PSICOPATOLOGIA SESSUALE
Sessualità e disturbi psicosessuali
di Stefano Sanzovo, Carlo Rosso

QUANTI TIPI DI EIACULAZIONE PRECOCE?

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22 novembre, 2014 - 09:24
di Stefano Sanzovo, Carlo Rosso

Sulla ejaculatio precox è il famoso testo pubblicato da Sandor Ferenczi nel 1917, in piena guerra., dove il fallimento dell'evoluzione dell'erotismo non è ricondotto solo a una fissazione a questo stadio della libido, ma viene correlato al tipo di relazione con la propria madre. Se la modalità affettiva è stata percepita come frustrante, si sviluppa un disprezzo nei confronti della donna. E con l'eiaculazione precoce ci si vendica: non la si fa godere, anzi la si imbratta.
Molti decenni sono passati da allora, ma tra le cause psichiche dell'EP la teoria ancora regge. La riprende anche Helen Kaplan nel suo famoso Nuove terapie sessuali, del 1976, pur sottolineando che "l'aspetto cruciale della precocità è l'assenza di controllo volontario sul riflesso eiaculatorio". Questa definizione è stata poi alla base di tutte le diagnosi di EP, fino all'attuale DSM 5. Ma alcuni autori cominciano a chiedersi se il porre l'accento sulle capacità di controllo non rischi di imporre una performance sessuale che etichetti come anormali tutti coloro che pur realizzando la propria sessualità in maniera soddisfacente per sé e per la partner non si preoccupino di esercitare un attento controllo sulla eiaculazione. L'eiaculazione allora diventa precoce rispetto a cosa?
 
Oggi l’ eiaculazione precoce (EP) è una delle forme più diffuse di disfunzione sessuale maschile. Le più recenti evidenze cliniche e genetiche hanno diviso questo disturbo in quattro categorie distinte. Il ruolo dell’ansia è predominante nel distinguere le varie categorie.
Le varie classificazioni, dal mondo della psichiatria a quello dell’urologia, sono concordi nel ritenere che per precoce si intenda un’eiaculazione che avvenga prima o appena dopo la penetrazione, comunque prima che il paziente la desideri, e che causi marcato disagio al soggetto e alla sua partner.
Ravi Raijkumar e Arun Kumaran hanno studiato 28 pazienti sofferenti di eiaculazione precoce in una clinica per disturbi psicosessuali in india. Il DSM V divide l’eiaculazione precoce in varie categorie: a seconda dell’insorgenza in permanente(lifelong) o acquisita (iniziata dopo un periodo di normalità); del contesto in generalizzata o situazionale; dell’eziologia - dovuta a fattori psicologici o a fattori combinati. Quest’ultima classificazione ha introdotto per la prima volta un chiaro criterio temporale: persistente o ricorrente pattern di eiaculazione durante l’attività sessuale con un partner entro circa 1 minuto dalla penetrazione vaginale e prima che l’individuo lo desideri. E questo ha già fatto fioccare le critiche: chi misura questo minuto? Da quando lo si misura? Per quali attività? Il manuale cerca di rispondere: “anche se la diagnosi di EP può essere applicata a persone impegnate in attività sessuali non vaginali, per tali attività non sono stati ancora definiti specifici criteri temporali”. Ma la spiegazione è senz’altro parziale. Secondo gli autori questa classificazione può generare incomprensioni, e non capire bene dove finisce un sottotipo e dove ne inizia un altro. Loro propongono quattro categorie: permanente - dovuta a fattori generici; acquisita - da fattori psicologi, endocrini o urologici; occasionale; simil EP in uomini che riportano una soggettiva sensazione di precocità, smentita però dal partner o da studi specifici. Questa classificazione, secondo loro, può ridurre il rischio di “falsi positivi”. Nella sottospecie dovuta a fattori psicologici ci si aspetterebbe maggiori problemi di coppia, anche se non è detto che sia proprio così.
Gli autori lavorano alla Marital & Psychosexual Clinic del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Pondicherry, in India. Durante un anno di ricerca hanno valutato  i pazienti affetti dal EP secondo i criteri del DSM 5, dell’ICD 10 e della loro personale classificazione. L’età medi dei soggetti era di 31 aa. La maggior parte era sposata (il 65%). L’80% dei coniugati riferiva difficoltà maritali.
Una diagnosi di comorbidità era presente nel 50%, maggiormente rappresentata dal disturbo dell’erezione (30%) e seguita poi dalla dipendenza da nicotina (20%), dal disturbo di personalità evitante (20%), dal disturbo d’ansia generalizzato (10%),e dal disturbo depressivo maggiore (10%). Il 20% ha riferito un disturbo di dipendenza d’alcool a carico del padre.
Il 33% riferisce una sintomatologia ansiosa prima o durante il coito. Circa il 50% è stato diagnosticato con EP permanente, e quindi il restante 50% con disturbo acquisito. I problemi coniugali sembrano essere più una conseguenza dell’EP che non la loro causa.
Lo psichiatra e lo psicologo possono molto nella terapia contro l’EP. La terapia farmacologica elettiva è con SSRI: sul meccanismo d'azione vedi immagine. I pazienti con EP permanente rispondono  meglio ad interventi specifici come i SSRI o la psicoterapia mirata, come le tecniche di stop start o altre metodiche per ritardare l’eiaculazione. I pazienti con EP acquisita rispondono meglio a tecniche contro l’ansia, una terapia farmacologica sempre con SSRI ma con la breve introduzione iniziale di bzp, e tecniche psicoterapiche focalizzate più verso l’ansia in generale che verso la disfunzione in particolare.

Ravi Philip Rajkumar, MD, and Arun Kumar Kumaran, MD The Association of Anxiety With the Subtypes of Premature Ejaculation: A Chart Review Prim Care Companion CNS Disord 2014;16(4):doi:10.4088/PCC.14m01630 http://www.psychiatrist.com
 
 
 
 
 
 
 
 

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