INTERVISTA A G. B. CASSANO Università di Pisa

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3 dicembre, 2012 - 17:15

 

Prima della lettura magistrale per l'inaugurazione del congresso, che si è tenuta nello splendido palazzo reale di Napoli, incontro sulla scalinata il prof. Cassano, che accetta affabilmente una mia breve intervista.

 

Domanda: Quale sarà il futuro della psicofarmacologia?

 

Risposta: Il futuro della psicofarmacologia è legato all'evoluzione dei clinical trials che dovranno evidenziare con maggiore specificità ed accuratezza l'effetto di singoli farmaci, sempre più specifici, su singole dimensioni psicopatologiche più che su entità diagnostiche complesse ed eterogenee. L'altro aspetto è che queste dimensioni psicopatologiche dovranno essere studiate da un punto di vista genetico e quindi si potranno definire meglio; in rapporto ad esse si potranno anche studiare gli aspetti genetici relativi alla psicofarmacologia: la farmacogenetica che ci permetterà di prevedere con maggiore precisione e specificità l'efficacia dei trattamenti. Questo è il futuro più prossimo della psicofarmacologia, c'è un futuro molto lontano, cinquanta, sessant'anni, in cui molti disturbi psichici dovrebbero essere prevenuti dalla bioingenieria genetica e dall'igiene prematrimoniale: se si individua il livello di rischio che c'è in una data famiglia di creare dei figli malati, si può cercare di correggere questo rischio facendo anche una prevenzione, se poi si individueranno i geni responsabili di un dato disturbo mentale, allora verosimilmente si potrà riuscire a fare una correzione a livello genetico, questa correzione porterebbe ad una prevenzione della malattia e ad un superamento della farmacoterapia. Si prevede quindi in un futuro lontano l'abbandono dei farmaci a favore di una prevenzione; tutto questo naturalmente è molto lontano e molto utopico. Riepilogando: c'è una parte di definizione maggiore dello spettro dei farmaci, c'è una parte invece legata più strettamente alla definizione delle singole dimensioni, quindi alla genetica delle dimensioni, alla farmacogenetica ed infine alla bioingegneria.

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