Psichiatria Penitenziaria

Non avremmo mai voluto trattare questo argomento, in primo luogo, perché mai avremmo voluto che certe cose fossero accadute, in secondo per non essere fraintesi. Ma è da ipocriti non parlare di quanto rientra nei nostri discorsi quotidiani.

Mi riferisco ai presunti pestaggi avvenuti nel carcere di Sassari; dico presunti, anche se da quello che si sente e si legge, sembra siano avvenuti per stessa ammissione degli interessati.

Non avremmo mai voluto trattare questo argomento, in primo luogo, perché mai avremmo voluto che certe cose fossero accadute, in secondo per non essere fraintesi. Ma è da ipocriti non parlare di quanto rientra nei nostri discorsi quotidiani.

Mi riferisco ai presunti pestaggi avvenuti nel carcere di Sassari; dico presunti, anche se da quello che si sente e si legge, sembra siano avvenuti per stessa ammissione degli interessati.

Roberto Martinelli

Consigliere Nazionale

Segretario Regionale della Liguria

Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

 

Fabio Vanni, educatore coordinatore della Casa Circondariale di Viterbo, su Il reo e il folle n. 12/13, ha scritto un interessante saggio sull'attività dell'educatore penitenziario.

INTRODUZIONE di GEMMA BRANDI

In questo ultimo anno la Società Italiana di Psichiatria Penitenziaria ha lavorato a una serie di progetti a favore dell'applicazione del D.L. 230/99, che regolamenta il passaggio della Sanità Penitenziaria al Servizio Sanitario Nazionale, in collaborazione con l'Azienda Sanitaria di Firenze (ASF).

Le Regioni di sperimentazione della norma, prorogata al 31 Luglio 2002, sono attualmente sei: Toscana, Lazio, Puglia, cui si sono aggiunte Abruzzo, Molise ed Emilia-Romagna.

di cui al D.L. 230/99

Gemma Brandi

Psichiatra psicoanalista

Consulente Psichiatra del Ministero della Giustizia

Coordinatore del Gruppo di Lavoro Giustizia e Psichiatria dell'Azienda Sanitaria di Firenze

[per conto dell'Azienda Sanitaria di Firenze]

 

PREMESSA

Obiettivi

Migliorare il servizio nelle sezioni penitenziarie adibite ad una più intensa assistenza psichiatrica e all'internamento, adeguandolo ai parametri esterni, grazie a un uso delle energie disponibili diverso e più consono alle esigenze trattamentali di questi luoghi.

Favorire una integrazione tra sorveglianza sanitaria e sorveglianza custodiale.


Totale visualizzazioni: 44