I CONTENUTI EXTRA DI "La doppia morte di Gerolamo Rizzo, diario clinico di una follia vissuta"
“L’orizzonte era sbarrato verso il largo da un nero banco di nubi, e quella tranquilla corrente, che conduceva ai più remoti confini della terra, scorreva via fosca sotto il cielo aggrondato; e pareva conducesse entro il cuore di una tenebra immensa”
(Joseph Conrad, Cuore di Tenebra)
Nel momento in cui abbiamo deciso di pubblicare il memoriale di Gerolamo Rizzo ci siamo posti il problema di come confezionare il volume in termini anche di fruizione da parte dei lettori.
Il testo aveva ed ha una sua dignità letteraria “as is”, la “storia” con questi duplici fatti di sangue che la connotano all’inizio e alla fine ci è sembrata affascinante e coinvolgente anche per un lettore “non addetto ai lavori”.
Ma come è stato per le note che abbiamo voluto aggiungere al testo, così, arrivati alla fine, abbiamo pensato sarebbe stato interessante arricchire il volume con contributi di commento/suggestione che potessero rappresentare una occasione di approfondimento culturale ulteriore alla lettura “pura” della “storia”.
Abbiamo così chiesto a tre amici di regalare al testo le riflessioni che lo stesso ha suscitato in loro, offrendo così ai lettori spunti di approfondimento alternativo ma interconnesso dalla comune radice.
Rita Corsa, Psichiatra e Psicoanalista con funzioni di training della Società Psicoanalitica Italiana, ci accompagna, nel viaggio di scoperta della “Macchina Influenzante” evocata da Gerolamo Rizzo nelle sua pagine e dello sfortunato, tragico ma geniale Autore, morto suicida nel 1919, che per primo, proprio negli anni in cui gli avvenimenti raccontati nel memoriale accadono, ne ha parlato: lo psicoanalista slovacco Viktor Tausk.
Una occasione quindi di riscoperta o scoperta di un pensiero per troppo tempo dimenticato, proprio come le cartelle cliniche di Gerolamo e Francesco.
Pierpaolo Martucci, Professore di Criminologia nel Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio, dell’Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste, con, anche, una documentatissima ricerca sulle fonti giornalistiche dell’epoca offre al lettore uno spaccato di cronaca e criminologia che consente una contestualizzazione degli avvenimenti raccontati nel memoire e una lettura avvincente dei fatti narrati e del contesto storico, assistenziale, giuridico e culturale in cui essi si svolsero.
Paolo Peloso, Psichiatra e Storico della Psichiatria, ci conduce, attraverso una ricerca puntigliosa e illuminante, dal memoriale ai “fatti” (comprese le “immagini” dei protagonisti) accaduti nella rappresentazione dettagliata che ne fanno i cronisti in uno spaccato/intreccio di vita, di dolore, di urla e silenzi, di solitudine, soprattutto le cui tracce son ancora visibili oggi non soltanto nei documenti ma pure nei vissuti.
Se l’obiettivo di questo libro era ed è quello di restituire al mondo una “piccola” storia dimenticata e sepolta degli gli archivi di un Manicomio questi contributi, così attenti, così approfonditi, così competenti aiutano il lettore a meglio comprendere quello che resta un viaggio nel “Cuore di Tenebra” del dolore profondo, quale è la follia.