Placido Consiglio (1877-1959), psichiatra militare italiano, pubblicò i suoi Studii di psichiatria militare in 4 articoli comparsi sulla Rivista sperimentale di freniatria di Reggio Emilia nel 1912 ( I degenerati nell’Esercito)[1]; nel 1913 (Le forme di alienazione mentale dei militari), nel 1914 (Studii di psichiatria militare parte III) e del 1915 (Studii di psichiatria militare parte IV) firmandosi come Assistente onorario della Clinica delle Malattie Nervose del prof. Mingazzini.
In premessa afferma “il dovere e il diritto, insieme, di ciascun aggregato, di combattere la formazione e l’ingresso nella vita collettiva, dei degenerati e dei deboli, mercé la igiene e la medicina sociale e con processi razionali e positivi di viricultura umana (sic!!); e che “la costituzione moderna dell’esercito esclude l’adattamento degli anormali avventurieri, instabili e desiderosi del nuovo […].La disciplina facilita l’emergere del disadattamento nei soggetti predisposti; […] essi, ora, soltanto negli eserciti coloniali sono bene utilizzabili, nella lotta contro popoli meno evoluti, e contro le avversità naturali.
Il numero dei soggetti anomali, degenerati, deboli è in aumento perché lo sviluppo della civiltà “è un virus di notevole efficienza tossica quando essa si svolge in individui mal preparati […]. Le cause molteplici di degradamento del sistema influiscono sinistramente sulla prole; cento ragioni di natura tossica od infeziosa isteriliscono il germe umano, o perturbano e deviano lo sviluppo dei teneri germogli e ne intristiscono le fonti della vita.
Nell’esercito, Scuola della nazione, “più agevolmente vivono e si agitano i giovani meglio preparati ed educati, sin dalla scuola alla tempra inibitoria, al severo diuturno self control di una vita sociale superiore, così come Turati auspicava per addivenire alla nazione armata, e come i giapponesi si prepararono per le grandi vittorie di questi ultimi anni”. Ma nella società aumenta la delinquenza minorile con il crescere progressivo dei recidivi per condanne di tribunali borghesi, antecedenti al servizio militare onde è da concluderne che di molto la criminalità dell’esercito scemerebbe, se fosse possibile profilassarlo anche contro tutti i precocemente viziosi e criminali. Di qui il continuo e progressivo incremento delle riforme, dall’esercito, per malattie nervose e mentali, intendendo per malattie nervose le forme nevrotiche varie, dalla corea all’epilessia, dall’isterismo alla nevrastenia od al sonnambulismo. […] [Il] lavoro di selezione “si continua tutti i giorni, e a tutte le ore, per parte specialmente dei medici militari, i quali, nei reggimenti, sorvegliando i sospetti, visitando i puniti di prigione o quelli che abitualmente mantengono cattiva condotta, esaminando i tardivi nello apprendere, i timidi od i bugiardi, e coloro che facilmente si danno ammalati o simulano infermità, e andandoli poi tutti quanti in osservazione negli ospedali, insieme a quelli che presentarono episodii nevrotici, di convulsioni o di possibili equivalenze, o perturbamenti emotivi improvvisi o violenti, ecc. contribuiscono grandemente al risanamento morale della collettività. […] Vi è quindi un grande bisogno di scienze psichiatriche per tutti gli ufficiali medici […] soprattutto negli ospedali.
Seguono i dati riferite all’andamento delle riforme nel periodo 1898-1906, “salite anche per i militari in servizio per ragioni di disadattamento da 112 a 265 per le psicopatie e le insufficienze mentali, e da 228 a 450 per le nevrosi, essenzialmente epilessia od isterismo grave degenerativo.[…] Contemporaneamente sono salite le cifre dei riformati tra le reclute dei primi due mesi di servizio, cioè ai primi urti del nuovo ambiente; […] psicosi da 117 a 161; le nevrosi da 239 a 428”.
