammalati e curarli fuori dal manicomio […].
Non v’è dubbio che la lotta per la vita è attualmente assai più grave che non un quarto di secolo fa; il numero dei vinti è necessariamente quindi maggiore, e i vinti si raccolgono fatalmente in maggior numero fra i disintegrati, e quindi fra i predisposti alla pazzia, sui quali vien quindi ad agire un cumulo di fattori psichici deprimenti, che costituiscono altrettante cause determinanti, tutt’altro che trascurabili, dello sviluppo di forme morbose psichiche.
Il paragrafo si chiude con una lunga citazione di Emil Kraepelin:
È assai probabile però che abbia ragione Kraepelin quando dice che “per ciascun male dell’umanità nasce in breve un rimedio per farlo guarir: una nuova crescente generazione entrerà nella lotta per la vita con forze più fresche e con germi migliori, ed imparerà ad adattarsi alle mutate condizioni della vita. d’altra parte le svariate iniziative per mitigare la miseria, per educare il popolo ai suoi nuovi doveri, svilupperanno gradualmente le loro azioni benefiche e aiuteranno anche i deboli che non possono con le loro forze seguire i nuovi tempi”.
Egli dedicò la parte terza del suo trattato Introduzione alla clinica delle malattie nervose e mentali, (UTET, Torino, 1910), alla Etiologia delle malattie nervose e mentali (pp. 175-211). passando in rassegna le voci:
× Eredità
× sesso, età, professione, stato civile
× meteore, terreni, razza, civiltà,traumi
× malattie infettive
× intossicazioni
× malattie del ricambio
× alterazioni delle ghiandole a secrezione interna
× esaurimento
× arterio-sclerosi
× malattie nervose causa di malattie mentali
× modificazioni fisiche e fisico-chimiche
× cause riflesse
× cause psichiche (emozioni angosciose, traumi morali, spavento, prigionia, guerre, terremoti, suggestione e contagio psichico, follie nuziali)
E, a proposito di Meteore, terreni, razza, civiltà, traumi, scriveva:
E’ noto come al sorgere dei primi caldi si abbia un aumento delle ammissioni degli alienati ai manicomi e come nelle zone delle alte montagne sia frequente il gozzo e il cretinismo.
Certi paesi danno poi un alto contingente di delinquenti e di alienati, forse perché vi si sommano le cause ereditarie, geologiche di razza e occasionali.
Quanto alla razza è noto che gli ebrei, pur essendo assai meno dediti agli abusi alcoolici dei popoli in mezzo ai quali vivono, sono però più predisposti alle malattie mentali e e nervose, specialmente a quelle in rapporto colla degenerazione ereditaria. Vi hanno probabilmente influenza i matrimoni tra consanguinei.
La tendenza al suicidio è in alcune regioni assai più manifesta che in altre: per es. assai più nella Sassonia che in altri Stati tedeschi che nei latini. La tendenza all’alcool è più spiccata nei popoli tedeschi che nei latini; i delitti di sangue sono enormemente più frequenti nei popoli meridionali che nei settentrionali; in Italia assai più nel Sud che nel Nord. La paralisi progressiva è rara in Irlanda, Spagna, Bosnia, Persia ecc., frequente in Germania e in Inghilterra.
Malgrado l’aumento notevolissimo e talora impressionante degli alienati nei manicomi, si sostiene (Tamburini, Tanzi) che esso non è che apparente, e dovuto, oltre che all’aumento della popolazione, alla minore ripugnanza che man mano vanno diffondendosi per la cura nei manicomi, alla maggiore facilità del ricovero, […] alla coscienza dei benefici effetti della terapia nei manicomi bene organizzati, all’aumentato desiderio di allontanare dalle case e dalle vie lo spettacolo doloroso delle idiozie, degli imbecilli, dei dementi, anche se non sono pericolosi, all’aumento dell’alcoolismo e della sifilide, alla maggiore sicurezza e precisione delle diagnosi, ed a cause consimili.
Giustamente afferma Kraepelin che le condizioni di vita sempre più complesse e le singole forze di lavoro sempre più preziose accrescono sempre più le difficoltà di tenere gli ammalati e curarli fuori dal manicomio […].
Non v’è dubbio che la lotta per la vita è attualmente assai più grave che non un quarto di secolo fa; il numero dei vinti è necessariamente quindi maggiore, e i vinti si raccolgono fatalmente in maggior numero fra i disintegrati, e quindi fra i predisposti alla pazzia, sui quali vien quindi ad agire un cumulo di fattori psichici deprimenti, che costituiscono altrettante cause determinanti, tutt’altro che trascurabili, dello sviluppo di forme morbose psichiche.
Il paragrafo si chiude con una lunga citazione di Emil Kraepelin:
È assai probabile però che abbia ragione Kraepelin quando dice che “per ciascun male dell’umanità nasce in breve un rimedio per farlo guarir: una nuova crescente generazione entrerà nella lotta per la vita con forze più fresche e con germi migliori, ed imparerà ad adattarsi alle mutate condizioni della vita. d’altra parte le svariate iniziative per mitigare la miseria, per educare il popolo ai suoi nuovi doveri, svilupperanno gradualmente le loro azioni benefiche e aiuteranno anche i deboli che non possono con le loro forze seguire i nuovi tempi”.
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