Recensioni cinematografiche
"Ma la città non dice il suo passato,
lo contiene come le linee d’una mano"
(Calvino, 1972, 10)
Il film.
Piu’ che di una recensione, scrivo queste righe per invito alla visione.
Mi rendo conto di essere, diciamo, di parte. Ma "L’enfant" dei fratelli Dardenne e’ un film di cui, non a torto, Tullio Kezich sul Corriere della Sera ha scritto che verrebbe la voglia di considerlo un film epocale.
Osannato dalla critica all'unanimità, "Match point", l'ultimo film di Woody Allen presentato a Venezia lo scorso anno e finalmente uscito sui nostri schermi, vuole essere una lucida e amara metafora sulla vita e sui grandi temi che la governano: il Caso, la Fortuna, il Crimine, la Colpa.
Ho visto l’ultimo film di Woody Allen con vero piacere e simpatia. L’ho apprezzato ancora di più nel leggere o ascoltare alcune delle critiche sfavorevoli al film stesso o addirittura alla storia e al suo principale personaggio maschile, tutte intrise di un moralismo direi abbastanza vieto.
Questa è una recensione politicamente scorretta, come del resto è scorretto il film, che però mi è piaciuto perché spinge a riflessioni sul passato e sulla stato attuale della cultura di sinistra. In tempi di tramonto per la psicanalisi il film di Nanni Moretti "Il caimano" potrebbe essere utilizzato per spiegare ai (superstiti) studenti della materia la posizione depressiva e quella schizoparanoide teorizzate dalla Klein e il loro continuo intersecarsi.