Mentre sino a pochi anni fa isterismo, epilessia, psicosi e frenastenia rappresentavano i 4 poli attorno ai quali si aggirava la diagnostica, e quindi la motivazione di riforma, oggidì, dopo gli studii di psicologia morbosa e criminale, predominano nella percentuale dei riformati tutte quelle forme accentuate di deviazione evolutiva, di disarmonie nello sviluppo cerebrale, di ipostenie psichiche, di incompletezze od irregolarità della mente, di deficienze morali notevoli, di gravi imperfezioni reattive del temperamento: anomalie cioè del carattere e della affettività più ancora che vere malattie mentali ben definite, le quali però, per le tendenze impulsive e di violenza, costituiscono pericolo e danno alla collettività, minaccia alla disciplina, grave disperdimento di lavoro utile, e motivi irriducibili di inadattabilità all’ambiente.
A fronte di tali problemi una delle opzioni è quella di restaurare “i corpi franchi, o reparti appositi come i corpi speciali d’Africa dei francesi o in qualche altro modo” o fare come in Germania, nella quale è stata discussa la quistione se è lecito sottrarli all’obbligo di servire il paese, tanto più che molti dei degenerati, in condizioni opportune, possono bene utilizzarsi, e per il loro spirito d’avventura, per lo sprezzo irriflessivo del pericolo, per la temeraria ed audace iniziativa, hanno reso spesso servigi nelle spedizioni coloniali, o nei grandi disastri, o nelle guerre.
La psichiatria militare ha quindi un ruolo importantissimo nel riconoscere “quella categoria, assai numerosa di individui, i quali dal punto di vista mentale stanno in una zona intermedia tra la ragione e la follia (zona grigia di Maudsley), per lo più ereditarii degenerati.[…] Allo stato attuale della legislazione, sono sballottati tra carceri e manicomi, ora che mancano degli stabilimenti intermedi per ricoverarli e curarli specialmente col lavoro. Essi non sono i pazzi, i deliranti, come non sono gli imbecilli e gli idioti che possono preoccupare e danneggiare, in quanto essi sono subito riconosciuti anche dai profani.
Placido Consiglio riferisce delle ragioni del grande interesse in Francia per il problema perché “volendovisi un esercito numeroso anche in tempi di pace (550.000 uomini), bisogna essere molto avari nelle eliminazioni. […] Per questo la Francia, oltre le prigioni ed i reclusorii, ha dovuto da anni impiantare i battaglioni speciali d’Africa, e le compagnie di disciplina, ed i corpi di prova, che valgono tutti a segregare dall’esercito gli irreducibili, gli inadatti, i ribelli, i violenti.
A questo gruppo di soggetti problematici vanno aggiunti i volontari che la Francia recluta perché diventino quadri professionali con una ferma di lunga durata, perché fra questi accorre un gran numero di instabili, di vagabondi dei mestieri, di spostati delle famiglie e della società, di déclassés e deraciné che vanno a infoltire compagnie di disciplina e carceri militari, come riferito da Bolgey al Congresso di Nantes- 1909) dall’esame di 692 dossiers[2].
Jude confermava al riguardo che nei corpi di prova d’Algeri (battaglioni d’Africa) assai pochi sono i sani[…] Essi costituiscono circa i 2/3 di detti Corpi; alcuni sono passivi ed abulici, pigri e suggestionabili, veri deboli mentali; altri più intelligenti, astuti, violenti e quindi più pericolosi, anche perché s’impongono, trascinano, suggestionano, e cioè incubi e succubi della folla delinquente. Per dire che nelle truppe coloniali molti sono i volontari, attirati da possibili vite di avventura, e quindi in buon numero degenerati o anomali. […]
La Francia ha istituito i battaglioni di fanteria leggera d’Africa, reclutati nella feccia della popolazione delle grandi città; ha le sue compagnie di fucilieri di disciplina in cui l’esercito riversa i suoi incorreggibili, simulatori, mutilatori ecc; ha i corpi di prova che servono ( o dovrebbero servire) quale filtro per gli indisciplinati; ha i reclusorii; ha istituito infine, da anni, la legione straniera, formata tutta da arrolati volontariamente, per gran parte spostati, avventurieri, vagabondi, di già condannati, e molti anche riformati od espulsi dalle truppe metropolitane […] Questi corpi costituiscono il gran focolaio di mentalità anormali o deviate, o di vere psicopatie misconosciute all’origine e nelle manifestazioni successive; […]non si emendano, non migliorano, non rendono affatto, tranne che per la legione straniera nelle guerriglie continue contro gli tuaregs e i marocchini.
Ciò che succede in Francia, accade anche in altri eserciti come quello olandese, al cui riguardo Consiglio cita uno studio di Tempelmaus Plat e Casparie sulle compagnie di disciplina.
