Nietzsche

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Avevo compiuto sei anni da cinque mesi. Da poco avevo imparato a leggere. Un’esperienza sconvolgente: entrare in un altro mondo al di là del reale, nel mondo dei simboli scritti, che hanno una vita propria, non meno coinvolgente di quella reale. Fu come imparare a nuotare in mare aperto o diventare padre, qualche anno dopo. Lessi sul “Corriere” del 3 dicembre 1946 l’incipit del famoso articolo di Dino Buzzati, grande scrittore prima che giornalista:


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Riduco a due i sistemi dei filosofi concernenti l’anima dell’uomo. Il primo e più antico è il sistema del materialismo; il secondo è quello dello spiritualismo.
Julien Offray de La Mettrie, L’uomo macchina
 
Ahimé, non mai due volte configura
il tempo in egual modo i grani!
Eugenio Montale, Vento e bandiere (Ossi di seppia)
 



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Il lavoro del soggetto convoca nel modo più concreto la possibilità di immaginare la nozione di altro. Se c’è del soggetto – mi piace dirlo con il partitivo alla francese – non si lavora mai da soli. In questa direzione collettiva il lavoro da fare è sia analitico sia politico. Le due dimensioni nella psicanalisi classica sono notoriamente scisse.




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