Recensioni cinematografiche
Il film
All'interno di un'unica giornata, vengono narrati gli eventi che mettono in correlazione tre personaggi. Un ambizioso senatore di Washington pronto a prendere scelte importanti, una giornalista televisiva alla caccia di una storia importante e un maturo professore che si confronta con uno studente sveglio e capace, mentre due studenti del professore hanno scelto di andare in guerra in Afghanistan dove moriranno eroicamente.
Quotidianamente Jean Marc Leblanc deve fare 20 minuti di macchina in coda, 45 minuti di treno, 25 minuti di metro per raggiungere il Ministero del Quebec, dove, come semplice impiegato dell'ufficio dei reclami, è costretto ad ascoltare tutto il giorno persone "più sfigate di lui" e a sopportare i rimproveri del suo superiore.
"Io canto per consumare l’attesa,
Allacciarmi la cuffia
chiudere la porta di casa –
non ho altro da fare"
(Emily Dickinson)
"E poi Clarisse non c'era pi��
Era successo qualcosa, la linea preordinata della sua vita era stata turbata"
((Ray Bradbury, 1951))
"Siamo tutti assassini.
Percio' siamo tutti colpevoli.
Siamo tutti assassini colpevoli.
Non c'e' niente da fare.
Non possiamo evitarlo.
Uccidiamo per vivere.
Ci uccidiamo l'un l'altro per vivere"
(Michael Eigen)
"Le resistenze che la libertà svela nella realtà, lungi dall’essere un pericolo per la libertà, non fanno che permetterle di nascere come libertà .Non ci può essere libertà se non impegnata in un mondo
resistente. Fuori da questo impegno, le nozioni di libertà, di determinismo, di necessità perdono il loro senso"
(J.-P. SARTRE - L’essere e il nulla,1943)
"E senza dubbio il nostro tempo preferisce l'immagine alla cosa, la copia all'originale, la rappresentazione alla realtà, l'apparenza all'essere…Ciò che per esso è sacro non è che l'illusione, ma ciò che è profano è la verità. Anzi il sacro s'ingigantisce ai suoi occhi via via che diminuisce la verità e l'illusione aumenta, cosicchè il colmo dell'illusione è anche per esso il colmo del sacro."
Il film
"Ecco perche’ i potenti che si muovono ‘dentro il Palazzo’, e anche coloro che li descrivono — stando anch’essi, logicamente, ‘dentro il Palazzo’ per poterlo fare — si muovono come atroci, ridicoli, pupazzeschi idoli mortuari. In quanto potenti, essi sono gia’ morti, perche’ cio’ che ‘faceva’ la loro potenza — ossia un certo modo di essere del popolo italiano — non c’e’ piu’: il loro vivere e’ dunque un sussultare burattinesco".