In Italia la presenza dei degenerati è nella proporzione di circa il 30% negli stabilimenti militari di pena […] essenzialmente nocivi alla vita di un aggregato umano così speciale, oltre che inadattabili alle funzioni di esso, ed ineducabili dopo la pena. La proporzione sarà stata ben maggiore quando meno larga e pronta era la selezione morale, che i medici militari oggidì hanno il vanto di attivare alacremente con che soltanto può combattersi il funesto misdeismo […]. Il male persisterà e i risultati saranno nulli – anche per gli emendabili, corrotti dagli anormali o dai degenerati e viziosi- se non si procederà ad uno sgombero più attivo e pronto della collettività per parte di questi detriti umani. […]
In tutti gli eserciti si ritrova lo stesso fenomeno di aumento progressivo nei riformati per anomalie della personalità come confermato nel 1909 dal prof. Cramer della Clinica di Gottingen in Germania per il quale “I veri degenerati […] che più danno da fare perché non tutti sono inutilizzabili, ed alcuni possono essere d’inestimabile aiuto in guerra, ed inoltre perché per una certa parte di essi l’anormalità è più del carattere e quindi del campo affettivo che non della intelligenza, sì che, più pericolosi, sono più facilmente misconosciuti. […]fra di essi degenerati vi è poi il gruppo dei difettosi morali, appartenenti all’armata del vizio, ladri, souteneurs o criminali. Particolarmente pesante l’alcoolismo cronico, per lo più su fondo degenerativo, con brutalità verso gli inferiori”.
Consiglio riferisce infine delle diagnosi nel Reparto osservazione dell’O.M. di Roma di 842 casi “di anormalità psiconervose varie” dal 1 gennaio 1904 al 31 marzo 1908 per concludere che : “nel complesso di gran lunga predominano […] la degenerazione morale e l’epilessia, non frequentemente motoria, ma nelle sue varie equivalenze psichiche e affettive.; esse costituiscono il massimo problema igienico e medicolegale, non solo dell’esercito, ma di tutta la grande collettività umana […].tanto più che essi sono dannosi […] anche – e più specialmente forse- per la triste potenza riproduttrice […] onde si forma una vera fatale selezione regressiva della razza, e la degenerazione molteplice della prole, intossicata sulle sorgenti stesse della vita fisica e nervosa, e di poi educata nel pernicioso ambiente amorale e vizioso che costituisce una vera cultura di tutte le tendenze anormali dello spirito, le acuisce e le alimenta, moltiplica ed aggrava le forme inferiori di adattamento sociale!
Luigi Benevelli
Mantova, 1 agosto 2017
Nota: i corsivi sono del redattore
P.S. il 26 luglio scorso è morto all’età di 80 anni Ernesto Muggia, amico e compagno carissimo, presidente onorario di UNASAM, tra i costruttori del movimento delle famiglie e degli utenti dei servizi pubblici di assistenza psichiatrica. In premessa ad ogni suo discorso poneva il dovere, l’urgenza della lotta allo stigma, vera pre-condizione per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo di salute mentale.
Lui, che era di famiglia ebraica e sapeva per conoscenza diretta degli eventi cosa vuol dire essere discriminati, respinti, violentati, ci ricordava che a cambiare devono essere sì i persecutori, ma anche le vittime e che le vie del benessere sono assai aspre e richiedono grande applicazione, determinazione, intelligenza delle cose da parte di molti.
b) rispetto all’istruzione, 8 illetterati, 62 sapevano leggere e scrivere, 518 avevano certificati di studii, 10 il baccellierato, 3 la licenza in diritto;
c) riguardo alla condizione sociale, 103 appartenevano a famiglie rurali, 589 a cittadine;
d) riguardo alla provenienza, 207 venivano dai battaglioni d’Africa (reparti speciali), 91 dalle compagnie di disciplina, 141 dall’esercito coloniale, 152 da tutte le truppe metropolitane, 88 dalla marina […];
e) rispetto agli antecedenti criminali, si avevano 129 con fedina pulita, 6 condannati per delitto, 47 per oltraggi al pubblico pudore; 371 per furto, truffa o abuso di confidenza, 4 per attentati al buon costume, e 134 perché souteneurs . […] Alta la percentuale dei recidivi.
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